Daily
23 luglio 2021

Cuba: così Internet ha ucciso quel che resta della Revolucion

di Tommaso Pellizzari

«È finita. Tu 5-9, io doppio due. Sessant’anni di dominio. È finita. Patria e vita, patria e vita» recitano alcuni versi del rap che è diventato l’inno delle proteste di questi giorni a Cuba. La canzone si chiama «Patria y vida», e richiama lo slogan di Fidel Castro «Patria o muerte», Patria o morte. Quelle parole erano uno dei comandamenti di base della rivoluzione del 1959, quel «5-9» che nel «doppio due», cioè a partire dal 2020, i cubani scesi in strada vogliono cancellare. Questo rap è nato dalla collaborazione tra tre musicisti cubani di Miami (Yotuel Romero, Gente de Zona e Descemer Bueno) e due invece che ancora vivono sull’isola: il rapper El Funky e Maykel Osorbo, pluriarrestato attivista e membro del movimento d’opposizione San Isidro che lo scorso novembre scese in piazza a L’Avana per protestare contro l’arresto di un altro rapper, Denis Solis. Nell’episodio di oggi del podcast «Corriere Daily» Sara Gandolfi, curatrice della newsletter «Mondo capovolto» ci racconta che cosa sta succedendo a Cuba e perché questa protesta, riesplosa l’11 luglio, è diversa da tutte quelle che l’hanno preceduta.

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