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Esondazione, dura accusa di Patelli (Verdi): “La bomba d’acqua è finita su un lago già pieno. Quali interessi prevalgono?”

L’emergenza esondazione a Como si avvia alla, pur lenta, conclusione. E ancora una volta al centro del dibattito torna il sistema di gestione delle acque e degli invasi.

E dunque il sistema che beneficia dall’accumulo idrico, soprattutto sul fronte della produzione elettrica. Tema posto molte volte negli anni da Elisabetta Patelli, comasca e coordinatrice regionale dei Verdi che ci invia un documento dove analizza la situazione e lancia proposte. Eccolo:

Lo sfondamento anche delle paratie mobili , dopo il superamento del livello di 160 cm, dimostra ancora una volta inutilizzata’ di quest’opera dannosa e costosissima, che non garantisce quei livelli protezione. Inoltre come sempre le paratie sono una risposta sciocca e miope. La risposta vera, intelligente e lungimirante e’ la gestione integrata delle acque di bacino.

Tra il 7 e il 25 di settembre, come risulta dalle tabelle del invasi alpini e’ stato rilasciato nel lago un volume di 30 milioni di mc di acqua , tanto che la bomba d’acqua e’ andata ad impattare su un lago già al colmo della sua capienza.

Come mai un tale rilascio a settembre quando non serve all’agricoltura? Resta il dubbio che l’attuale gestione dell’acqua, che e’ una risorsa pubblica in concessione, segua delle logiche di profitto legate al valore del kwatt nella Borsa Elettrica, che a fine estate raggiunge il picco dei valori. Non dobbiamo occuparci del lago dopo le bombe d’acqua, dobbiamo gestirle in un’ottica di sistema e di prevenzione.

Proponiamo una gestione integrata di bacino, i cui modelli matematici esistono già, che metta fine al caos delle concessioni alpine e gestisca le acque del lago con lungimiranza, nell’interesse pubblico tenendo equamente conto degli interessi di tutti gli usi: civile potabile, agricoltura , navigazione, sponde e fauna ittica , frontisti ed elettrico industriale.

I cambiamenti climatici hanno una parte di responsabilità, ma di più la latitanza della politica.

I cambiamenti climatici non aiutano in quanto producono riduzione ghiacciai e tropicalizzazione del clima, cioè piogge intense e concentrate in alternanza a periodi di grande siccità.

E allora qual è in questo momento il problema principale? La gestione gli invasi alpini in Lombardia. Parliamo di 70 grandi dighe gestite da grandi colossi che coprono 25% del fabbisogno idroelettrico nazionale, usano acqua  per il 20% per agricoltura e 75% per idroelettrico.

L’accumulo totale degli invasi in Valtellina supera i 500 milioni mc, il doppio della capacita’ del Lago di Como il lago è regolato dalla diga di Olginate, opera idraulica degli anni 40, costruita con la finalità di utilizzare il lago come grande invaso dove accumulare acque per gli usi plurimi nei periodi di pioggia e scioglimento nivale da rilasciare a valle nel periodo estivo. Quale interesse prevale se ad esempio l’agricoltura padana ha bisogno di irrigare in primavera, ma a fine estate  il costo del kwatt arriva fino a 10 volte il valore medio di altri mesi?
C’è necessità di un aggiornamento del patto tra usi energetici e territorio.

PROPOSTA

Una gestione integrata di bacino (raccomandata dalla conferenza Onu su Ambiente e sullo Sviluppo) attraverso la riapertura permanente dell’esperienza del Patto per l’acqua. Esattamente 11 anni fa si concludeva il Patto, promosso da Regione Lombardia nell’ormai lontano 2007 e formalmente concluso il 25 febbraio 2009

La straordinaria bontà dell’iniziativa di allora e la  cristallizzazione dei problemi legati alla gestione delle acque del lago ci portano a  rendere più articolata la richiesta urgente, da non intendersi  con finalità’ emergenziali ma nella sua natura e obiettivo originari: un  dialogo tra tutti i portatori di interesse coinvolti nell’uso della risorsa idrica con obiettivo di formulare una scelta politica condivisa, componendo competenze diversificate, superando  annose e sedimentate contrapposizioni.

PATTO PER L’ACQUA con orizzonte temporale 2020-2025” con le seguenti priorita’:

1. gestione di tutte le concessioni
2. regole , limiti e priorita’ di gestione NELL’INTERESSE PUBBLICO (Idropotabilità, Agricoltura, Navigazione sponde e fauna ittica, tutela frontisti lago di Como, elettrico industriale) con almeno cinque Tavoli i temi da riaffrontare sono:
1. Valutazione ed aggiornamento delle logiche di gestione degli invasi
2. Analisi e approfondimenti sull’efficienza gestionale delle acque irrigue e dei sistemi irrigui 
3. Sostenibilità e modifiche degli ordinamenti colturali
4. Dotazioni strutturali per gestire e valorizzare la risorsa acqua
5. Strumenti e azioni per raccogliere e diffondere una corretta informazione

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3 Commenti

  1. Sul tema paratie solo i Verdi riescono a uscire dal primo bacino del lago. Un’altra stranezza della politica cittadina. Sembra logico pensare che il livello del lago che ha diverse entrate ma un’unica uscita debba essere controllato attraverso la portata degli affluenti e attraverso il monitoraggio delle chiuse di Olginate. Sembra banale ma evidentemente non lo è.
    La mancanza di un controllo stabile del sistema idrogeologico lombardo crea tantissimi problemi. Se si legge attentamente la storia della nostra Regione si finisce per sapere che perfino il genio di Leonardo da Vinci fu scomodato per risolvere la tragedia delle alluvioni a Milano.
    Allora come è possibile che dopo 600 anni si sia persa l’esigenza di una strategia globale? La portavoce dei Verdi ha fatto centro. Il primo aspetto da considerare sono gli impianti idroelettrici a monte. La zona ne è piena e recentemente sono stati riattivati alcuni impianti che sono ritornati economici. Il secondo aspetto sono le aree agricole del lodigiano che attingono dall’Adda per l’irrigazione dei campi e che temono sempre possibili alluvioni. In mezzo c’è il lago che è un serbatoio naturale.
    Le paratie non servono a nulla. Quello che serve è una regia complessiva e senza che si scomodi un novello Leonardo da Vinci.

  2. Finalmente qualcuno che informa i cittadini degli interessi multimilionari che ogni cm di acqua del lago genera.
    Ovviamente la città ha solo danni milionari e nessun guadagno secondo la moda consolidata profitti ai privati e danni al pubblico.

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