Covid, scoperti anticorpi in persone mai infettate: alcuni avevano preso un semplice raffreddore

Venerdì 6 Novembre 2020
Covid, scoperti anticorpi in persone mai infettate: alcuni avevano preso un semplice raffreddore
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Scoperti anticorpi che proteggono dal Covid in persone mai infettate.

E la loro presenza appare più diffusa nei bambini. Sono i risultati di una ricerca britannica pubblicata su "Science". L'obiettivo dello studio era quello di dare una risposta ad una questione che è emersa in numerosi casi: perché c'è chi sembra naturalmente protetto contro Sars-CoV-2 pur non avendo mai contratto l'infezione? A rispondere adesso è uno studio dei ricercatori britannici del Francis Crick Institute. Gli scienziati hanno rilevato un'immunità preesistente, dovuta ad anticorpi reattivi contro il nuovo coronavirus, in una piccola percentuale di individui che non erano infetti al momento dell'analisi.

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CORNUDA "Se non ho contagiato mezzo paese, alla fine è stato solo grazie al mio senso civico". Non usa giri di parole una 65enne di Cornuda risultata positiva al coronavirus. Si, perché sostanzialmente ha fatto tutto da sola. Senza attendere il proprio medico di famiglia, che ha l'ambulatorio nella zona del Montello.

Sedici adulti su 302 (5,3%) presentavano anticorpi IgG probabilmente generati durante precedenti infezioni da coronavirus del «raffreddore comune» e che hanno reagito in modo crociato con la subunità S2 del complesso proteico spike Sars-CoV-2. Non solo, la presenza di questi anticorpi IgG cross-reattivi era molto più presente in un'ulteriore coorte di bambini e adolescenti non infetti da Sars-CoV-2 tra 1 e 16 anni: almeno 21 di questi 48 soggetti (43,8%) avevano livelli rilevabili di anticorpi IgG reattivi contro Sars-CoV-2.

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Insieme, «questi risultati possono aiutare a spiegare una maggiore suscettibilità a Covid-19 nelle persone anziane e fornire informazioni sul fatto che l'immunità sviluppata rispetto ai coronavirus stagionali offra una protezione contro Sars-CoV-2», spiegano i ricercatori. «Sebbene studi precedenti suggeriscano che l'immunità cross-reattiva non è di lunga durata, la sua presenza può ridurre la trasmissione virale e migliorare i sintomi ed è, quindi, un'importante area di studio». 

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Utilizzando una tecnica basata sulla citometria a flusso, il team di Kevin Ng ha scoperto che gli anticorpi reattivi a Sars-CoV-2 di questo piccolo gruppo di individui non infetti erano prevalentemente della classe IgG - piuttosto che anticorpi IgM o IgA - e mirati alla proteina S2, responsabile dell'ingresso del virus nelle cellule e ritenuta strutturata in modo più simile tra i diversi coronavirus rispetto alla subunità S1.

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In esperimenti su colture cellulari, inoltre, i sieri di individui non infetti sia anziani che giovani con anticorpi reattivi hanno mostrato la capacità di neutralizzare Sars-CoV-2, mentre quelli di pazienti non infetti privi di anticorpi cross-reattivi non hanno mostrato una analoga attività neutralizzante. Questo studio, concludono gli autori, potrebbe essere utile per la messa a punto di un futuro vaccino.

Ultimo aggiornamento: 9 Novembre, 09:14 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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