Bergamo, l’ex dg della sanità Lombarda Luigi Cajazzo 5 ore dai pm: «Volevo la zona rossa»

di Armando Di Landro

Venerdì Andrea Crisanti consegnerà la sua maxi consulenza: «Non posso anticipare niente, saranno migliaia di pagine»

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L’ospedale di Alzano

Entrato in Procura a Bergamo attorno a mezzogiorno di ieri, l’ex direttore generale del Welfare lombardo Luigi Cajazzo ne è uscito dopo le 17, con i suoi avvocati: è indagato, già dalla primavera del 2020, per epidemia colposa in merito alla gestione dell’ospedale di Alzano lombardo, chiuso e riaperto dopo tre ore il 23 febbraio 2020. E aveva chiesto lui di essere risentito, per chiarire più aspetti della sua posizione.

Le domande di tre magistrati e della Guardia di finanza hanno puntato ancora, in buona parte, sulla mancata zona rossa a Nembro e Alzano: un caso che appare fragile sotto l’aspetto penale, caratterizzato dall’indecisione politica e istituzionale sull’asse tra Roma e Milano, dal 23 febbraio, giorno in cui iniziò a svelarsi la situazione di Alzano, al 5 marzo, quando la scelta di chiudere il territorio fu definitivamente archiviata, nonostante polizia e carabinieri fossero già schierati in forze tra Osio Sotto e Zingonia per spostarsi verso la Val Seriana.

«Il mio assistito ha confermato di essere sempre stato a favore di ogni misura utile per contenere il virus — ha commentato dopo l’audizione in Procura il suo avvocato Fabrizio Ventimiglia —. Ne parlò con tutti a livello istituzionale e tutti erano d’accordo. Ovviamente il quadro era in continua evoluzione e non facile da mettere a fuoco. Luigi Cajazzo stava lavorando su più fronti».

In quei giorni era emerso chiaramente che la Lombardia chiedeva al governo di istituire la zona rossa, che non arrivò. Solo un paio di mesi dopo l’allora assessore Giulio Gallera spiegò che effettivamente la stessa Regione avrebbe potuto procedere, ma in quella fase non era chiaro. Esiste agli atti una mail con cui Luigi Cajazzo, il 23 febbraio 2020, chiedeva ai dirigenti del ministero della Salute quali fossero i poteri delle Regioni per eventuali misure restrittive. Ed è questo un punto sul quale l’ex dg del Welfare ha insistito di fronte ai pm.

Poi, ed è la storia che prescinde dalla posizione individuale di Cajazzo, i divieti non scattarono né da parte del governo né dalla Regione.

Al momento l’ex direttore generale resta indagato, sul caso di Alzano, con i suoi vice di allora Paolo Salmoiraghi e Aida Andreassi, il direttore generale dell’Asst Bergamo Est Francesco Locati e l’ex direttore sanitario Roberto Cosentina, andato nel frattempo in pensione.

L’inchiesta, che riguarda anche la mancata applicazione del piano pandemico nazionale e regionale, sembra avviarsi alla conclusione, ma in Procura deve essere ancora depositata la maxi consulenza di Andrea Crisanti, che ieri ha anche partecipato all’audizione. Il documento sarà consegnato venerdì. «Non posso anticiparvi nulla, se non che è stato un lavoro molto corposo», ha commentato lo stesso professore dell’Università di Padova durante la sua pausa pranzo.

11 gennaio 2022 (modifica il 12 gennaio 2022 | 15:34)