Troppi vaccini COVID, gli stati europei vorrebbero rinegoziare i contratti

svezia- [EPA-EFE/JEROEN JUMELET]

Pressata degli stati membri, che non vogliono pagare per le forniture di un vaccino di cui non hanno più bisogno, la Commissione europea ha avviato i negoziati con i produttori del vaccino COVID-19.

Dallo scorso anno, la Polonia ha tentato di rinegoziare il suo accordo con il gigante farmaceutico Pfizer, sulla base del ridotto impiego del vaccino e non potendo più permettersi di pagare le forniture a causa degli enormi costi di accoglienza dei rifugiati ucraini in fuga dalla guerra russa.

All’inizio del mese, la Commissione ha dato alla Polonia il via libera per rinegoziare l’accordo con Pfizer su base individuale – si tratta del primo Paese a cui è stato concesso tale consenso, secondo quanto riportato dai media polacchi.

Ma i colloqui tra Polonia, Pfizer e Commissione sono in corso dal 12 aprile 2022, “a causa della forza maggiore legata all’aggressione russa all’Ucraina e alle sue conseguenze sociali ed economiche per il Paese”, ha dichiarato il Ministero della Salute polacco a EURACTIV.pl.

“La Polonia partecipa ai contratti per i vaccini come parte in causa, come altri Stati membri, e ha il diritto di negoziare con il produttore (di vaccini) sulla base del principio della libertà contrattuale”, ha dichiarato il Ministero.

“La Commissione europea ha sottolineato più volte che gli Stati membri sono parti dei contratti; di conseguenza, la Polonia esercita i suoi diritti e partecipa al dialogo bilaterale per raggiungere un accordo con il produttore”, ha aggiunto.

Anche se i colloqui sono iniziati quasi un anno fa, non è stato ancora raggiunto alcun accordo.

I Paesi chiedono alla Commissione di trovare un accordo con i produttori di vaccini

La Polonia non è l’unico Paese alle prese con l’eccesso di scorte di vaccini: altri hanno fatto pressione sulla Commissione affinché rinegoziasse i contratti.

All’inizio del mese, Bulgaria, Polonia, Lituania e Ungheria hanno chiesto alla Commissione di rinegoziare le condizioni di fornitura dei vaccini COVID-19 prodotti da Pfizer. I ministri della Salute dei quattro Paesi hanno presentato una richiesta congiunta durante una riunione del Consiglio dell’UE il 14 marzo.

“La Commissione dovrebbe cercare opportunità per negoziare ulteriormente con Pfizer, in particolare sui pagamenti per le mancate consegne, riducendo il numero di dosi contrattate, o per prendere l’iniziativa stessa e acquistare vaccini in eccedenza dagli Stati membri per donarli alle regioni bisognose”, hanno dichiarato i quattro ministri.

L’Italia, ad esempio, dovrebbe ricevere 61,1 milioni di dosi secondo l’accordo Ue. Con una minore diffusione tra gli italiani, le dosi non utilizzate saranno probabilmente 173 milioni, comprese quelle attualmente in magazzino. Tutto ciò dovrebbe costare al Paese circa 3 miliardi di euro.

Il ministro della Salute Orazio Schillaci, medico specialzizato in medicina nucleare, ha chiesto alla Commissione di rinegoziare i contratti con i fornitori dei vaccini COVID-19. Per evitare il ripetersi di errori e lo spreco di miliardi di denaro pubblico, Schillaci ha chiesto di “tornare ad acquistare i vaccini su base nazionale”.

Lo spreco di vaccini “sarebbe difficile da comprendere per le nostre opinioni pubbliche; anzi, rischierebbe di generare paradossalmente un senso di disaffezione verso le future campagne vaccinali”, ha detto il ministro italiano.

In Germania, il ministro della Salute Karl Lauterbach ha annunciato a metà dicembre che non saranno necessarie 160 milioni di dosi di vaccino già ordinate per il 2023 e il 2024, poiché la domanda è inferiore al previsto e molte sono ancora in magazzino. Ha aggiunto che il governo sta discutendo con la Commissione per ottenere l’autorizzazione a cancellare o ridurre gli ordini.

“Le scorte nazionali di vaccini COVID-19 sono elevate, mentre il fabbisogno di vaccini COVID-19 è diminuito”, ha dichiarato un portavoce del ministero all’emittente pubblica Ard. Il ministero “è in trattativa con la Commissione europea e con i produttori di vaccini per l’adeguamento dei contratti”, hanno aggiunto. Da allora non ci sono stati aggiornamenti sullo stato di questi negoziati.

Il ministro della Salute austriaco Johannes Rauch ha recentemente invitato la Commissione ad aumentare “significativamente” la pressione sui produttori di vaccini. Queste aziende hanno ottenuto “ottimi profitti dalla pandemia, e ora che la situazione è migliorata”, è necessario trovare una nuova soluzione, ha dichiarato ai giornalisti prima della riunione dei ministri della Salute dell’Ue della scorsa settimana.

L’Austria è favorevole a una soluzione negoziale piuttosto che alla risoluzione unilaterale dei contratti, ma “è chiaramente favorevole ad aumentare la pressione”, ha detto Rauch. È necessario trovare soluzioni “accettabili per i contribuenti”, ha aggiunto.

In Spagna, secondo i media spagnoli, il ministero della Salute e le regioni hanno già distrutto più di 6 milioni di dosi di COVID-19 perché scadute.

La Francia, invece, continua a sostenere la Commissione e l’attuale sistema di approvvigionamento congiunto dei vaccini COVID-19.

“Sosteniamo il lavoro della Commissione europea nel contesto di questi negoziati, in cui la Francia è parte in causa. La Francia è favorevole all’acquisto congiunto di vaccini, e questa è stata la nostra linea fin dall’inizio”, ha dichiarato il ministero della Salute francese a EURACTIV.fr.

Il ‘team congiunto’ è destinato a cambiare le condizioni dei contratti per i vaccini

Le trattative con le aziende sulle dosi da consegnare sono gestite dal cosiddetto “team di negoziazione congiunto”, composto dalla Commissione e da diversi rappresentanti degli Stati membri, ha dichiarato il portavoce della Commissione a EURACTIV.pl. Questo team riferisce a un comitato direttivo, composto dai rappresentanti di tutti gli Stati membri e della Commissione.

“Sono in corso con gli Stati membri, in seno al comitato direttivo, le discussioni sull’accordo preliminare raggiunto tra il team di negoziazione congiunta e le società “, ha dichiarato il portavoce, rifiutandosi di fornire ulteriori informazioni. “L’esito delle discussioni deve ora essere confermato dagli Stati membri del comitato direttivo”.

“I vaccini COVID-19 hanno salvato milioni di vite e contribuito a mitigare l’impatto della pandemia sui nostri sistemi sanitari e sulle nostre economie. Continuano ad essere la nostra migliore polizza assicurativa nel caso in cui emergano nuove varianti e per proteggere i nostri cittadini vulnerabili”, ha dichiarato Stella Kyriakides, commissario per la Salute e la sicurezza alimentare.

“La situazione epidemiologica è fortunatamente migliorata e stiamo collaborando con le aziende per trovare soluzioni che consentano di allineare meglio la fornitura di vaccini alle esigenze degli Stati membri. È ora importante continuare a lavorare insieme, attraverso il comitato direttivo, per trovare una soluzione comune che vada a beneficio di tutti gli Stati membri”, ha aggiunto.

[Georgi Gotev, Federica Pascale, Clara Bauer-Babef, Julia Dahm e Fernando Heller hanno contribuito all’inchiesta].