Milano

Lombardia zona rossa, Fontana: "Stop a notizie false, nessuna deroga prima di due settimane"

Dopo i toni accesi di ieri sera contro il governo, il presidente convoca una breve conferenza stampa per dire che per adesso tutta la regione rientra nell'area di massima criticità, chiede uno sforzo ancora ai cittadini, promette impegno agli imprenditori e ringrazia i medici. I sindaci di Bergamo, Brescia, Cremona e Mantova chiedono però di sapere perché anche le loro zone sono nell'area rossa
1 minuti di lettura
Due minuti di conferenza stampa fuori da Palazzo Lombardia per, sembra, abbassare i toni. Il governatore della Lombardia Attilio Fontana, che ieri sera quando si è avuta la certezza della Lombardia zona rossa aveva parlato di "schiaffo alla Lombardia e ai lombardi", usa quei due minuti per dire: "Si stanno diffondendo da questa mattina notizie false che creano confusione e stato di incertezza e agitazione tra i cittadini lombardi che certo non ne hanno bisogno: l'ordinanza firmata ieri dal ministro Speranza decreta la zona rossa su tutto il territorio della Lombardia senza deroghe. Solo successivamente, dopo almeno due settimana e sulla scorta dell'evoluzione della situazione, i presidenti di Regione possono chiedere l'allentamento delle misure sui territori: questa interpretazione mi è stata confermata telefonicamente dal ministro Speranza".



Per adesso, quindi, il governatore sembra non voler fare nessun passo contro l'ordinanza che mette la Lombardia tra le regioni a più alto rischio. Il suo breve discorso si conclude con un appello ai cittadini lombardi "che già hanno fatto tanti sacrifici: dobbiamo tenere duro ancora un po'", con parole per gli imprenditori - "garantisco che non arretrerò di un passo fino a quando non avranno le risorse e i ristori dal governo" - e con un grazie "al personale sanitario su cui ancora una volta pesa un lavoro faticoso".


Così Fontana. Poco prima era arrivata la notizia che i sindaci di Bergamo, Brescia, Cremona e Mantova, in una lettera a Fontana e al ministro Speranza, hanno chiesto "di avere tutti gli elementi necessari per comprendere la fase epidemica sulle nostre province e i parametri che ne determinano l'inserimento nella zona rossa, al pari di tutta la Regione". "La preoccupazione per la crescita dei contagi è comune e condivisa, così come l'impegno per rallentarne la diffusione a tutela dei nostri cittadini - scrivono i sindaci delle quattro città lombarde -. Siamo convinti che mai come ora serva la più ampia e solida unità istituzionale e non verrà mai meno dai nostri territori l'impegno a fare la nostra parte". La richiesta, spiegano, "è motivata dalla necessità di capire per spiegare ai nostri cittadini e imprese e categorie economiche e sociali lo stato di fatto. Ma è altresì fondamentale per monitorare l'andamento epidemiologico. Siamo per questi motivi a chiedere di conoscere i dati relativi ai 21 indicatori sanitari di rischio, nonché RT delle nostre province e città capoluoghi nella settimana appena conclusa. Tale richieste ci aiuteranno a conoscere la complessità dei fattori e dati che determinano le zone di inserimento e  ci consentiranno di richiederVi, se confortati dagli stessi, l'applicazione di quanto previsto dall'art.3 comma 2 del Dpcm".