Tutte le persone seriamente informate sanno che l’esondazione avviene quando il lago supera i 120 centimetri, secondo le misurazioni alla diga di Malgrate. Ebbene, in questi giorni il lago non è mai nemmeno arrivato a quota 100, fermandosi a 99,6 e poi cominciando una lenta ritirata, con una tendenza, favorita dal miglioramento della situazione metereologica e della capacità di portata del fiume Po che accoglie maggiori quantità di acqua del Lario. In ogni caso il lungolago in questi giorni è sempre stato percorribile, pur in presenza di una situazione metereologica eccezionale,
In assenza quindi di problemi reali, invece di evocare la “possibilità” di un evento che accade “magari soltanto una volta ogni tanto” meglio sarebbe il caso di riflettere su di un’opera che costa oltre 30 milioni di euro (sigh!) che, forse, sarà terminata tra quattro anni, che ha deturpato per 10 anni la città. Per un’eventuale e assai improbabile esondazione, basta la accurata gestione dei livelli degli enti preposti.
Stupiscono affermazioni tipo “Piazza Cavour, che avrà una passeggiata rialzata a fine lavori, sarà la prima zona a beneficiarne, visto che è il punto più basso.”: con una passeggiata “rialzata” (secondo il progetto fino a 90 cm), non ci sarà nessun “beneficio”, ma un permanente “danno” di cui possa godere la piazza, quello di non poter vedere il lago dalla piazza stessa. Si tratta di un aspetto del progetto che è sempre stato poco sottolineato, ma che sembra invece piuttosto rilevante sia per i cittadini che usufruiranno della piazza sia per gli esercizi commerciali i cui clienti siedono ad un tavolino ad ammirare non il lago, ma il muro della “passeggiata rialzata”.
L’acqua è un elemento difficile da gestire trova sempre dei canali di infiltrazione, è una presunzione pericolosa quella di poterla governare con le paratie. L’acqua in centro storico sale dal basso attraverso i tombini, come sanno i residenti e con la passeggiata rialzata temiamo l’ “effetto piscina” in piazza Cavour.
Quindi, invece di tirare in ballo la “natura” per giustificare un’opera faraonica, costosa e dannosa sarebbe meglio una seria valutazione della situazione idrogeologica complessiva dei bacini lombardi e, a livello locale, anche del sistema fognario e di gestione delle acque piovane, per non trovarsi, come oggi, non con il lago esondato, ma il Duomo allagato.
In conclusione, invece delle paratie bisognerebbe parlare dei PARAOCCHI di certi personaggi e gruppi politici.
Noi siamo i nemici storici delle paratie dalla prima ora e il tempo purtroppo ci ha dato ragione, non vorremmo azzeccare anche un prossimo futuro nefasto.
In realtà l’ambiente non è né di destra né di sinistra, ma è un patrimonio di tutti, ed è dovere di tutta la politica conoscerlo, tutelarlo dalle brame speculative di pochi e promuoverlo responsabilmente.