Tre colossi farmaceutici cinesi, CanSino, Sinopharm e Sinovac, hanno sfornato quattro vaccini contro il coronavirus, tutti in procinto di ricevere il via libera definitivo per essere immessi sul mercato. È importante fare una premessa: stiamo parlando, per il momento, di vaccini sperimentali. Significa cioè che dobbiamo ancora attendere gli ultimi dati per scongiurare l’insorgenza di possibili effetti indesiderati nel lungo periodo dopo la loro somministrazione. In ogni caso, dall’estate, in alcune città cinesi, chi rientra in una delle categorie di persone a rischio (studenti o lavoratori all’estero, funzionari doganali e via dicendo) può registrarsi e fare richiesta per la vaccinazione.

Dal momento che in Cina il virus ha smesso di circolare ormai da mesi, Pechino non ha più alcuna fretta di accelerare i tempi. Sembra però che il governo cinese abbia intenzione di vaccinare contro il Covid-19 una cinquantina di milioni di persone appartenenti ai gruppi prioritari prima che inizi la stagione dei viaggi per il Capodanno lunare. Calendario alla mano, stiamo parlando della prossima metà di febbraio. Tuttavia, dietro ai grandi numeri, ai proclami vittoriosi, alla certezza di aver superato i rivali occidentali, sia nelle tempistiche che nella qualità dei vaccini realizzati, ci sono almeno due zone d’ombra che non possono – né devono – essere ignorate.

Tra ottimismo e dubbi

Ci sono diverse testimonianze di cittadini cinesi che hanno ricevuto il vaccino anti Covid. Tra cui anche quelle di diversi commercianti cinesi italiani volati in patria e poi rientrati in Italia una volta vaccinati. Nessuno ha segnalato problemi, disturbi o fastidi. Per quanto si possa sapere, tutto sarebbe filato liscio anche tra i primi soggetti ad aver fatto richiesta per il siero. Eppure, nonostante l’enorme fiducia che moltissimi cinesi nutrono nei confronti del proprio governo, anche in Cina c’è chi è titubante all’idea di vaccinarsi. Sia chiaro: è normale che in una popolazione formata da 1,4 miliardi di abitanti possano esserci cittadini timorosi dei possibili effetti del vaccino o tendenzialmente contrari alla vaccinazione.

Niente di strano, dunque, se non che, fino a questo momento, voci del genere non erano mai riuscite a trovare spazio. Sommerse, come erano, dai toni trionfalistici di media e governo. Invece ci sono anche loro: cittadini che si preoccupano per le possibili controindicazioni dei vaccini sperimentali. “Adesso in Cina la situazione sanitaria è buona, e non abbiamo particolare bisogno del vaccino”, spiega a InsideOver un contatto cinese che chiede di restare anonimo. “Non mi sono ancora vaccinato, ma sono preoccupato per eventuali effetti indesiderati”, ha aggiunto la nostra fonte, richiamando un oscuro episodio del passato riguardante proprio il rapporto tra la Cina e i vaccini.

Lo scandalo dei vaccini Changchun

Sono ormai passati due anni dal più grande scandalo dei vaccini mai accaduto in Cina. Era il 2018 quando il Partito Comunista Cinese arrestò 15 persone e inviò una task force investigativa nel quartier generale di Changchum Changsheng Life Sciences Ltd., produttore di vaccini situato nella provincia di Jilin. L’azienda, dichiarata fallita nel novembre 2019, è stata coinvolta in una vicenda a dir poco losca. Changchum aveva venduto centinaia di migliaia di dosi di vaccini DTP, poi rivelatisi inefficaci, da inoculare sui bambini per combattere tetano, pertosse e difterite.

Molti genitori dei bambini a cui erano stati somministrati i sieri scaduti (e scadenti) hanno descritto i gravi problemi di salute subiti dai loro figli: problemi al midollo osseo, paralisi, gonfiore e altri danni permanenti agli organi interni. Già nel 2016 il governo cinese aveva lanciato a livello nazionale un’indagine su centinaia di persone ritenute coinvolte in un giro di vendita di vaccini illegali, obsoleti o conservati in modo improprio. Quasi 350 funzionari locali finirono nel tritacarne della giustizia in seguito a uno scandalo emerso nella provincia dello Shandong. La Changchun Changsheng, stando alla ricostruzione di Lancet, avrebbe falsificato la documentazione e modificato i parametri di produzione del suo vaccino anti-rabbia.

Un vaccino efficace

A 215.184 bambini cinesi furono somministrati vaccini scadenti di difterite, pertosse e tetano prodotti dalla Changsheng Biotechnology, mentre 400.520 vaccini DTP scadenti prodotti dal Wuhan Institute of Biological Products furono venduti alle amministrazioni dello Hebei e della municipalità di Chongqing. Morale della favola: l’azienda incriminata dovette richiamare 250mila provette del suo vaccino DTP, ammettendo di aver falsificato i documenti per nascondere la produzione scadente di oltre 100mila vaccini per la rabbia.

“Ti avverto – ha proseguito il nostro contatto – noi cinesi non siamo molto abili nella produzione dei vaccini. Le nostre ricerche non sono ottimali”. Questa è la sua opinione, in contrasto con altre versioni, ed è probabilmente influenzata dallo scandalo che ha coinvolto la Changchun Changsheng (e come altri episodi avvenuti tra il 2013 e il 2016). È anche per cancellare macchie del genere che i colossi farmaceutici cinesi hanno intenzione di dare vita a un vaccino anti coronavirus super efficace. Secondo quanto riportato dall’agenzia cinese Xinhua, che ha citato l’annuncio effettuato dall’autorità di regolamentazione sanitaria del Bahrein, il vaccino sviluppato da Sinopharm avrebbe un’efficacia pari all’86%, oltre che un tasso di sieroconversione del 99% di anticorpi neutralizzanti e un’efficacia del 100% nella prevenzione di casi moderati e gravi di Covid-19. Basteranno dati del genere a convincere tutti sulla buona riuscita dei vaccini cinesi?

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