La Cgil di Como e l’assemblea permanente delle donne della Cgil denunciano con forza i comportamenti sessisti, discriminatori e machisti del consigliere comunale di Lambrugo Giuseppe Costanzo. Tali atteggiamenti, ovviamente incompatibili con qualsiasi contesto sociale, a maggior ragione se rappresentativo di un ruolo istituzionale, ci determinano a chiederne le immediate dimissioni.
Si esprime inoltre vicinanza e solidarietà alla sindaca di Lambrugo Elisa Marini e alla capogruppo di maggioranza Barbara Pirovano per la violenza verbale subita.
"Le gravissime parole di Costanzo - scrive in una nota l'assemblea permanente delle donne della Cgil di Como - feriscono tutte le donne e, specialmente, chi tra queste decide di dedicarsi nell'impegno pubblico della propria comunità in contesti ancora troppo ostili e discriminatori come quelli della politica. Atteggiamenti tesi a sminuire il lavoro delle donne e a rilegarle a contesti di intimità casalinga, quando non esplicitamente sessuale come in questo caso.
Come militanti sindacali da sempre riteniamo inaccettabili in qualsiasi contesto atteggiamenti sessisti e machisti li consideriamo oltremodo assolutamente ostativi a ricoprire qualsiasi incarico di rappresentanza istituzionale, ritenendoli in contrasto con i principi di uguaglianza per i quali lottiamo ogni giorno; Chiediamo pertanto le dimissioni immediate di Costanzo e una presa di posizione unanime e chiara della politica locale".
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Il sindacato unitario dei pensionati SPI-CGI, FNP-CISL e UILP-UIL di Como esprime vicinanza e solidarietà alla sindaca di Lambrugo Elisa Marini e alla capogruppo di maggioranza Barbara Pirovano che, durante la seduta del consiglio comunale di Lambrugo del 17 Aprile, sono state oggetto di un violento attacco verbale da parte del consigliere ed ex sindaco Giuseppe Costanzo.
Parole come quelle pronunciate dal consigliere Costanzo sono un insulto, non solo per le persone colpite direttamente, ma anche per tutte le donne, in particolar modo per quelle che, in un contesto ancora ostile, con la loro presenza e il loro lavoro, apportano un cambiamento decisivo, avvicinando le istituzioni ai cittadini e alle cittadine e ai loro problemi, con l’obiettivo di dare risposte adeguate per gli uni e le altre.
Il messaggio insito nelle parole del consigliere Costanzo è chiaro: le donne devono essere ricondotte allo spazio che è loro proprio, quello domestico, non certo nell’ambito politico.
Siamo convinti che quelle parole siano espressione di una parte sempre più minoritaria e che non trova consenso fra le persone che continuano a credere nelle istituzioni e nella loro importanza. Proprio per questo chiediamo che tutti i livelli istituzionali si esprimano chiaramente per condannare l’accaduto, perché sono proprio le istituzioni, infine, ad essere screditate.
Laddove ci dovrebbe essere la massima espressione dell’impegno civile, si usano parole che mortificano tutti: rappresentanti delle istituzioni e cittadini che, compiendo un atto di fiducia, hanno affidato loro un importante mandato.
Riteniamo che, in casi come questi, le dimissioni siano dovute.
SPI CGIL – FNP CISL – UILP UIL