29 aprile 2021 - 07:10

Il coprifuoco riduce l’Rt del 13%, come le mascherine: lo studio europeo

I migliori gruppi di ricerca europei hanno calcolato gli effetti delle chiusure sulla riduzione dei casi. Quella dei negozi è la più «utile» e anche la limitazione degli incontri

di Margherita De Bac

Il coprifuoco riduce l'Rt del 13%, come le mascherine: lo studio europeo
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La politica litiga sul coprifuoco ma chissà se conosce nel dettaglio l’utilità di questa e di altre restrizioni nel controllo dell’epidemia. La calcola il lavoro appena postato su MedRxiv, firmato dai maggiori centri di ricerca europei. Titolo: «Conoscere l’efficacia degli interventi dei governi in Europa contro la seconda ondata del Covid-19».

Classifica

Ne esce una specie di classifica dei bandi che hanno cambiato la vita dei cittadini. Al primo posto la chiusura dei negozi. Le «business closure» riducono del 35% l’Rt, l’indice di replicazione del virus. In coda le scuole e università che contribuiscono per il 7% al calo di questo valore.

Mascherine e coprifuoco

E il coprifuoco? Scrivono gli scienziati: «L’uso rigoroso di mascherine nei luoghi pubblici e il coprifuoco notturno hanno avuto un moderato ma statisticamente significativo effetto pari rispettivamente al 12 e 13%». E aggiungono che «ovviamente nessuna di tutte le misure cosiddette non farmacologiche può funzionare da sola».

Effetti lockdown

Francesco Forastiere, associazione italiana di epidemiologia, ha analizzato questo studio con attenzione, il primo che quantifica la forza delle restrizioni: «Il coprifuoco è stato adottato in molti Paesi, alle 22 da noi, anche prima altrove. Riduce la mobilità e la possibilità di contagio. E questo è indubbio. In generale il lockdown funziona. C’è molta confusione sul tema delle chiusure, le prove scientifiche vengo travisate per rispondere ad altre esigenze. La decisione su durata e modalità del coprifuoco dipende ovviamente dal livello di circolazione virale, dai contesti, dall’estensione delle altre misure, dai comportamenti individuali».

7 Paesi

La ricerca è stata condotta da alcune delle maggiori università europee (Oxford, Imperial College London School of Economy, Bristol ma anche Copenaghen e Essen). Dati raccolti in 7 Paesi: Austria, repubblica Ceca, Germania, Inghilterra, Italia, Olanda, Svizzera tra il 1 agosto 2020 e il 9 gennaio 2021. Nel database sono confluite oltre 5.500 voci di intervento corrispondenti a 114 aree di analisi. Ogni segnalazione includeva la data di inizio e fine dell’intervento e il bollettino giornaliero su casi e decessi. Con un sofisticato modello statistico si è tenuto conto del livello di incidenza dell’epidemia al momento dell’intervento, dell’Rt preesistente e del tempo di latenza necessario per ottenere l’effetto a partire dall’introduzione di un certo divieto. Ecco gli altri risultati.

I ristoranti

La chiusura della ristorazione «ha un largo effetto sulla trasmissione del virus» con una riduzione dell’Rt del 12%. Stessa percentuale per i locali da ballo e per le attività non essenziali (parrucchieri, centri estetici). Si ferma al 3% il contributo di eventi culturali o di altro tipo: zoo, musei, teatri. È invece molto alto l’effetto prodotto dal bando agli incontri tra persone al di fuori della propria famiglia fino a un massimo di 30: la riduzione sull’Rt è del 26%. Non sorprende, commenta Forastiere, che le scuole abbiano un ruolo così marginale nell’epidemia, il 7%.

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