Per una “ripresa” all’insegna della sostenibilità. Andrà tutto bene se non si tornerà come prima!

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Legambiente Circolo “Angelo Vassallo” Como - La durissima fase della pandemia che abbiamo attraversato (e che stiamo tuttora attraversando), accanto a grande dolore e forti restrizioni, ci ha fatto sperimentare anche momenti gradevoli: la leggerezza dell’aria pulita, il profumo della primavera, il canto degli uccelli anche in città, il nitore del cielo illuminato dalle stelle. Siamo consapevoli che dobbiamo ripartire superando il dolore e fronteggiando le difficoltà sociali, drammatiche in alcuni casi, causate dalla sospensione delle attività economiche, ma vogliamo riappropriarci in modo stabile di un nuovo rapporto con la natura e con l’ambiente che ci circonda. Non entriamo nel merito con questo documento ma non dimentichiamo le teorie, più che documentate, che mettono in relazione lo sviluppo della pandemia con l’eccessivo depauperamento delle risorse naturali e la riduzione della biodiversità.

Sono sicuramente da approfondire gli studi scientifici che cercano di dimostrare una correlazione stretta tra inquinamento dell’aria e diffusione del coronavirus, ma quello che è certo è il legame tra inquinamento, aumento di patologie croniche e suscettibilità individuale alle malattie infettive. Ricordiamo che ogni anno in Italia l’Agenzia Europea per l’ambiente stima 60600 morti premature per esposizione a polveri sottili (PM 2.5), 20500 per esposizione a biossido di azoto e 3200 ad ozono, quasi tutte in pianura padana. Non ripetiamo quindi gli errori del passato, impariamo da questa terribile esperienza. Prendiamo atto che lo sviluppo – in termini economici ma anche sociali e culturali – non può più essere misurato in termini di quantità, di numeri sempre più grandi. I nostri obiettivi devono essere misurati in termini di qualità, di equità, di lungo periodo, insomma in termini di sostenibilità ambientale, sociale ed economica 1. La Mobilità Una prima, grandissima sfida è quella di tornare a muoverci senza riproporre quelle condizioni di congestione che continuano a far divampare l’epidemia su scala mondiale (sovrappopolazione mondiale, concentrazione in enormi agglomerati urbani, distruzione dell’habitat di molte specie animali e della biodiversità). A livello locale, occorrerà evitare che gli spostamenti costituiscano una minaccia di contagio, ma anche evitare che cresca pericolosamente il numero degli spostamenti individuali racchiusi ciascuno nella propria auto. La mobilità dolce deve diventare lo strumento principe da incoraggiare con interventi infrastrutturali: la dorsale ciclopedonale già finanziata con fondi europei al 70% che potrebbe attraversare Como da nord a sud ne è il punto cardine, ancora oggi non è stato fatto nulla e questo è un danno enorme per tutta la città. CIRCOLO “ANGELO VASSALLO” COMO www.legambientecomo.it Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. Piste e percorsi con trasporto bici, incentivi economici (acquisto bici elettriche, abbonamenti gratuiti, …) e campagne di educazione ambientale per giovani e non solo. Il trasporto pubblico va difeso, incentivato e migliorato: mezzi leggeri, più frequenti e soprattutto elettrici o almeno ibridi. Utilizziamo per questo obiettivo consistenti risorse statali e regionali in corso di erogazione (come i 27 milioni e 350 mila euro destinati alla Provincia di Como dalla delibera regionale del 20 Aprile scorso) e non per nuove strade come vorrebbe qualcuno. Quando si parla di trasporto pubblico in provincia di Como non si può non riprendere con forza il progetto di riorganizzazione ferroviaria di cui tanto si è parlato negli anni scorsi con l’interscambio tra tutte le reti esistenti, la qualificazione ad uso urbano degli ultimi chilometri delle ferrovie Nord, l’ammodernamento e rilancio della Como-Lecco, la creazione di parcheggi di interscambio …Va poi ricordato che abbiamo un lago e non stiamo sfruttando al meglio le potenzialità della sua navigazione come alternativa all’intasamento delle strade. Difendiamo il centro storico della città, controlliamo il rispetto della ZTL, introduciamo più isole pedonali e ZTL anche nei quartieri di corona al centro, riduciamo la circolazione di mezzi per la consegna delle merci riorganizzando l’ultimo miglio e consentiamola solo negli orari in cui minore è la presenza dei pedoni. Prendiamo accordi con i taxisti per gli spostamenti delle persone con limitate capacità motorie nell’ambito cittadino. Incentiviamo la sharing mobility e la rottamazione di auto più inquinanti. Dispiace a questo riguardo che nell’accordo tra organizzazioni sindacali dei lavoratori ed imprenditoriali siglato il 24 Aprile sia stato scritto che per permettere ai lavoratori di raggiungere il luogo di lavoro vada favorito anche l’uso del “mezzo privato”. Se non si riesce nell’immediato ad implementare il numero di mezzi pubblici occorre studiare modalità di tipo organizzativo per ottenere maggiore distanziamento, modificando gli orari di ingresso e uscita, stabilendo turnazioni, incentivando lo smart working in tutti i settori dove è possibile, se non vogliamo ritrovarci in breve in un insalubre ambiente inquinato, in strade più trafficate di prima e con il ritorno di numeri drammatici di incidenti stradali. 2. Nuovo modello produttivo Le imprese si stanno preparando a ripartire, molte sono già ripartite. Giustamente la prima questione da affrontare è la sicurezza dei lavoratori. Sarebbe imperdonabile però non approfittare del fermo forzato per ripensare a cosa e come si produce. Cosa si produce è argomento che dovrebbe coinvolgere di più tutti senza essere attratti solo da una logica di mercati ma anche di uso consapevole. Per il come, negli ultimi tempi pur a fatica andavano diffondendosi le pratiche di green economy, economia circolare, economia sostenibile. Una ripresa a tutti i costi, solo per riportare in breve tempo i profitti ai livelli precedenti sarebbe pericolosa e suicida. Le aziende ripartano valutando la propria impronta ecologica, rivedano le proprie fonti energetiche. CIRCOLO “ANGELO VASSALLO” COMO www.legambientecomo.it Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. Si spera che almeno prima di ripartire sia fatta una accurata manutenzione degli impianti di abbattimento degli inquinanti in atmosfera, degli impianti di trattamento delle acque di scarico e della modalità di smaltimento dei rifiuti. Argomenti non di poco conto viste le ingenti quantità di detergenti e sostanze sanificanti che dovranno utilizzare negli ambienti e l’aumento di rifiuti rappresentato da mascherine e guanti monouso. Anche per questo eventuali incentivi e risorse pubbliche destinate alle aziende siano concessi solo se finalizzati anche a ridurre l’impatto ambientale con l’uso di energie rinnovabili, basse emissioni in atmosfera, scarichi idrici meno inquinanti ed investimenti nel riciclo e riuso. Nessun incentivo a pioggia senza condizioni e tantomeno a chi utilizza o sostiene (vedi alcuni istituti bancari) fonti energetiche di origine fossile. 3. La ripresa economica e dell’occupazione Quando si parla di ripresa si pensa subito al “rilancio dell’edilizia” che darebbe da subito un aumento della occupazione non solo nel settore ma anche in un più vasto indotto. L’esperienza mostra anche i rischi conseguenti: abusi e successivi condoni, nuove inutili strade, consumo di suolo, ecc.. Viene poi a gran voce chiesto di ridurre il “controllo burocratico” per accelerare lavori ma anche in questo caso l’esperienza mostra nell’edilizia pubblica una più facile infiltrazione mafiosa favorita dalla minore trasparenza e in quella privata meno attenzione alla sicurezza. Noi pensiamo che sia importante dare la massima attenzione alla legalità nell’assegnazione degli appalti. Legalità e burocrazia non sono termini antitetici. È invece attenzione a cosa si vuole edificare o ristrutturare. In proposito è interessante il documento CGIL-Legambiente, divulgato il 2 Aprile scorso, per un rilancio sostenibile dell’edilizia con interventi finalizzati a detrazioni, crediti, bonus ed ecoincentivi in genere per rigenerazione urbana, ristrutturazioni per il risparmio energetico, per il consolidamento antisismico… In caso di risorse pubbliche utilizziamo bene i finanziamenti disponibili ed indirizziamoli verso quegli investimenti infrastrutturali di cui il nostro territorio ha grande bisogno e che possono dare un forte sostegno ai livelli occupazionali: contro il dissesto idrogeologico, per la riforestazione delle nostre montagne, la realizzazione di percorsi pedonali e ciclabili per la mobilità dolce ed il turismo responsabile, sulle reti acquedottistiche e fognarie per la qualità dell’acqua e turismo lacuale, per l’efficientamento energetico degli uffici pubblici e delle abitazioni dell’edilizia convenzionata, per la rete di illuminazione cittadina, gli impianti sportivi, ….. Investimenti in materia edilizia destinati al risanamento ambientale hanno riflessi, oltre che sull’attività economica, anche sui posti di lavoro, sulla salute delle persone (e quindi anche meno costi sanitari e sociali), sulle generali condizioni di vivibilità, sull’attrattività (e quindi valore) della città. L’economia green non è solo una parola, è una opportunità. CIRCOLO “ANGELO VASSALLO” COMO www.legambientecomo.it Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. 4. Turismo e sviluppo urbanistico della città di Como “Distanziamento” può paradossalmente diventare anche un criterio urbanistico. Stop al consumo di suolo, stop a mega concentrazioni, aumento del verde urbano. Troppi alberi sono stati tagliati anche recentemente a Como (via Petrarca, via San Martino,..) mentre occorrerebbe piantarne molti di più. Fermiamo la cementificazione del suolo anche attraverso l’eliminazione dell’impermeabilizzazione delle grandi aree adibite a parcheggio. Cerchiamo di non aggredire da subito la città e il territorio con una miriade di disordinati cantieri ma riconduciamo il tutto ad un progetto urbanistico che metta al primo posto la vivibilità Applichiamo il “distanziamento” non solo per le file al supermercato, ma per un rapporto più equilibrato fra abitanti e flussi turistici. Como negli ultimi anni si è avviata su una brutta china che, fra l’altro, non valorizza certo la bellezza della città. Esercizi cresciuti a dismisura, uno attaccato all’altro, a discapito di laboratori artigianali ed artistici. Il turismo sicuramente subirà un contraccolpo, ma non preoccupiamoci troppo di chi ha costruito piccole fortune costruendo catene di appartamenti per affitto a turisti, con un rialzo degli affitti per chi una casa la cerca per abitarci. Sfruttiamo l’occasione per ripartire con l’offerta di un turismo verde e sostenibile che valorizzi i numerosi sentieri, i parchi, i boschi urbani e favorisca la conoscenza dei numerosi piccoli paesi dei nostri dintorni ricchi di monumenti e vestigia del passato purtroppo spesso sconosciute. 5. L’agricoltura, la filiera agroalimentare, l’approvvigionamento alimentare. Questo settore non si è fermato, era necessario per permettere la “sopravvivenza”. Abbiamo in parte modificato le nostre abitudini alimentari riscoprendo il piccolo negozio sotto casa e i produttori a catena corta che si sono organizzati con la consegna a domicilio. Non abbandoniamo queste prassi. Incentiviamo gli orti urbani e l’agricoltura a chilometro zero per quanto possibile, per ridurre il traffico di mezzi pesante per l’approvvigionamento alimentare. Incentiviamo i giovani a rioccupare spazi diventati incolti per avviare nuove esperienze di produzione agricola sostenibile. 6. Il tessuto sociale Non ci può essere sostenibilità ecologica senza attenzione all’equità sociale. In questi giorni si sono accentuate situazioni di disagio sociale per i senzatetto, gli immigrati senza casa o senza lavoro, per tanti che vivevano con lavori precari e anche per molti che si consideravano garantiti ma sono rimasti all’improvviso senza un lavoro. Ancora una volta si sono moltiplicate azioni di solidarietà da parte di associazioni di volontariato e anche di singoli di cittadini. È stato il contraltare all’isolamento forzato cui siamo stati costretti. Non disperdiamo questa esperienza. Dobbiamo però trovare soluzioni per passare per quanto possibile dall’aiuto e solidarietà al reinserimento sociale e nel mondo del lavoro. La ripresa può essere inoltre l’occasione per CIRCOLO “ANGELO VASSALLO” COMO www.legambientecomo.it Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. l’emersione e la regolarizzazione di immigrati che, invisibili ai più, da tempo sono stati utilizzati per i lavori più umili, rischiosi e faticosi. Questa fase di isolamento è stata inoltre particolarmente dura per altre fasce deboli della popolazione per disabili, anziani, bambini e ragazzi. Abbiamo sentito la mancanza di luoghi culturali o di svago, solo parzialmente bilanciate da soluzioni alternative di socializzazione a distanza. Valorizziamo le esperienze più significative in attesa di riorganizzare occasioni di socialità, di divertimento, di attività ludiche e sportive all’aperto, per scoprire meglio l’ambiente in cui viviamo, amare la natura ed imparare a diventarne i difensori. Ma l’insegnamento più forte che questa brutta esperienza ci lascia è la consapevolezza dell’importanza di avere un servizio sanitario pubblico che non sia orientato solo a prendere in cura chi si ammala mettendo a dura prova le strutture ospedaliere, ma sia anche diffuso sul territorio. La prevenzione non sia una parola, ma un elemento fondamentale per affrontare fattori di rischio ambientali, biologici o comportamentali, perché sia possibile perlomeno controllarli e ridurne il danno. Anche a Como bisogna reinvestire subito sulla sanità pubblica territoriale, affinché non ci si ritrovi nella situazione drammatica di fine febbraio. Al di là di tante parole è questo il modo per ringraziare davvero i tanti operatori sanitari che si sono spesi e si spendono in questa burrasca.

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