Firenze

Strage di Viareggio, la Cassazione dichiara prescritti gli omicidi colposi, appello bis per Moretti

Verrà fatto un nuovo processo per l'ex ad di Ferrovie. Si alza un urlo nella stanza dove sono riuniti i parenti: "E' una vergogna". Piagentini: "Un giorno triste per tutto il paese"
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Cadono le accuse di omicidio colposo per tutti gli imputati e processo di appello bis per tutti per la strage di Viareggio del giugno 2009. La Corte di Cassazione ha ribaltato la sentenza della corte di appello di Firenze annullando il reato di omicidio colposo, perchè è caduta l'aggravante del mancato rispetto delle norme sulla sicurezza sul lavoro, e rinviando a un nuovo processo d'appello per disastro ferroviario colposo, che in alcuni casi, come quello dell'ex ad di Ferrovie Mauro Moretti, e dell'ex ad di Rfi  Michele Mario Elia (entrambi condannati in appello), verificherà la sussistenza di eventuali profili di colpa, mentre per altre posizioni dovrà rivalutare la pena. La Cassazione ha confermato anche le assoluzioni, stabilite in appello, dei due dirigenti di Rfi Giorgio Di Marco e Giovanni Costa.

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"E' una vergogna", grida uno dei parenti delle vittime riuniti in una sala della Croce Verde di Viareggio, a due passi dalla stazione, per aspettare la sentenza. I volti delle 32 persone che hanno perso la vita quella sera sono impressi sulle maglie esposte nella stanza, ognuna copre una sedia vuota.

Marco Piagentini parla di "esito disastroso". "Siamo affranti", si sfoga, "hanno cancellato due gradi di giudizio e le perizie che hanno raccontato nella aule dei tribunali quale fosse lo stato delle Ferrovie italiane... Hanno cancellato tutto con la parola 'prescrizione' ma oggi non abbiamo perso noi, ha perso il paese. Prescrivere l'omicidio colposo plurimo aggravato ci riporta a un medioevo". Qualcuno chiede se proseguirà la battaglia dei familiari delle vittime e Piagentini risponde: "Continueremo ma oggi tutto questo fa male. Analizzeremo nei prossimi giorni la sentenza, aspetteremo la motivazione. Comunque lasciatemi dire che è un giorno triste per tutto il paese".

Strage di Viareggio, la Cassazione prescrive gli omicidi colposi

Nuovo processo di appello anche per l'ex ad di Trenitalia Vincenzo Soprano, che era stato condannato a sei anni, e per Francesco Favo (all'epoca certificatore della sicurezza per Rfi), che era stato condannato a 4 anni. Giudizio di secondo grado bis anche per gli allora vertici di Gatx Rail Austria, di Gatx Rail Germania e delle Officine Jugenthal, società incaricate della manutenzione dei carri cisterna, uno dei quali deragliò provocando l'esplosione de gpl.

La reazione del governo: "In un paese civile non può esistere che la morte orribile di 32 persone resti senza colpevoli e la prescrizione impedisca l'accertamento delle responsabilità di chi doveva vigilare e poteva impedire che si verificasse una strage e non l'ha fatto. Mi unisco al rinnovato dolore delle famiglie alle quali fin qua è stato impedita anche la speranza di giustizia", commenta il sottosegretario alle Infrastrutture e ai Trasporti Roberto Traversi. "Alle famiglie, durante le celebrazioni dello scorso 29 giugno, abbiamo rinnovato una promessa - prosegue Traversi - le loro lacrime e le loro cicatrici non resteranno vane, è arrivato il momento che questo Paese abbia una nuova legge sulla sicurezza nei luoghi di lavoro che renda chiare le responsabilità di vigilanza e tuteli la sicurezza dell'utenza permettendo quindi che tragedie come quella di Viareggio non restino senza colpevoli".

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"Sarei pronta per andare subito a occupare il Parlamento. Per 11 anni e mezzo siamo stati zitti, buoni e abbiamo ascoltato di tutto in silenzio. Ma dopo questa sentenza non si può più. Io sono pronta ad agire". Luciana Beretti ha al collo le foto di suo figlio Federico Battistini e di sua nuora elena iacopini, tra le 32 vittime delle strage di viareggio del giugno del 2009, e grida fuori dal "palazzaccio" la sua rabbia, dopo la sentenza della corte di cassazione che ha annullato il reato di omicidio colposo e disposto un nuovo processo di appello per gli imputati.

"Quello era un omicidio volontario e invece è andato prescritto addirittura quello colposo. Potevamo aspettarcela- ha proseguito la signora Beretti riferendosi alla sentenza- per salvare colpevoli importanti. La giustizia è manovrata dalla politica, questo palazzone è pieno di mafia: è la mafia che comanda. Mi prendo la responsabilità di quello che dico. Non posso accettare una sentenza del genere. Da undici anni e mezzo loro - ha concluso indicando il figlio e la nuora - sono all'ergastolo dietro una lastra di marmo".

 

In appello i giudici avevano condannato a sette anni Mauro Moretti, ex amministratore delegato di Fs e Rfi, a sei anni Michele Mario Elia (ex ad di Rfi) e Vincenzo Soprano (ex ad Trenitalia). Insomma i vertici delle ferrovie italiane sono stati riconosciuti colpevoli per quel disastro. Moretti, che in primo grado era stato condannato a 7 anni (la procura generale aveva chiesto 15 anni e 6 mesi) era stato ritenuto responsabile non solo come ex amministratore delegato di Rfi, ma anche come ex ad di Fs cioè della holding. Diversamente da quanto deciso in primo grado, quando il tribunale di Lucca aveva considerato la condanna solo rispetto alla sua funzione di amministratore delegato di Rfi. La corte d'Appello aveva condannato anche altri responsabili di vari segmenti organizzativi delle ferrovie: sei anni all'ex ad di Cargo Chemical Mario Castaldo (7 anni in primo grado), e  4 anni a Francesco Favo (erano 6 in primo grado), Daniele Gobbi Frattini (6 anni e 6 mesi in tribunale), Emilio Maestrini di Trenitalia (erano 6 anni e 6 mesi), Paolo Pizzadini capo commessa di Cima Riparazioni (da 6 anni e 6 mesi).

Tutte le condanne di primo grado

La prescrizione

L'incubo che è pesato sul processo, lungo e complesso anche per il coinvolgimento di società straniere e per la difficoltà di ricostruire i vari passaggi nella manutenzione dei carri che componevano il treno merci deragliato, è stata la prescrizione: dopo l'appello sono rimasti i reati di omicidio colposo plurimo e di disastro ferroviario mentre come le lesioni colpose plurime gravi e gravissime e l’incendio colposo, sono prescritti. Il solo ad aver rinunciato alla prescrizione è stato Mauro Moretti.

I carri

I giudici dell'Appello nel giugno del 2019 avevano condannato anche gli amministratori e i dirigenti delle società tedesche ed austriache che facevano manutenzione dei carri merci in appalto. Tra loro Joachim Lehmann, supervisore presso l'Officina Jugenthal di Hannover, 7 anni e 3 mesi (era stat assolto in primo grado). Per lui l'accusa aveva chiesto 8 anni sostenendo che "aveva un contratto da 17 ore l'anno per un compenso di 700.000 euro, ma non andò a controllare" i materiali rotabili. La corte inoltre ha condannato, in parziale riforma della sentenza del primo grado e tenendo conto della prescrizione dei reati di incendio e lesioni colpose (sconto 6 mesi), a 8 anni e 8 mesi Rainer Kogelheide delle società Jungenthal e Peter Linowski di Gatx Rail Germania. Otto anni, invece, per Johannes Mansbarth ex ad di Gatx Rail Austria e Roman Mayer responsabile manutenzione flotta carri merci di Gatx Austria. Sei anni e 10 mesi per Andreas Schroter, tecnico, Uwe Kriebel, operaio addetto alla verifica dei materiali, e Helmut Brodel, tutti delle officine Jugenthal.  Assolto Uwe Koennecke, responsabile officina Jugenthal, che in primo grado aveva avuto 8 anni e 6 mesi.

L'incidente ferroviario

Trentadue morti, un centinaio di feriti, un'area lungo la ferrovia con case e laboratori andata distrutta, quella di via Ponchielli oggi ricostruita con barriere protettive tra i binari e le abitazioni, barriere che nel 2009 non c'erano. Il treno merci 50325 che da Trecate (Novara) viaggiava verso Gricignano (Caserta) quel 29 giugno 2009 comincia a deragliare alla stazione di Viareggio. Un asse sotto un carro si spezza e all'esame si scoprirà che quel pezzo di ferro era corroso dalla ruggine. Ore 23,48. I due macchinisti frenano danno l’allarme e fanno in tempo a mettersi in salvo dietro un muro. Il treno merci trasporta una sostanza altamente infiammabile: il gpl. Quattro cisterne si rovesciano, una si squarcia e comincia la fuoriuscita del gas che impregna l'aria e di lì a poco esplode devastando tutto quello che c'è intorno. Muoiono 32 persone: Iman (3 anni), Hamza (17) e Mohammed Ayad (51) e Aziza Aboutalib (46) Nadia Bernacchi e Claudio Bonuccelli, 59 e 60 anni, Abdellatif e Nouredine Boumalhaf, 34 e 29 anni, Rosario Campo, 42 anni, Maria Luisa Carmazzi e Andrea Falorni, 49 e 50 anni, Alessandro Farnocchia, 45 anni, Antonio Farnocchia, 51 anni, Marina Galano, 45 anni, Ana Habic e Mario Pucci, 42 e 90 anni, Elena Iacopini (32), Federico Battistini (32 anni), Emanuela Milazzo (63) e Mauro Iacopini (60 anni), Magdalena Cruz Ruiz Oliva, 40 anni, Ilaria e Michela Mazzoni, 36 e 33 anni, Emanuela Menichetti, 21 anni, Stefania Maccioni (40 anni), Luca (5) e Lorenzo Piagentini (2), Angela Monelli (morta di infarto a 69 anni), Rachid Moussafar, 25 anni, Sara Orsi e Roberta Calzoni, 24 e 54 anni, Elisabeth Silva, 36 anni.

 

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