Gli esponenti leghisti, in particolare l’eterno studente Salvini – il quale, per inciso, non ha mai lavorato in vita sua, ma fin da bambino sognava di fare il guidatore di ruspa - ci hanno da tempo abituato ad una perenne campagna elettorale infarcita di slogan demagogici e razzisti che, ben lungi dall’analizzare ed affrontare seriamente i problemi del Paese, si propone come sorta di Maalox utile a lenire il mal di pancia dei potenziali elettori.
Last but non least, la sparata del “governatore” della Regione Lombardia – Roberto Maroni (proprio quello condannato in via definitiva per resistenza a pubblico ufficiale) -, che ha pensato bene di rincarare la dose sul tema dell’immigrazione. Evidentemente al Nostro, le ruspe per spianare i campi rom non sono sembrate sufficientemente propedeutiche alla causa padana, ed è quindi autorevolmente intervenuto sul tema dell’immigrazione, prospettando anatemi via lettera per i Prefetti e taglio di risorse ai Comuni che oseranno da qui in poi rispettivamente assegnare e ospitare migranti. Riportiamo di seguito la dichiarazione testuale: “Ho deciso di scrivere una lettera ai Prefetti per diffidarli dal portare qui in Lombardia nuovi clandestini e ho deciso di scrivere ai sindaci per dirgli di rifiutarsi di prenderli, mentre ai sindaci che dovessero accoglierli ridurremo i trasferimenti regionali, come disincentivo, perché non devono farlo e chi lo fa, violando la legge, subirà questa conseguenza. Nei prossimi giorni voglio incontrare Toti e Zaia per fare fronte comune e assumere iniziative comuni”.