Stella inattivaStella inattivaStella inattivaStella inattivaStella inattiva

Nel “Mese in Rosa” dedicato alla prevenzione del tumore al seno, organizzato nel nostro territorio dall’ATS della Montagna, l’associazione Iubilantes, in collaborazione con la stessa ATS Montagna,  la Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori, le Associazioni del territorio impegnate nel settore, le Parrocchie di Dongo e Gravedona, la Cooperativa Imago e con il patrocinio dei Comuni di Dongo e Gravedona e Uniti, propone per domenica 20 ottobre la tradizionale “Camminata in Rosa”, quest’anno lungo uno dei più bei tratti dei Cammini della Regina - Via Francigena Renana, da Gravedona a Dongo. Il ritrovo è alle ore 14.00, davanti alla chiesa di S. Maria del Tiglio di Gravedona; lungo il cammino sarà possibile visitare, oltre alla stessa S. Maria del Tiglio, anche S. Maria in Martìnico a Dongo.

Stella inattivaStella inattivaStella inattivaStella inattivaStella inattiva

Una settimana fa, l’assessore regionale al Welfare Gallera, rispondendo a una domanda del Pd, in Commissione Sanità, aveva dichiarato che riguardo al destino dei punti nascita minori, quelli con meno di 500 parti l'anno, la Regione si sarebbe attenuta a quanto previsto dalla normativa nazionale e che non avrebbe chiesto ulteriori deroghe. Poi, dall’assessorato erano arrivate conferme sempre più nette: la delibera sarebbe imminente e per alcune sale parto i giorni sarebbero contati. Uniche eccezioni, due ospedali montani: il Morelli di Sondalo (So) e uno tra Chiavenna (So) e Gravedona (Co). Per questi, ha detto l'assessore, la deroga c'è per ragioni orografiche.
Angelo Orsenigo, consigliere regionale del Pd, interviene a supporto della tutela del reparto maternità di Gravedona: “Intanto,        il numero di nascite negli ultimi anni è pressochè costante: i parti sono stati 228 nel 2014, 337 nel 2015, 327 nel 2016, 333 nel 2017    . Il fatto, poi, che si tratti di ‘area orogeograficamente disagiata’ per la quale è previsto, da disposizioni nazionali, il mantenimento del reparto pur con volumi di attività inferiori ai 500 parti annui, la dice lunga. E se devono essere sempre garantiti i criteri di sicurezza e qualità previsti dall’Accordo Stato-Regioni, il presidio ospedaliero di Gravedona ha già provveduto all’adeguamento dei requisiti strutturali, mentre per quanto riguarda il personale, è assicurata già la presenza 24 ore dell’ostetrica”.

Stella inattivaStella inattivaStella inattivaStella inattivaStella inattiva

Roma, 23 dicembre 2016) “L’ospedale Moriggia Pelascini insieme al suo Dipartimento di Maternità hanno ragione di esistere perché rappresentano per l’area del centro e alto lago di Como un punto di riferimento sanitario importante volto a tutelare quei livelli di assistenza sanitaria indispensabili per consentire al territorio una qualità e sicurezza minima garantita anche nell’importante e fragile ambito della maternità”.  E’ questo il cuore della lettera inviata questa mattina dai deputati comaschi del Partito Democratico, Mauro Guerra e Chiara Braga al ministro della Salute, Beatrice Lorenzin.

“Come rappresentanti del territorio comasco – chiariscono Guerra e Braga - abbiamo scritto alla ministra della Salute Lorenzin affinché possa valutare accuratamente, e speriamo positivamente, l’opportunità di concedere la deroga prevista, così come già richiesta da Regione Lombardia, per mantenere in attività il punto nascita dell’ospedale Moriggia-Pelascini di Gravedona ed Uniti”.

“L’eventuale decisione di chiusura del punto nascita del “Moriggia-Pelascini” – sostengono i parlamentari  democratici - comporterebbe, inevitabilmente, pesanti ricadute sia in termini di ridimensionamento dei servizi ospedalieri basilari in ambito ostetrico-ginecologico e pediatrico offerti alla popolazione in un territorio montano disagevole quale è, di fatto, il centro  e alto lago di Como occidentale con le sue vallate, che di creazione di forti disagi e rischi alle partorienti della zona, le quali per raggiungere i punti nascita più vicini impiegherebbero non meno di 45 minuti e fino anche alle due ore. Senza poi contare le conseguenti ripercussioni negative attinenti i livelli occupazionali dell’ospedale stesso”.

Stella inattivaStella inattivaStella inattivaStella inattivaStella inattiva

Ci risiamo. Ancora una volta apprendiamo da organi di stampa della paventata chiusura di un reparto ospedaliero. Questa volta toccherebbe (utilizziamo il condizionale perché ancora speriamo in un passo indietro) al reparto maternità dell'Ospedale Moriggia Pelascini di Gravedona.
Tale reparto, molto efficiente sia dal punto di vista della struttura che della professionalità di chi vi lavora, serve un'utenza vasta con donne che si recano a partorire provenienti non solo dall'Alto Lago, ma anche dalla Valchiavenna e da zone limitrofe.
La motivazione? “ Se non nascono 500 bambini all'anno chiudiamo! “
Attualmente nascono, in questa struttura che è un fiore all'occhiello per la zona, circa 250 bambini all'anno.
Ancora una volta si penalizzano i cittadini di un territorio, tra l'altro, già penalizzato dalle sue caratteristiche orogeografiche.
Ci rivolgiamo alla Dirigenza dell'Ospedale e alla ASL di Como che, incuranti di quanto disposto dall'art. 32 della Costituzione, continuano a pensare ai numeri e non ai bisogni della collettività.
Tutto ciò è semplicemente vergognoso!
Esprimiamo la nostra solidarietà al Sindaco di Gravedona che sta portando avanti la battaglia contro la chiusura del reparto da solo.
La Segreteria Provinciale – PRC Como

Feed RSS

Collegati su Twitter o Telegram e seguici

 

    

 

 

©2024 Sito realizzato da Noerus aps

Search

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.