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Crisi energetica, L’Avana raziona l’elettricità e cancella il carnevale

Nella capitale, a partire dal mese di agosto, blackout controllati per far fronte all’inasprirsi della crisi energetica. La guerra in Ucraina ha aggravato una situazione già critica che lo scorso anno aveva portato a manifestazioni contro il governo

di Marta Casadei

(Afp)

2' di lettura

Ogni tre giorni ognuno dei sei distretti municipali nel quali è divisa L’Avana, capitale di Cuba, dovrà rinunciare all’energia elettrica nelle ore centrali della giornata. Parte così la strategia dei blackout controllati che, secondo quanto riportato dai media locali, dovrebbero aiutare la città ad affrontare meglio la forte crisi energetica. Una crisi che ha portato le autorità de L’Avana a cancellare anche le celebrazioni per il Carnevale: stop a parate, balli e fiere che si tengono tradizionalmente durante tutto il mese di agosto.

La città - che ospita circa 11 milioni di persone, pari a un quinto dell’intera popolazione di Cuba, oltre a tutte le principali attività economiche - per ora era stata risparmiata dai blackout quotidiani (superiori alle quattro ore) che invece si sono verificati nel resto dell’isola e che hanno generato una serie di proteste locali. Ma la situazione sta peggiorando.

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Costi in rapido aumento e impianti obsoleti

I costi dell’energia in rapido aumento e la mancanza di scorte sufficienti sarebbero solo alcuni degli aspetti della complessa crisi energetica che sta mettendo in ginocchio Cuba. Gran parte dei disservizi, infatti, sono connessi all’obsolescenza delle strutture: nella prima settimana di luglio si è verificato un grosso incendio nella centrale termoelettrica Lidio Ramón Pérez, a Felton, e la riparazione non è ancora stata ultimata. Secondo Nicolàs Livan Arronte Cruz, ministro dell’Energia e delle Miniere, Cuba utilizzerebbe solo il 40% della capacità dei propri impianti, a causa di una serie di problemi che i costi elevati della manutenzione non permettono di risolvere.

Attualmente, secondo Reuters, Cuba importa il 50% del carburante che utilizza nelle proprie centrali termoelettriche e compra principalmente dal Venezuela. Solo il 5% dell’energia, invece, viene da fonti rinnovabili.

La crisi economica e le manifestazioni del 2021

La crisi energetica di Cuba, aggravatasi dopo l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, era iniziata nel 2019 con l’inasprimento delle sanzioni imposte dagli Usa al governo de L’Avana. Ed è, di fatto, uno degli aspetti di una crisi economica che rende difficile l’approvvigionamento di carburanti per auto, medicine, cibo.

Già la scorsa estate si erano verificati continui tagli alla fornitura di energia elettrica che, uniti alla difficoltà di reperire cibo e medicine, avevano portato la popolazione a manifestare contro il governo di Miguel Diaz-Canel. Le più importanti manifestazioni popolari da almeno trent’anni ( se non dagli anni Cinquanta) si sono concluse con l’arresto e la condanna di centinaia di cubani, con pene fino a 25 anni di reclusione.

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