Guarisco (PD) - “Il Comune di Como studi come ampliare l’area del Mercato Mercerie non solo limitandola alla zona di Porta Torre e le mura ma estendendola a largo Miglio, piazza Vittoria, via Carducci, la parte iniziale di via Volta, l'area antistante San Donnino, piazza Medaglie d'Oro. Solo così, con un mercato diffuso, si può avere un mercato più sicuro. Ma bisogna fare presto: centinaia di attività sono a rischio” così dichiara il consigliere comunale, Gabriele Guarisco. “Il mercato di Como è per natura complesso in quanto fitto di banchi. Secondo l’impostazione canonica è difficile mantenere il distanziamento tra operatori e clienti come vorrebbero le disposizioni anti-Covid - continua il consigliere Dem - il Comune deve ripensare la distribuzione del mercato in modo che gli ambulanti possano finalmente tornare a lavorare in condizioni di piena sicurezza per tutti”.
“Non pensare a una soluzione tempestiva rischia infatti di creare una riapertura delle attività commerciali a due velocità. Si parla di una ripresa al 18 maggio per parrucchieri, bar e ristoranti mentre il mercato mercerie rischia di soffrire il lockdown economico ancora per molto. Rivedere la collocazione dei banchi in altre aree della città è una soluzione per velocizzare il ritorno alla normalità anche per questa categoria” afferma Guarisco.
“Lo stesso discorso può essere fatto anche per il mercato di Albate, dove i banchi alimentari sono tornati in attività ma la cui situazione è destinata a complicarsi con il ritorno delle rivendite di casalinghi e abbigliamento. Anche qui andrà trovata una soluzione che potrebbe coinvolgere piazza del Tricolore: misura che auspico possa essere adottata nel solco della nostra proposta”.
“L’obiettivo primario è quindi quello di “diffondere” i mercati e adottare tutte le misure necessarie per proteggere chi lavora e chi compra con l’obbligo di mascherine, guanti, corretto distanziamento, schermi in plexiglass e disinfettante. Certo, occorrerà tenere conto delle indicazioni di Regione Lombardia che, però, tardano ad arrivare”.
“Ovviamente, poi, non si può pensare che gli oneri di occupazione di suolo pubblico rimangano invariati. Anche questi vanno rivisti per tendere una mano agli operatori - conclude il consigliere - in ogni caso la situazione richiede un intervento immediato, deciso e risolutivo dell’amministrazione. L’alternativa, con un costo sociale immenso, è condannare alla chiusura centinaia di attività che sostengono altrettante famiglie comasche”.