Augurando una serena e proficua attività di servizio alla comunità, ComodalBasso - il gruppo di lavoro espressione locale del "Comitato lombardo per la Vita Indipendente delle persone con disabilità" - ha scritto una lettera datata 24 luglio 2017 alla nuova Assessora ai servizi sociali Alessandria Locatelli, al Sindaco Mario Landriscina e alla Giunta, a tutti i Consiglieri di maggioranza e minoranza.
Mettendosi a disposizione per il raggiungimento degli obiettivi fondamentali fissati dalla Costituzione italiana e dalla Convenzione Onu per assicurare alle persone con disabilità parità di diritti e non discriminazione, il gruppo di lavoro li rimarca con queste parole:
Siamo a ricordarvi che la convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità, legge dello Stato italiano 3 marzo 2009 n.18, indica all'articolo 3 il rispetto dei seguenti principi generali:
"Il rispetto per la dignità intrinseca, l'autonomia individuale, compresa la libertà di compiere le proprie scelte, e l'indipendenza delle persone;
la non discriminazione;
la piena ed effettiva partecipazione e inclusione nella società;
il rispetto per la differenza e l'accettazione delle persone con disabilità come parte della diversità umana e dell'umanità stessa;
la parità di opportunità;
l'accessibilità;
la parità tra uomini e donne;
il rispetto dello sviluppo delle capacità dei minori con disabilità e
il rispetto del diritto dei minori con disabilità a preservare la propria identità".
La nostra organizzazione ha individuato nell'articolo 19 della suddetta convenzione Onu l'area entro cui concentrare la propria attenzione critica e i propri sforzi perché si realizzi, anche per le persone con disabilità, quanto affermato dagli articoli 2 e 3 della Costituzione italiana.
Esso recita:
"Le persone con disabilità abbiano la possibilità di scegliere, su base di uguaglianza con gli altri, il proprio luogo di residenza e dove e con chi vivere;
le persone con disabilità abbiano accesso ad una varietà di servizi di sostegno domiciliari, residenziali e di altro tipo, compresa l'assistenza personale necessaria per consentire loro di vivere ed essere incluse nella società e impedire che siano isolate o segregate dalla collettività;
i servizi e le strutture destinati alla popolazione generale siano messe a disposizione, su base di uguaglianza con gli altri, delle persone con disabilità e siano adattati ai loro bisogni".
Fin dal 1999 l'Amministrazione comasca si è distinta nello sforzo di dare sostanza a questi diritti, a quel tempo non ancora sanciti dalla Convenzione sopracitata. Ci riferiamo in particolare all’applicazione della legge 162/98, che riconosce e promuove il diritto alla Vita Indipendente prevedendo finanziamenti indiretti per l’assunzione di assistenti personali. Questa evoluzione del sistema assistenziale comasco necessita di essere ulteriormente promossa e resa accessibile eliminando l’ostacolo dell’ISEE.
Resta ancora molto da fare, responsabilizzando tutti gli Assessorati, affinché mettano a disposizione delle persone con disabilità i servizi e le strutture destinati alla popolazione generale adattandoli ai loro bisogni, su base di uguaglianza con gli altri; in particolare:
- in materia di abbattimento delle barriere architettoniche, prima di tutto realizzando il PEBA (piano eliminazione barriere architettoniche), come previsto dalla legge 41/1986;
- in materia di accesso a una mobilità non discriminante, attraverso la completa accessibilità dei mezzi di trasporto pubblico e delle loro fermate, a una congrua distribuzione dei posteggi riservati e a un ponderato accesso alle aree a traffico limitato;
- in materia di alloggi, anche in vista di un aumento delle richieste da parte di persone con disabilità che sceglieranno di vivere autonomamente;
- in materia di frequenza scolastica, soggetta negli ultimi anni a preoccupanti ondeggiamenti nelle decisioni che la riguardano;
- in materia di occupazione lavorativa, da sempre materia abbandonata ai capricci di una imprenditoria locale miope.
Solo lavorando in sinergia tra assessorati, ma soprattutto dando la parola e dando credito ai diretti interessati - le persone con disabilità – si potrà dare seguito alle parole della Costituzione e della Convenzione Onu, per realizzare i diritti di cittadinanza, superando quella cultura che genera discriminazione, segregazione e istituzionalizzazione delle persone con disabilità.