Ennesima giornata difficile

Detenuto si suicida, scoppia la rivolta in carcere

Il suicidio di un detenuto 24enne ha acceso la miccia della rivolta. I sindacati lamentano una situazione difficilissima

Detenuto si suicida, scoppia la rivolta in carcere
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Il suicidio di un detenuto di 24 anni, ha provocato la rivolta di alcune sezioni del carcere di Monza. E i sindacati rilanciano l'allarme su una situazione definita critica

Ennesima rivolta in carcere

La miccia dell'ennesima giornata ad alta tensione all'interno della Casa circondariale di Monza è stata rappresentata dalla morte, avvenuta mercoledì, di un detenuto di 24 anni, in carcere dal 2018 e fino al 2024 (il suo è il terzo suicidio da inizio anno a Sanquirico). Una notizia che giovedì pomeriggio ha provocato la reazione di molti altri detenuti. La sesta sezione, infatti, ha messo  in atto una durissima  protesta, rifiutandosi di rientrare in camera, colpendo più volte il cancello d’ingresso della sezione, tanto da romperlo, posizionandosi davanti al cancello per bloccare l’ingresso al personale e gli operatori all’interno della sezione detentiva. Giunti sul posto l'ispettore di sorveglianza generale e il coordinatore di reparto, questi venivano "ricevuti" da urla e minacce, pretendendo poi  che il comandante e il direttore salissero subito altrimenti la situazione sarebbe potuta degenerare: hanno minacciato di spaccare tutto e sono arrivati  a minacciare di morte gli agenti con frasi del tipo “vi ammazziamo tutti, qui comandiamo noi”.

Altissima tensione

Dopo una lunga ed impegnativa trattativa durata due ore e svolta dal personale di sezione e da un sottufficiale, una delegazione composta da una quindicina di detenuti veniva invitata  in una stanza polivalente dal dirigente d’istituto. I detenuti hanno esposto i motivi della protesta, nemmeno molti chiari, e circa due ore dopo, sono rientrati  nelle celle.

Ma non è stato l'unico episodio di un giovedì complicatissimo. In un'altra sezione, la settima, al lato opposto, un gruppo di detenuti litigava tra loro provocando alcuni disordini e, anche nell'ottava e nelle stesse ore, si è verificata un'altra lite tra detenuti.

Insomma, un'altra giornata complicatissima e tesissima, ma non di certo la prima in questi primi otto mesi dell'anno.

La protesta degli agenti della Polizia penitenziaria

"L'istituto è in mano ai detenuti - ha commentato con toni durissimi il presidente regionale Uilpa Domenico  Benemia - La Uilpa dice basta, ogni giorno si rischia di non tornare a casa:  in 10 giorni 5 colleghi sono finiti  in ospedale. Il personale è stanco di usare la fantasia per risolvere i problemi, abbiamo carenza di educatori, dottori, psichiatri e non si riesce a dare le giuste cure giornalmente. La Uilpa chiede alle istituzioni locali e nazionali di intervenire prontamente, è vergognoso che una forza di polizia venga trattata in questo modo, è vergognoso che un padre di famiglia vada al lavoro con la paura di non tornare a casa

Da parte sua la Osapp (Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria) chiede "l’immediato allontanamento dei detenuti rivoltosi. Segnala che tenere possibili cospiratori in quei reparti, possa causare un serissimo rischio di ulteriori proteste nel breve futuro. Infine, questa O.S. auspica querele e applicazioni di regimi particolari ai sensi dell’art.14 bis dell’ordinamento penitenziario. Piena solidarietà da parte dell’Osapp  al coordinatore di reparto ed a tutto il personale
intervenuto che ha evitato conseguenze catastrofiche"

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