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8 mila euro: a tanto ammontano le donazioni arrivate – su disposizione del coordinamento comasco dei servizi per la grave marginalità – sul conto corrente predisposto dalla Caritas d
iocesana di Como per l’emergenza.

Circa 2 mila euro sono già stati spesi per l’acquisto di generi alimentari deperibili (tutto ciò che non viene raccolto dalla Croce Rossa), biancheria intima e materiale per le docce.

Per chi volesse contribuire può farlo sul conto corrente bancario presso Credito Valtellinese -
IBAN: IT 95 F 05216 10900 0000 0000 5000 intestato a Caritas Diocesana di Como - viale Battisti 8 - 22100 Como. Con l’indicazione nella causale: “emergenza stazione”.

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La situazione migranti è oggi del tutto, o quasi, gestita dal volontariato comasco e da volenterosi cittadini che stanno sopperendo alla latitanza istituzionale.
Il tanto sbandierato coordinamento del 21 luglio 2016 ha unicamente elencato i servizi offerti dai diversi attori seduti al tavolo ma
nulla si è fatto per approntare una risposta di lungo periodo.
L'attuale situazione, con la presenza di oltre 300 migranti a San Giovanni, era già prevedibile.
In commissione comunale III (commissione Sociale), abbiamo più di un mese fa, sottolineato la mancanza delle istituzioni che a nessun
livello hanno saputo intervenire: il Governo è inesistente, i deputati comaschi anche, il Prefetto si limita a poco più dell'indispensabile, il Comune di Como nella persona dell'ass.
Magatti non risponde neanche ai propri doveri di legge; 90 MSNA (nda, minori stranieri non accompagnati) stazionano ai giardini invece di
essere presi in carico dall'Ente.
Il consiglio comunale, maggioranza e minoranza tutta, non ha ritenuto di dover intervenire in maniera ufficiale: in sede di bilancio nessun
ODG è stato proposto o votato sul tema, non sono state individuate e nemmeno cercate risorse disponibili.
I migranti non diventino strumento di propaganda elettorale, né pro ne contro, ma che siano individuate soluzioni di accoglienza al di là
dell'emergenza contingente, Como città di confine lo resterà per sempre.

Luca Ceruti
Movimento 5 Stelle

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L’Arci di Como chiede l’intervento del governo per l’emergenza umanitaria a Como San Giovanni.

La solidarietà non può essere lasciata sola. La straordinaria dimostrazione di solidarietà dell’associazionismo, dell’attivismo politico dal basso e del volontariato comasco non può essere utilizzato dal governo per sfuggire alle responsabilità della gestione della gravissima crisi umanitaria in corso a Como con l’arrivo di migliaia di profughi in fuga da guerre, violenza e povertà. Ora anche il governo deve fare la sua parte. Como non può essere lasciata sola.

Il Comune ha fino ad ora coordinato gli interventi della Caritas, della Croce rossa, della Parrocchia di Rebbio, della Rete Como senza frontiere e degli innumerevoli altri e altre che generosamente si sono attivati organizzando ogni forma di azione positiva, mettendo a disposizione generi di prima necessità, attivando mense come quella della parrocchia di Sant’Eusebio che fornisce già più di 200 pasti alla sera o proponendo ai migranti occasioni di solidarietà culturale come con l’iniziativa animata da Filippo Andreani e da molti altri artisti con l’Arci e la rete Como senza frontiere alla Stazione San Giovanni il 27 luglio e il concerto di Fatoumata Diawara dell’1 agosto alla mensa della parrocchia di Sant’Eusebio. Persino dalla vicina Svizzera, il cui governo è responsabile della ulteriore chiusura delle frontiere in dispregio persino delle Convenzione di Ginevra, è venuto un essenziale contributo con l’associazione Firdaus che assicura quotidianamente un pasto ai migranti mentre anche da altre regioni italiane si è messa all’opera la rete della solidarietà.

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