Dopo una quindicina di giorni passati in prigione, sono stati scarcerati i tre dirigenti della ong egiziana impegnata nella difesa dei diritti civili Eipr per cui Patrick Zaki lavorava come ricercatore in studi di genere. Lo studente egiziano dell'Università di Bologna resta invece in custodia cautelare nel carcere cairota di Tora, indagato da oltre dieci mesi per propaganda sovversiva. La scarcerazione di Gasser Abdel Razek, direttore esecutivo dell'Iniziativa egiziana per i diritti personali e altri due dirigenti dell'ong, fra le maggiori in Egitto nel suo campo, è stata annunciata in serata su Twitter dalla stessa Eipr: «Gasser, Karimi e Basheer sono stati lasciati andare direttamente dalla prigione di Tora. Insolito. Ora sono a casa, o sulla via di casa». «Grande gioia per un esito per fortuna rapido di questi tre arresti illegali» è stata espressa da Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia, che però vi ha contrapposto «una grande amarezza per la mancata scarcerazione del 'quarto' di Eipr, Patrick Zaki, che continuiamo a chiedere sia rilasciato al più presto».

Il 29enne per ora continuerà dunque, almeno per un undicesimo mese, ad essere rinchiuso nel carcere di Tora dove - come si è appreso giovedì - dorme per terra senza materasso, con la schiena dolorante. I tre erano stati accusati di "adesione a un gruppo terrorista, propagazione di notizie false, uso improprio di social media" e, nel caso di Basheer, anche di "finanziamento del terrorismo". In pratica li si accusa di presunta militanza, appoggio mediatico e sostegno finanziario alla Fratellanza musulmana messa al bando in Egitto nel 2013 per una deriva terroristica di sue frange dopo la rivoluzione che quell'anno portò alla caduta del governo islamista dell'ormai defunto Mohamed Morsi. I tre attivisti erano stati arrestati nell'arco di cinque giorni tra il 15 e il 19 novembre sul Mar Rosso e al Cairo. Il loro caso, nell'Egitto del presidente ex generale Abdel Fattah al-Sisi costantemente sotto accusa per una drastica repressone del dissenso, ha destato dichiarata preoccupazione anche all'Onu e ha innescato richieste di scarcerazione da parte di diverse capitali, Roma, Parigi e Londra incluse.

La Farnesina, attraverso l'ambasciata d'Italia al Cairo guidata da Giampaolo Cantini, ha compiuto molti passi ufficiali al Cairo per sensibilizzare le autorità locali sul caso. Inoltre il 23 novembre un diplomatico italiano aveva portato solidarietà ai familiari e colleghi dei dirigenti arrestati nei pressi della Procura, dove si svolgeva un interrogatorio.

Giovedì inoltre aveva fatto clamore mediatico un video postato su Youtube dalla star di Hollywood Scarlett Johansson per chiedere la scarcerazione dei tre dirigenti Eipr e di Patrick, dei quali aveva esaltato il "coraggio" nella loro lotta contro "l'ingiustizia", per una riforma del "sistema della giustizia penale corrotto" egiziano e per porre fine alle esecuzioni capitali. Vista l'inamovibilità della Procura egiziana per la sicurezza dello Stato che nega la libertà a Patrick da quasi dieci mesi, è difficile dire in che misura le pressioni internazionali - con l'Italia in prima fila - siano state decisive per un rilascio di Gasser, del direttore per la Giustizia penale Karim Ennarah e del responsabile amministrativo Mohamed Basheer. L'insolita procedura accelerata di rilascio direttamente dal famigerato complesso carcerario alla periferia sud del Cairo lascerebbe però pensare che stavolta le richieste di scarcerazione siano state quantomeno ben udite nella capitale egiziana. 

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