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1. Ad ascoltare il discorso che il segretario della CGIL di Como ha proposto il 1° maggio non si può che rimanere terribilmente imbarazzati. Pare che il problema sia che l'ANPI di Como abbia celebrato il 25 aprile, festa della liberazione, uscendo dal protocollo, un presunto protocollo ovviamente, che vorrebbe la celebrazione come mera ricorrenza, senza alcun rimando all'attualità. Al segretario della CGIL di Como, insomma, non è piaciuto il rimando al referendum sulla Costituzione voluto da Renzi, referendum che vede l'ANPI apertamente, e con dovizia di argomentazioni, schierata per il NO. E invece di chiedersi se le ragioni del NO abbiano un qualche fondamento, il segretario si indispettisce e pretende di dettare “la linea” anche fuori dalla sua organizzazione. Chi si fosse aspettato una qualche parola sul Jobs Act – totalmente inutile sul piano del rilancio dell'occupazione, ma del tutto funzionale al rilancio dei profitti – e sul problema del lavoro in Italia – drammatico –  è rimasto fortemente deluso: non una parola seria in argomento: come se il tema non fosse pertinenza del segretario di un sindacato di lavoratori.

2. Ma tant'è: il segretario sarà stato contento di essere stato considerato “veramente di sinistra” da “Comozero”, che ha esaltato l'attacco frontale del segretario al capitalismo familiare lombardo, incapace di esprimere un sagace meccanismo di trasmissione del talento imprenditaroiale tra generazioni. Come se un capitalismo fondato sulle pubblic company e sulle quotazioni borsistiche, e che dunque evitasse il “tranello” del familismo capitalistico, fosse la panacea per lo sviluppo e l'occupazione.

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Il cibo, che i bambini non mangiano a mensa e viene buttato è pagato due volte, dai genitori con il bollettino e dalla comunità che, dovendolo smaltire, lo ripaga come rifiuto organico. Se i cibi cucinati, come primi, secondi e verdure, necessitano di un abbattitore di temperatura per essere portati a casa, almeno si può fare con pane e frutta, che, già consegnati ai bambini sul loro vassoietto, non possono essere in alcun modo riutilizzati e vengono buttati come rifiuti da smaltire. Per il pane, a Como, la percentuale del non consumato ma pagato dai genitori, è bassa e si attesta sul 5%, ma per la frutta arriva ad essere tra il 15% e il 20%, con differenze di valore a seconda del frutto proposto (mele, pere e kiwi quelli meno graditi, meglio banane, ananas, arance, clementine con invece fragole e ciliegie che riscuotono successo). Se si aggiunge che portare a casa il cibo non consumato è un messaggio dato ai bambini di come il cibo sia un bene prezioso da non sprecare perché produrlo costa non solo soldi ma anche fatica, direi che l' iniziativa del sacchetto anti spreco da utilizzare alla fine del pranzo in mensa e da portare a casa, possa essere un' iniziativa da perseguire. In diverse città è stata già intrapresa. Si può fare anche a Como e la mozione approvata ieri sera in Consiglio Comunale a Como impegna Sindaco e Giunta a iniziarne la sperimentazione. Roberta Marzorati (lista x Como)

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Già dal giugno del 2015 avevamo segnalato la situazione di degrado dell'edificio Santarella, pertanto visto quanto accaduto in data odierna, ci siamo sentiti in obbligo di esporre i fatti alla Procura della Repubblica di Como al fine di accertare si vi siano eventuali responsabilità in capo alla Giunta dalla nostra città.

L'incuria della Città non deve mettere a rischio ne l'incolumità pubblica ne il patrimonio culturale che rappresenta l'edificio Santarella.
Luca Ceruti
Movimento 5 Stelle Como

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Anche da Como il Comitato STOP TTIP sta organizzando la partecipazione alla manifestazione nazionale di sabato 7 maggio a Roma, che partirà da Piazza della Repubblica alle 15. Per fermare il TTIP. Per tutelare i diritti e i beni comuni. Per costruire un altro modello sociale ed economico, per difendere la democrazia. Tutte e tutti insieme è possibile

Il Comitato Stop TTIP Como esiste da un anno e mezzo ed ha organizzato momenti di formazione, manifestazioni pubbliche, flash mob, seminari tematici, cercando di coinvolgere soggetti politici, associazioni, organizzazioni di categoria e attivisti. L’obiettivo è stato quello di contrastare il negoziatoTTIP, il Partenariato Transatlantico sul Commercio e gli Investimenti, che da quasi tre anni Unione Europea e USA stanno negoziando con l’obiettivo, al di là della riduzione dei già esigui dazi doganali, di ridefinire le regole del gioco del commercio e dell’economia mondiale. L’Unione Europea e gli Stati Uniti presentano questo accordo come una questione tecnica, invece si tratta di argomenti che toccano da vicino la quotidianità di tutti: l’alimentazione e la sicurezza alimentare, le prospettive di sviluppo economico e occupazionale, soprattutto delle piccole e medie imprese, il lavoro e i suoi diritti, la salute e i beni comuni, i servizi pubblici, i diritti fondamentali, l’uguaglianza di tutti di fronte alla legge e la democrazia. Da ora al prossimo fine giugno, i negoziati entrano in una fase decisiva. Infatti esiste una forte pressione per produrre una sintesi prima che le elezioni statunitensi entrino nel vivo. In questo modo inoltre il governo degli Stati Uniti, la Commissione Europea e le multinazionali che spingono il TTIP vorrebbero ottenere il risultato di depotenziare la protesta, che in questi tre anni si è estesa a macchia d’olio su entrambe le sponde dell’Atlantico, mettendo assieme comitati, associazioni di movimento, organizzazioni contadine e sindacali, consumatori, cittadine e cittadini, che hanno rivendicato trasparenza e sfidato la segretezza che ha circondato lo sviluppo del negoziato sul TTIP. Una campagna che denuncia il delinearsi di un nuovo quadro giuridico pericoloso per i diritti e la democrazia, nel quale i profitti delle lobby finanziarie e delle grandi imprese multinazionali prevarrebbero sui diritti individuali e sociali, sulla tutela dei consumatori, sui beni comuni e sui servizi pubblici, negando nei fatti un modello di sviluppo e di economia attento ai lavoratori, alla qualità e all’ambiente. In questi ultimi mesi è cresciuta la campagna Fuori il TTIPdalla mia città che ha coinvolto centinaia di consigli comunali che hanno votato contro il trattato. Chiediamo a tutte le donne e gli uomini da sempre attivi in difesa dei diritti e dei beni comuni, ai sindaci, ai comitati, alle reti di movimento, alle organizzazioni sindacali, alle associazioni contadine e del consumo solidale, agli ambientalisti e al mondo degli agricoltori e delle piccole imprese e a tutti quanti hanno a cuore la democrazia, di costruire assieme a noi una grande manifestazione nazionale.

Comunicare le adesioni entro il 2 maggio a:  Comitato STOP TTIP Como email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. o telefonare al 328/3865683

Manuela Serrentino del Comitato Stop TTIP Como

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