Diritto all’assistenza medica in loco per i dializzati di Olbia e della Gallura

Diritto all’assistenza medica in loco per i dializzati di Olbia e della Gallura

Lanciata
16 febbraio 2022
Petizione diretta a
Settimo Nizzi (Sindaco di Olbia) e
Firme: 22.703Prossimo obiettivo: 25.000
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Perché questa petizione è importante

Lanciata da Giampiero Serra

Mi chiamo Giampiero e vorrei parlarvi di un fatto alquanto grave che potrebbe di fatto cambiare la vita di tante persone dializzate in Gallura.

Come mia madre, costretta a causa di una grave patologia renale, a subire 4/5 ore di dialisi per 3 giorni alla settimana, tantissime altre persone sono costrette a viaggiare per ben 500/600 km in un giorno per ricevere assistenza medica presso una stuttura ospedaliera di supporto: di fatto il controllo e la realizzazione di una fistola non viene fatto a Olbia, ma viene fatto dall’altra parte dell’Isola, nella città di Cagliari o nel paese limitrofo Decimomannu.

Ora, vi spiego il perché di questa richiesta: di fatto un paziente dializzato non ha una vera e propria vita privata: il giorno della dialisi egli deve recarsi in ospedale, deve sopportare il dolore di due grossi aghi infilati nella vena, appositamente “modificata” per ricevere più flusso di sangue (fistola), e collegato ad una macchina che ripulisce il sangue dalle tossine e i liquidi che il rene non riesce più ad espellere  (poiché scarsamente o non più funzionante) per ben 4/5 ore di fila, steso in un lettino in una stanza con altri pazienti. Finita la dialisi la maggior parte delle persone, una volta rincasate, hanno la necessità di doversi riposare, poiché il processo risulta estremamente sfiancante e priva il paziente di qualsiasi forza per potersi godere il resto della giornata. Tutto questo viene ripetuto per ben 3 volte alla settimana.

Detto questo immaginate se un paziente dializzato, privato della normalità della propria vita, debba addirittura farsi 300 km all’andata e 300 km al ritorno per poter ricevere assistenza, per controllare che la “vena modificata”, ovvero la fistola, sia funzionante, e che debba addirittura effettuare uno sblocco della stessa, nel caso non lo fosse, dovendo subire oltre allo stress del viaggio anche quello di un’intervengo chirurgico invasivo a poche ore di distanza… Avete idea della follia della situazione a cui sono costretti i pazienti?

Chiedo dunque a gran voce, unendo la mia a quella di mia madre, degli amici e dei parenti dializzati in Gallura che:


  1. Vengano assunti degli specialisti dall’ASL di Olbia, preposti al controllo delle fistole dei pazienti o che perlomeno, se non assunti dall’Azienda,  vi siano degli specialisti che mensilmente facciano tappa nella città di Olbia per i controlli delle fistole dei pazienti. Questo renderebbe più accessibile il controllo non solo per i pazienti Olbiesi, ma anche a tutti i dializzati della Gallura.

  2. Che venga assunto almeno un medico specializzato nella chirurgia delle fistole, e che vengano effettuate in loco e non a 300 km (o più) di distanza, bensì in una struttura ospedaliera Olbiese, pubblica e facilmente accessibile.

Indirizzo questa petizione al nostro Sindaco di Olbia Settimo Nizzi, alla ASSL di Olbia ed ATS Sardegna sperando che questa venga presa in seria considerazione al più presto e che vengano attuate le richieste menzionate in tempi brevi, scardinando di fatto la lentezza della burocrazia.
Ne va della qualità della vita di tante persone.

Grazie mille.

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