Cgil Como - Nella mattinata di oggi abbiamo assistito alla seconda operazione di sgombero, o sanificazione (a seconda del punto di vista) sotto i portici dell'ex chiesa di San Francesco. Ci appare evidente che questa non possa e non debba essere la soluzione del problema. Se un'operazione di pulizia, magari concordata e non imposta, può pure essere auspicabile, non si capisce il motivo per il quale materassi e coperte siano state di nuovo buttate al macero, costringendo così i volontari ad una nuova fornitura. Sostenere, come di nuovo hanno fatto gli assessori presenti, che il problema non esiste perché sono i senza fissa dimora che non vogliono accedere ai posti di accoglienza oggi liberi, è uno schiaffo all'intera città, che convive ormai da anni con un'emergenza divenuta strutturale.
E’ ora di dare una svolta decisa alle politiche sociali e di accoglienza del capoluogo.
Non è comprensibile come una mozione votata a maggioranza resti dimenticata nei cassetti dell’amministrazione.
Si richiamano le associazioni ad un ruolo di collaborazione e supporto? Questo non è mai venuto meno. Altra è la funzione sostitutiva di un onere pubblico, e questa non può essere pretesa né tollerata.
Siamo i primi a sostenere che un altro dormitorio permanente sia solo un primo passo necessario, accanto cui andranno attivati percorsi di integrazione più complessi e articolati.
Ma da lì si parte per cominciare a tamponare una situazione intollerabile, irrispettosa della dignità dell'essere umano.
Ci pare gravissimo che la risposta dell’amministrazione sia di questo tenore: “Sai che c’è? Per ora ti butto materasso e coperte, così vediamo stasera dove dormi!”. Ovviamente non sono le testuali parole dell’assessore, ma il messaggio che ancora una volta si veicola con l'azione muscolare di questa mattina.
Chiediamo con forza che quella di oggi sia l'ultima azione di una cattiva politica. Ogni persona, prima che lo giustifichi un titolo giuridico, è soggetto titolare di diritti.