transizione green

Danimarca, ok all’isola artificiale che produrrà energia rinnovabile per 3 milioni di famiglie

Il Governo danese ha approvato un piano per costruire un'isola artificiale nel Mare del Nord che produrrà energia rinnovabile in grado di soddisfare il fabbisogno di elettricità di 3 milioni di famiglie

di Gabriele Meoni

L’impianto eolico offshore di Dan Tysk, a 90 chilometri dalla costa danese (Reuters)

2' di lettura

I Paesi del Nord Europa si confermano all’avanguardia nello sviluppo di soluzioni innovative nel campo della transizione energetica dai combustibili fossili alle energie rinnovabili. La Danimarca ha infatti approvato un piano per costruire un'isola artificiale nel Mare del Nord che produrrà energia rinnovabile in grado di soddisfare il fabbisogno di elettricità di 3 milioni di famiglie.

La «energy island», che nella sua fase iniziale avrà le dimensioni di 120mila metri quadrati, l’equivalente di circa 18 campi da calcio, sarà collegata a centinaia di turbine eoliche offshore e fornirà sia energia alle famiglie che idrogeno verde per il trasporto marittimo, aereo e l’industria.

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Il piano danese si colloca nel contesto dell’iniziativa dell’Unione Europea per trasformare il suo sistema elettrico affidandosi principalmente alle energie rinnovabili e per aumentare la capacità di energia eolica offshore di 25 volte entro il 2050.

«Questo è veramente un grande momento per la Danimarca e per la transizione verde globale - ha detto il ministro dell'Energia Dan Jorgensen - L'isola darà un grande contributo alla realizzazione dell'enorme potenziale dell'eolico offshore europeo».

L'isola energetica ha un ruolo cruciale nel quadro dell’obiettivo della Danimarca di ridurre le emissioni di gas serra del 70% entro il 2030 dai livelli del 1990 (le ha già ridotte del 40%), uno dei piani più ambiziosi al mondo, nonché di centrare la neutralità climatica - cioè azzerare le emissioni nette di CO2 - entro il 2050. Il paese nordico, favorito dal clima ventoso, è stato un pioniere nell'eolico onshore e offshore. Il primo impianto offshore su larga scala è stato installato nel 2002. Sono danesi il più grande produttore al mondo di turbine eoliche (Vestas Wind) e uno dei maggiori gruppi specializzati nell’eolico offshore (Orsted).

L’obiettivo nazionale è di portare le rinnovabili al 50% dei consumi energetici entro il 2030: nel 2019 secondo le stime dell’Agenzia danese dell’energia la quota «green» aveva già superato il 35 per cento.

Lo scorso dicembre, il governo di Copenaghen ha deciso di fermare la concessione di nuove licenze per l’esplorazione di petrolio e gas nella parte danese del Mare del Nord, confermando la svolta in direzione della sostenibilità. Dal 2050 non estrarrà più idrocarburi dai fondali marini.

L'isola artificiale, che sarà situata 80 chilometri al largo della penisola dello Jutland, e le turbine eoliche che la circondano avranno una capacità iniziale di 3 gigawatt, costeranno circa 210 miliardi di corone danesi (28 miliardi di euro), e saranno operativi entro il 2030. Il piano prevede la possibilità di potenziare la produzione fino a 10 gigawatt e la costruzione di una seconda isola (di Bornholm) nel Mar Baltico. Lo Stato danese avrà una quota di controllo su entrambi i progetti coinvolgendo i privati in una public-private partnership.

Secondo le stime dell’Agenzia internazionale dell’Energia le rinnovabili sono destinate entro il 2025 a superare il carbone come prima fonte di generazione di elettricità nel mondo. Quello delle rinnovabili è stato l’unico settore energetico a crescere a livello mondiale anche nel 2020, mentre la domanda di petrolio e carbone è diminuita a causa della crisi economica provocata dal Covid-19.

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