Guarisco (Pd) - “Nonostante Como abbia il proprio forno crematorio, le spoglie delle vittime del Coronavirus devono essere mandate in altre strutture del Nord Italia e, in alcuni casi, in Svizzera. La nostra amministrazione comunale ci dice che, senza volere creare vane aspettative e a meno di nuovi intoppi, l’impianto di cremazione cittadino potrebbe ripartire a maggio: però, data la situazione, è bene cercare ogni mezzo per ridurre i tempi e mettere in sicurezza le procedure di collaudo che ancora sono necessarie. Proponiamo quindi di avviare un tavolo che coinvolga il Comune, la Provincia e il Prefetto per accelerare i tempi di riapertura dell’impianto cittadino in modo che la città possa prendersi finalmente cura dei propri cari estinti in un momento così doloroso”.
“Tutti abbiamo visto le fotografie che ritraggono le colonne di camion militari intenti a portare decine e decine di feretri da Bergamo verso altre regioni. Milano ha addirittura fermato le cremazioni. Anche Como conta e piange le proprie vittime ma il nostro impianto è purtroppo fermo” continua Guarisco. “Abbiamo potuto apprendere che servono ulteriori interventi per porre rimedio a infiltrazioni d’acqua nella copertura della struttura. Il cantiere dovrebbe durare qualche giorno con una spesa di poche migliaia di euro”.
“È in nome dell’unità necessaria in questo momento e stando ben lontano da qualsiasi tipo di polemica che proponiamo di trovare una soluzione partecipata - conclude il consigliere del Pd - lo stato d'emergenza in cui ci troviamo può aiutarci a soddisfare in maniera rapida una necessità chiara come l’avere un forno crematorio funzionante sia oggi, in tempi dolorosamente straordinari, sia un domani, in vista del ritorno alla normalità dopo il Coronavirus”.