Poste Italiane: diritto al lavoro.

Poste Italiane: diritto al lavoro.

Lanciata
23 agosto 2020
Petizione diretta a
Presidenza del Consiglio dei Ministri e
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Poste Italiane diritto al lavoro.

Il 31 dicembre 2021 Poste Italiane non rinnova i contratti agli ex autisti somministrati che lo scorso anno, dopo una lunga battaglia sindacale arrivata ai tavoli del MISE, accettarono la mansione di portalettere per avere garantita la continuità occupazionale. 
Degli iniziali 425 lavoratori a fine 2021 ne rimasero poco più di 230 poiché a molti Poste non rinnovó la missione dopo i primi 6 mesi della nuova mansione, venendo meno ad uno dei principali punti (e non solo questo) sui quali si basava l’accordo assunto nell’ottobre 2020 con il MISE tramite l'allora Vice Ministro On. Buffagni.
Dopo 3 anni questi lavoratori che sono stati definiti "eroi" per aver garantito un servizio fondamentale per i cittadini nel periodo della pandemia, soprattutto a Marzo 2020 in pieno lockdown, si ritrovano a casa senza un lavoro.
La domanda è: perché?
Il lavoro non manca, Poste Italiane ha un’enorme carenza di personale tanto da dover ricorrere costantemente a contratti a tempo determinato ed a lavoratori completamente privi di esperienza, riciclando continuamente personale che nella stragrande maggioranza dei casi, non verrà mai stabilizzato.
Perché ai somministrati, lavoratori qualificati che hanno maturato una considerevole esperienza in molti dei settori chiave dell’azienda viene negata la possibilità di continuare a lavorare?
Perché i dirigenti di Poste Italiane non hanno mai accettato di sedersi ad un tavolo con le OO.SS dei somministrati per parlare del futuro di queste persone? Facendo entrare la somministrazione in azienda, avrebbero dovuto mettere in conto di sedersi con le OO.SS dei somministrati per qualsivoglia problema, invece NO, sembra di non essere in Italia e aver da fare con un'azienda di stato bensì in Corea del Nord.
E questo anche quando invitati dal Ministero del Lavoro e dal Ministero dello Sviluppo Economico....
A fine Ottobre 2021 Cigl, Cisl e Uil hanno inviato comunicazione al MISE dove si evidenziava la volontà di tutte le sigle di categoria (Cigl, Slc Cgil, Nidil Cgil - Cisl, Slp Cisl, Felsa Cisl - Uil, Uilposte, Uiltemp) ad aprire un ulteriore tavolo per trovare una soluzione a lungo periodo per la continuità occupazionale e / o stabilizzazione del perimetro dei lavoratori (425).
Questi lavoratori in somministrazione, da autisti qualificati a portalettere, dopo 3 anni tutti fuori il 31/12/2021.
I lavoratori e le OO.SS chiedono il riassorbimento in Poste Italiane oppure che il MISE si faccia garante della loro ricollocazione.
Sorge spontanea una domanda..
PERCHE'
La prima azienda italiana per numero di dipendenti, in attivo e in carenza di personale che difficoltà avrebbe a farci continuare a lavorare?
La prima azienda italiana per numero di dipendenti e di proprietà dello stato italiano non dovrebbe stabilizzare i lavoratori invece di "fabbricare" precari?
La prima azienda italiana per numero di dipendenti, in attivo e con carenza di personale, di proprietà dello stato italiano NON DOVREBBE DARE L'ESEMPIO?

Siamo persone, non siamo numeri,
e lo stato dovrebbe essere garante, non pensare solo ai dividendi di Poste Italiane SPA, ma anche all'etica e alla giustizia sociale.

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