L’abbraccio di Madrid alla Gira Zapatista

12 / 8 / 2021

Almeno duecento attiviste e attivisti da tutta Europa si sono ritrovati mercoledì allo spazio autogestito “Esta es una Plaza” di Madrid per dare il benvenuto alla “Gira por la Vida”, il viaggio degli zapatisti attraverso l’Europa ribelle per conoscere le resistenze locali e tessere alleanze rivoluzionarie per sconfiggere l’idra capitalista.

L’appuntamento di Madrid è stato lanciato fin dall’annuncio del viaggio in Europa nell’ottobre scorso per celebrare, alla maniera zapatista, i cinquecento anni della caduta di Tenochtitlàn, l’attuale Città del Messico, ad opera degli spagnoli. Una caduta che il mondo occidentale associa alla sottomissione forzata delle popolazioni maya, un fatto però nemmeno considerato dagli stessi zapatisti, che anzi arriveranno proprio qui per chiarire bene, una volta per tutte, come la pensano loro che sono le vittime della conquista: “siamo ancora in resistenza e ribellione, non ci avete conquistato”.

Un incontro, quello di Madrid, incerto fino all’ultimo, dal momento che la delegazione “estemporanea” degli zapatisti si è scontrata con l’apparato burocratico razzista messicano, che ha ostacolato l’emissione dei documenti di viaggio e non meno importante la nuova ondata della pandemia, che ha portato gli stati europei a restringere - ulteriormente - le maglie dei confini della Fortezza Europa. 

Non sappiamo ancora se il 13 agosto vedremo l’intera delegazione aerea “estemporanea” o solo l’ormai famoso “Squadrone 421”, quello che sappiamo di certo è che all’appuntamento del 13 agosto gli zapatisti ci saranno: «¿los zapatistas van a tardar? Sí, pero van a llegar», disse una volta il Comandante Tacho commentando la proverbiale lentezza del movimento indigeno. Proprio in uno degli ultimi comunicati usciti, invece il SupGaleano ha ricordato che «noi zapatisti quando facciamo qualcosa, per prima cosa ci prepariamo al peggio. Partiamo da un finale di fallimento e, in senso opposto, ci prepariamo ad affrontarlo o, nel migliore dei casi, ad evitarlo». È così, nonostante tutti i problemi affrontati ci apprestiamo a “celebrare” assieme a loro questa importante data che segna il tentativo dell’EZLN di “conquistare” i cuori delle resistenze e delle ribellioni che fioriscono in Europa.

Una conquista in parte già avvenuta: per molti collettivi, organizzazioni e singoli, infatti, la “gira zapatista” è iniziata molti mesi fa con una fitta rete di assemblee, di commissioni, di sottocommissioni, di call eterne, di costruzione dal basso delle condizioni affinché questo viaggio si concretizzasse. In tutta Europa, la “rete zapatista” si è organizzata, ha discusso, si è confrontata, ha sognato la costruzione di nuovi mondi.

E nella giornata di mercoledì 11 agosto molti di questi collettivi si sono ritrovati a Madrid, finalmente faccia a faccia, per incontrarsi e conoscersi. Nell’atto di benvenuto della Gira in città forse qualcuno è rimasto deluso dall’assenza degli zapatisti ma l’incontro è stato un momento importante in cui differenti realtà hanno avuto l’occasione di confrontare le lotte e le orribili facce dell’idra capitalista nelle differenti geografie della vecchia Europa. Il preludio ai prossimi giorni quando eventi, dibattiti, laboratori, un concerto - perché se non si può ballare non è la nostra rivoluzione - e soprattutto il corteo del 13 stringerà ulteriormente l’alleanza dei los de abajo europei contro i “capataz” che governano per conto del sistema capitalista.

La sfida è lanciata. Siamo in gioco e lo siamo sempre stati, ma se c’è una cosa di cui dobbiamo ringraziare gli zapatisti è che la “gira” ci ha dato la consapevolezza che non siamo soli, che potranno sembrare muri invalicabili le nostre lotte, che potrà essere durissima la repressione, ma siamo ancora qui, in resistenza e ribellione, in ogni angolo del pianeta. E non ci avete conquistati.