La libertà di espressione è un diritto! Il "processo dei pesticidi" deve essere fermato!

La libertà di espressione è un diritto! Il "processo dei pesticidi" deve essere fermato!

Lanciata
31 ottobre 2020
Petizione diretta a
Marta Cartabia (Ministra della Giustizia) e
Vittoria
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Perché questa petizione è importante

Lanciata da Alexander Schiebel

DE/EN/FR

Mi chiamo Alexander Schiebel e nel 2017 ho scritto un libro e girato un documentario intitolati Das Wunder von Mals (Il miracolo di Malles): libro e film sono dedicati alla vicenda del Comune di Malles in Südtirol / Alto Adige, il primo paese in Europa a voler mettere al bando i pesticidi. Le imprese frutticoltrici del Südtirol / Alto Adige e la Provincia di Bolzano hanno tentato con ogni mezzo di impedirlo. La Giunta provinciale del Südtirol / Alto Adige e i due più grandi consorzi di frutticoltori del Südtirol / Alto Adige hanno trascinato me e altri in Tribunale a Bolzano, perché abbiamo criticato l'impiego massiccio di sostanze pesticide nelle monocolture del melo presenti in Südtirol / Alto Adige.

Questo attacco alla libertà di opinione non è rivolto soltanto contro la mia persona ma anche contro tutti gli attivisti ambientali e chiunque critichi l'impiego di pesticidi. E non solo in Südtirol / Alto Adige, bensì in tutta Europa. La commissaria per i diritti umani nel Consiglio d'Europa, Dunja Mijatovic, ha definito i contenziosi per diffamazione avviati nei miei confronti, nei confronti del mio editore germanico Jacob Radloff e nei confronti di Karl Bär dell'Istituto per l'ambiente di Monaco “abusi della giustizia”. In un commento ufficiale pubblicato il 27 ottobre 2020 sul sito del Consiglio d’Europa, Mijatovic ha additato le denunce sporte dall'assessore provinciale altoatesino all'agricoltura nei confronti di quanti hanno criticato l'uso massiccio di pesticidi in Südtirol / Alto Adige come esempi di denunce bavaglio, o SLAPP (Strategic Lawsuits Against Public Participation).

In Südtirol / Alto Adige le aziende che producono mele hanno un fatturato annuo di circa 750 milioni di euro. Una mela su dieci – di quelle che vengono consumate in Germania e in Europa – proviene dal Südtirol / Alto Adige. Le aziende traggono i loro profitti, noi ne paghiamo il prezzo: molte delle sostanze pesticide sono cancerogene, danneggiano il patrimonio genetico o il sistema nervoso e compromettono il nostro equilibrio ormonale. Inoltre i pesticidi sono concausa dell'estinzione di diverse specie viventi, un fenomeno che in tutto il mondo rappresenta una seria minaccia per l'umanità.

Ma pare che in Südtirol / Alto Adige criticare l'impiego di pesticidi sia un reato. Ora devo rispondere di diffamazione aggravata in tribunale.

La vera finalità del processo intentato nei miei confronti è però quella di intimidirmi, di sottrarmi tempo prezioso, di farmi sborsare decine di migliaia di euro per sostenerne i relativi costi e di ridurmi sul lastrico. I miei persecutori, la Provincia dell'Alto Adige e i consorzi frutticoltori, possono facilmente affrontare le lungaggini ed i costi di un processo estenuante. A me invece verranno a mancare prima o poi i mezzi economici. E se non dovessi ricorrere contro un'eventuale condanna, migliaia di contadini - aizzati contro di me dai consorzi - potrebbero avanzare richieste di risarcimento dei danni subiti. Si tratterebbe di un risarcimento per milioni di euro che mi manderebbe definitivamente in rovina.

Ma se adesso, in tempi di mutamento climatico e di estinzione delle specie animali, le voci critiche sui temi ambientali dovessero essere messe a tacere – perché il prezzo della verità è troppo alto – saremmo davvero perduti. Perciò non deve destare stupore se più di 100 organizzazioni non governative di 18 Paesi ci hanno espresso la loro solidarietà.
Tali organizzazioni si sono dette sconcertate per le aggressioni perpetrate dall'industria della mela ai danni dei loro critici. Anche alcuni osservatori del Parlamento Europeo e del Bundestag tedesco hanno confermato di voler seguire con grande attenzione il processo.

L'industria altoatesina della mela ha in un primo momento reagito con indifferenza a queste manifestazioni di solidarietà, poi si è messa a farneticare di una presunta cospirazione da parte di forze straniere tentando di confondere le idee agli operatori dei media internazionali con le più sfacciate menzogne. Il 14 settembre, un giorno prima dell'inizio del processo a Bolzano, l'assessore provinciale all'agricoltura Arnold Schuler ha dichiarato che il caso era chiuso, che le denunce sarebbero state ritirate, salvo poi ribadire all'indomani la necessità di un processo costituendosi parte civile. Quattordici giorni più tardi lo stesso assessore provinciale – a mezzo di un comunicato stampa - ha confermato il clamoroso dietrofront dal suo proposito di voler rinunciare alla vertenza. La ragione: agli industriali della mela .. non era piaciuto il tono da me usato nei social media!

Ho pubblicato un documentario. Ho scritto un libro. Questo processo contro la mia libertà di espressione deve essere fermato immediatamente. Non mi faccio mettere il bavaglio.

Vi prego di aiutarmi:

Chiediamo all'assessore provinciale Schuler e ai due presidenti delle due più grandi consorzi di frutticoltori di fermare il processo:

La libertà di espressione è un diritto!

Chiediamo al governo italiano di adottare al più presto provvedimenti contro le denunce SLAPP.

Il Vostro
Alexander Schiebel

Tutti i dettagli sul processo li trovate qui:
https://alexanderschiebel.com/prozess/

Vittoria

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Decisori

  • Marta CartabiaMin della Giustizia
  • Marta CartabiaMinistra della Giustizia
  • Arnold Schulerassessore provinciale all'agricoltura dell'Alto Adige
  • Georg Kösslerpresidente della cooperativa VOG
  • Thomas Oberhoferpresidente della cooperativa V.IP