Nei primi mesi dell’emergenza Covid, quando le mascherine e i dispositivi di protezione erano introvabili e i contagi per Coronavirus si impennavano, il sindaco di centrodestra di Opera (Milano) ha sottratto le forniture destinate a Rsa e farmacie per darle ad amici e famigliari. È una delle accuse per le quali è finito ai domiciliari il primo cittadino Antonino Nucera, arrestato questa mattina dai carabinieri insieme alla capa dell’ufficio tecnico del Comune Rosaria Gaeta, legata sentimentalmente a Nucera, e agli imprenditori Giovanni Marino, Giuseppe Corona e Rosario Bonina. I reati contestati sono: peculato, corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente e traffico di rifiuti in merito all’interramento di rifiuti nel Parco agricolo Sud Milano. In tarda mattinata il prefetto di Milano Renato Saccone ha sospeso Nocera e le sue funzioni saranno svolte dal vicesindaco leghista Ettore Fusco. Nucera era stato eletto nel 2018 sostenuto dalla coalizione di centrodestra composta da Lega, Forza Italia e la lista civica Noi con l’Italia.

“Ascolta sindaco.. le mascherine.. ne hai rubate un po’ di quelle delle Rsa?” – Nell’ordinanza di oltre 200 pagine firmata dal gip Fabrizio Filice si parla di “mascherine, destinate, alla Rsa Anni Azzurri Mirasole di Opera“. In particolare Nucera avrebbe sottratto: 2.380 dispositivi diretti alla Rsa; 500 dispositivi facenti parte della fornitura alla farmacia comunale“. Per un totale di “2.880 dispositivi di protezione individuale“.

In una delle intercettazioni, il sindaco si rivolge direttamente a una dipendente della farmacia comunale: “Ne prendi 500 di quelle mascherine e le porti in Comune nel mio ufficio va bene?“. Ma a chiedere le forniture è anche l’ex moglie che, parlando con il primo cittadino, chiede “le mascherine ai miei, che non ne hanno. Perché loro vanno a fare la spesa senza mettersele, capito, le hanno finite”. Mentre in un’altra telefonata era proprio una dipendente comunale a sollecitare il sindaco: “Ascolta sindaco… le mascherine, quelle azzurre, ne hai rubate un po’ di quelle che dovevano andare alle Rsa?”. Capitava che fosse lo stesso primo cittadino a chiedere le mascherine, come durante un colloquio telefonico proprio con il direttore di una Rsa: “Come stai direttore, come sei messo a mascherine? Mi aiuti? Ne hai un po’ per me?“. Il direttore gli risponde: “E che fai prima me le dai e poi me le togli?”. Quindi, dopo una risata: “Me ne hanno date un po’ facciamo metà e metà”. Allora il sindaco lo rassicura: “Io vengo lì che faccio tutta la scena, hai capito che voglio dire? Con te, facciamo due foto, perché giusto che ti do risalto…”. In più occasioni, infatti, il primo cittadino si era fatto fotografare mentre distribuiva mascherine a personale a vario titolo impegnato per la pandemia.

Tra marzo e aprile 2020, il sindaco di Opera sarebbe poi riuscito a procurarsi 150 mascherine dalla Città metropolitana di Milano attraverso una “presunta necessità di una cooperativa operante presso la Rsa di Opera”. Mentre il 28 marzo 2020, si legge ancora nell’ordinanza, “Nucera si interessava della fornitura di 2.000 mascherine ordinate dal Comune di Opera in favore della farmacia comunale” e si “attivava immediatamente, impartendo direttive per il ritiro dei dispositivi e per la loro spartizione, fornendo la chiara indicazione di come 500 mascherine dovessero essere tenute da parte e trasportate direttamente nel suo ufficio”.

“Ha anche favorito la speculazione sull’acquisto di termoscanner” – Tra gli episodi contestati al sindaco di Opera, c’è anche quella di aver favorito una speculazione sull’acquisto di termoscanner. Il fatto è stato accertato durante la prima ondata della pandemia, nel 2020, quando era stata “predisposta ad hoc una procedura di acquisto di strumenti termo-scanner per la misurazione della temperatura corporea da installare presso gli edifici del Comune di Opera, della Polizia locale e della farmacia comunale quale misura di prevenzione dell’epidemia da Sars-Covid-2”. L’intervento di Nucera sarebbe stato orchestrato, secondo gli inquirenti, al fine di favorire la “Marino Costruzioni srl” quale effettiva procacciatrice di clienti per conto della fornitrice “Domotec srl”, attagliando la richiesta di offerta con requisiti dettati dagli imprenditori Marino Giovanni e Corona Giuseppe, tali da consentire loro ricavi pari a circa il triplo dell’effettivo costo di mercato dei misuratori di temperatura”. Si trattava di tre apparecchiature termoscanner “al prezzo complessivo di Euro 10.980,74 + lVA”.

“Il sindaco ha sistematicamente interferito in gare per orientare l’assegnazione di lavori pubblici” – Le intercettazioni che hanno fatto emergere il caso delle mascherine erano state autorizzate per l’indagine sugli appalti. Stando alle prime risultanze dell’inchiesta avviata nel febbraio 2020 – e coordinata dai procuratori aggiunti, Alessandra Dolci e Maurizio Romanelli e dai sostituti Silvia Bonardi e Stefano Civardi, e condotta dal Nucleo investigativo dell’Arma – tra febbraio e ottobre 2020, il sindaco “con l’adesione incondizionata della dirigente dell’Ufficio tecnico e l’accondiscendenza di alcuni funzionari e consulenti del Comune”, ha “sistematicamente interferito in alcune procedure di gara bandite, per orientare l’assegnazione di lavori pubblici in favore di imprenditori conniventi, ricevendo da questi ultimi sostanziose utilità.

In tale contesto, sono state inoltre documentate gravi condotte delittuose di natura ambientale realizzate dagli stessi imprenditori indagati mediante lo stoccaggio, il riutilizzo e l’interramento – in aree di cantiere nel Comune di Opera e in aree agricole all’interno del Parco Sud di Milano – di circa mille tonnellate di fresato d’asfalto ed altro materiale proveniente dalle lavorazioni stradali e da altri interventi appaltati dai Comuni di Opera, Locate di Triulzi, San Zenone al Lambro, Segrate, Monza, attestando falsamente il regolare recupero dei predetti rifiuti speciali mediante “formulari” falsi ottenuti dai gestori di due centri di smaltimento, questi ultimi indagati a piede libero”. In particolare si interseca anche una vicenda di smaltimento illecito di rifiuti pericolosi, che sarebbero stati “fatti sparire” in campi agricoli del Parco Sud Milano o in altri cantieri stradali dell’hinterland milanese. “Sì, ma il problema e proprio questo Miche (…) o lo porto lì nel piazzale del comune … bravo … mi hai dato una bella idea la metto li nel piazzale del comune eh … e poi mischi frasche, sassi e tutto … devo riempire tutto un bordello lì … e poi man mano che arrivano i camion a bennata a bennata la facciamo scomparire …”. Secondo gli inquirenti si sarebbe configurato uno smaltimento illegale complessivo di oltre 500 tonnellate di “fresato d’asfalto” e oltre 300 tonnellate di macerie, oltre a una gestione complessiva illecita di circa mille tonnellate smaltite in modo non adeguato.

Quando il sindaco diceva “siamo costretti ad assistere ai giochi di potere romani” – Il senatore ex M5s Nicola Morra, presidente della Commissione Antimafia, su Twitter ha rilanciato un commento pubblicato sui social da Nucera lo scorso 13 gennaio. Il sindaco protestava: “Nel pieno dell’emergenza sanitaria ed economica che stiamo attraversando, mentre dovremmo solo discutere degli strumenti utili a velocizzare il piano vaccinale, siamo invece costretti ad assistere ai giochi di potere delle stanze dei bottoni romane. Mentre loro concordano come spartire le poltrone, noi amministratori, comuni mortali, pensiamo solo a lavorare per le nostre comunità, come abbiamo sempre fatto”.

A intervenire oggi, interpellato dall’agenzia Ansa, il vicesindaco leghista Ettore Fusco per dieci anni primo cittadino di Opera. “Ho letto cose assurde, che non c’entrano con la città di Opera”. Quindi Fusco ha detto di essere sicuro che Fusco “chiarirà e si farà luce sula vicenda. Siamo ovviamente delusi e molto sorpresi. Non pensavamo che sarebbe potuta accadere una cosa del genere. Si farà luce su tutto e confido che si dimostrerà l’estraneità delle persone coinvolte. Intanto l’amministrazione comunale va avanti”.

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