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Il racconto della giornata di martedì 17 novembre 2020 attraverso le notizie principali del giornale radio delle 19.30, dai dati dell’epidemia in Italia alla Regione Lombardia che insiste per essere promossa a zona arancione nonostante i dati dicano il contrario. I dubbi, le incertezze e le difficoltà di milioni di studenti costretti a seguire le lezioni da casa e il caos in Calabria con la rinuncia all’incarico del neo commissario alla Sanità Eugenio Gaudio. Le Regioni dichiarano guerra al governo e all’Istituto Superiore di Sanità sui 21 parametri che determinano le fasce di rischio mentre in Europa gli amici di Matteo Salvini e Giorgia Meloni bloccano i soldi del Recovery Fund. Infine, i grafici del contagio nelle elaborazioni di Luca Gattuso.

I dati dell’epidemia diffusi oggi

Oggi in Italia sono stati accertati circa 32mila casi di coronavirus a fronte di 208mila tamponi. La percentuale di positivi rispetto ai test è poco sopra il 15%, in calo rispetto a ieri. In aumento invece le morti comunicate: oggi sono 731. 120 in più le persone in terapia intensiva, arrivate a 3.612. Quelle ricoverate nei reparti ordinari salgono di circa 500, superando le 33mila. Ancora una volta è la Lombardia la Regione con più contagi individuati, quasi 8.500, seguita da Campania e Veneto con circa 3mila ciascuna.

Con quali dati la Lombardia spinge per uscire dalla zona rossa?

(di Michele Migone)

La Lombardia spinge per uscire dalla zona rossa ed essere promossa in quella arancione. Attilio Fontana, ora, con nuovi dati alla mano, vuole dimostrare al governo che la Regione merita di allentare il lockdown. Ma di quali dati dispone il presidente lombardo? E quale lettura ne fa? Se guardiamo alla situazione sul fronte sanitario è ben difficile vedere un miglioramento. Prendiamo le terapie intensive, uno dei criteri per stabilire la gravità della situazione: i ricoverati sono 894. Sono 224 in più rispetto a 8 giorni fa. Il Giornale dice che i letti in Lombardia sono adesso 1.258. Se così fosse, se fossero reali (a metà ottobre erano poco più di 900) avremmo un livello di saturazione delle terapie intensive ben oltre il 30% richiesto dai criteri del Ministero. In realtà siamo anche sopra il 52% decretato due giorni fa dall’Agenzia Nazionale per i sistemi sanitari.
È una situazione da zona rossa, non arancione. Se si guarda poi al tracciamento le cose non vanno meglio. Un mese fa l’Ats di Milano diceva che il sistema era collassato, il giorno dopo Gallera ammetteva le difficoltà. Il 5 novembre, poi, l’Ats alzava bandiera bianca: non si sarebbero più fatti tamponi ai contatti diretti dei positivi. Una resa incondizionata.
Nel resto della Lombardia la situazione non è tanto migliore. Senza un sistema di tracciamento efficace non si conosce la reale diffusione del virus ed è così impossibile calcolare seriamente l’indice Rt, altro requisito richiesto. Come fa quindi Fontana a dire che la situazione è tanto migliorata da promuovere la Lombardia in zona arancione? 

Le Regioni in guerra contro Governo e ISS

(di Massimo Alberti)

È ormai guerra aperta delle Regioni contro il Governo, e Istituto Superiore di Sanità: nel mirino i parametri che determinano le fasce di rischio e le conseguenti misure di mitigazione. La conferenza delle regioni ha formalmente chiesto di sostituire i 21 parametri con soli 5 indicatori.
In serata il no di Speranza: “Il dialogo con le regioni è sempre aperto. I 21 parametri indicano l’indice di rischio insieme all’Rt e determinano quali misure attuare sui territori” la risposta del ministro. [CONTINUA A LEGGERE]

Scuola e DDI tra proteste e incertezze

(di Anna Bredice)

Le ragioni dettate dalla necessità di sicurezza da un lato e dall’altro l’esigenza di tornare a scuola in presenza al più presto, per limitare i danni che gli psicologi sono convinti ricadranno sugli studenti dal punto di vista delle relazioni e della socialità. Due bisogni che si scontrano in queste settimane, nelle quali ancora nessuno è in grado di dire con esattezza quanti sono i contagi che i ragazzi subiscono tra le aule scolastiche. All’inizio si sosteneva che erano pochi, ora la percentuale si è persa, anche perché la scelta è stata quella di chiudere progressivamente le scuole in tutta Italia. Attualmente le lezioni dei licei sono dappertutto a distanza, gli alunni delle scuole statali e paritarie a casa sono 3.930.000, il 46%, gli alunni con disabilità delle scuole statali in questo momento a casa sono il 44%. Molti di questi studenti in questi giorni stanno manifestando in forme varie, spesso flash mob, lezioni all’aperto e l’ultima di oggi è stata una lezione davanti a Montecitorio, ragazzi che chiedevano maggiori investimenti e attenzioni per la scuola parlando ad altri studenti seduti come a scuola, con il volto coperto dalle maschere dei ministri. La didattica a distanza non è uguale per tutti, dicono, e questo è confermato da una ricerca di Scuola.net: su 3mila studenti ascoltati, otto su dieci pensano che il virus avrà ripercussioni negative sul loro futuro, uno su due sostiene che psicologicamente sta passando un periodo difficile, e uno su tre ammette che in questi mesi di lezioni online ha perso ogni punto di riferimento.
Il ritorno a scuola a settembre dato per sicuro, a cui i presidi e insegnanti avevano lavorato tutta l’estate, è garantito solo per poche regioni, la ministra Azzolina oggi ha detto che “è stata una sconfitta lasciare a casa gli studenti e che devono tornare a scuola”, ma quando non si sa. Nel frattempo si cerca di rimediare almeno ai problemi di impatto economico sulle famiglie: le società di telefonia hanno deciso che non verrà calcolato il traffico di dati quando gli studenti sono collegati a piattaforme per la didattica a distanza. 

Calabria, il neo commissario alla Sanità rinuncia all’incarico

Il neo commissario alla Sanità in Calabria, Eugenio Gaudio, ha rinunciato all’incarico. Alla base della decisione, secondo la sua versione, “motivi personali”. Gaudio, ex rettore della Sapienza di Roma, è indagato dalla procura di Catania per presunte irregolarità su concorsi accademici che, secondo l’accusa, sarebbero stati truccati.
È il terzo commissario per la Calabria nominato dal governo a saltare in due settimane. Quello precedente, Giuseppe Zuccatelli, qualche mese fa aveva dichiarato l’inutilità delle mascherine. Prima di lui c’era Saverio Cotticelli, allontanato dopo essersi dichiarato all’oscuro di dover stilare un piano per fronteggiare il Covid.
Oggi il presidente della Regione, Nino Spirlì, ha commentato l’ennesima rinuncia chiedendo le dimissioni del ministro Speranza.
Intanto non è ancora chiaro se il governo intenda coinvolgere il fondatore di Emergency, Gino Strada, che dice di non aver ricevuto nessuna proposta formale. Pasquale Motta, direttore di LaC news24.it:



Gli amici di Salvini bloccano il Recovery Fund

(di Alessandro Principe)

Orban a Salvini, 27 maggio 2020: “Caro amico, congratulazioni, l’Ungheria è con te”. No al processo per Open Arms, battaglia vinta dal leader leghista.
2 maggio 2019: il capitano in viaggio in Ungheria: baci, abbracci e selfie sovranisti.
28 agosto 2018. Orban a Milano. Salvini: “È il mio eroe”.
Giorgia Meloni. 2 ottobre 2020. «Grazie di cuore al primo ministro dell’Ungheria Viktor Orban per la bellissima lettera che mi ha inviato. Lavoriamo insieme per l’Europa”.
Ecco. L’Europa per cui lavora adesso Orban, con i suoi alleati sovranisti polacchi, è l’Europa che si blocca e non riesce a dare il via libera ai soldi del Recovery Fund. [CONTINUA A LEGGERE]

Medicina Solidale, il servizio gratuito di consulenza online non COVID

Alessandro Lanzani, ortopedico attivo su Medicina Solidale, il nuovo servizio online di consulenza medica non COVID gratuita, spiega a Radio Popolare come contattarli, come funziona il servizio e quali sono le motivazioni dietro alla creazione di questa piattaforma. [LEGGI L’INTERVISTA A PRISMA]



L’andamento dell’epidemia di COVID-19 in Italia 
A cura di Luca Gattuso


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