28 luglio 2020 - 07:01

Caso Fontana: il governatore nascose lo scudo fiscale e il patrimonio (e fu multato dall’Anac)

Senza omissione, sarebbe emersa la somma scudata. L’atto non presentato nel 2016 era relativo all’anno precedente. Fu multato: mille euro

di Luigi Ferrarella

Caso Fontana: il governatore nascose lo scudo fiscale e il patrimonio (e fu multato dall'Anac)
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Sullo scudo fiscale Attilio Fontana, come ieri in Regione, ha sempre taciuto: tanto da essere sanzionato nel 2017 dall’Anac per aver omesso nel 2016, da ex sindaco di Varese, l’obbligatorio stato patrimoniale nel quale sarebbero comparsi i 5 milioni di scudo fiscale in Svizzera nel 2015. Questo genere di sanzioni amministrative dell’«Autorità nazionale anticorruzione», però, non sono pubbliche nel contenuto delle motivazioni, ma soltanto nel dispositivo, che viene pubblicato nella sezione «amministrazione trasparente» del sito online in questo caso del Comune di Varese di cui Fontana era sindaco (sezione peraltro curiosamente modificata proprio ieri rispetto al precedente ultimo ritocco) con questa espressione: «In applicazione dell’art. 47, c. 1, d.lgs. n. 33/2013, in esito al procedimento avviato con nota Uvot/2017-001403/rg, l’Anac ha applicato al sig. Attilio Fontana la sanzione nella misura ridotta di € 1.000,00, in conformità a quanto previsto dall’art.16 della legge 689/1981 (provvedimento Uvot/2017-001408/rg)».

Dati mancanti

Tradotto dall’ostrogoto burocratico, per capire di che si tratti bisogna intanto guardare l’articolo 47 del decreto legislativo n.33 del 2013, che prevede l’irrogazione di una sanzione amministrativa pecuniaria da 500 a 10.000 euro (in misura ridotta a 1.000 euro se pagata entro 60 giorni, un po’ come avviene per le contravvenzioni stradali), oltre alla pubblicazione appunto solo della notizia del provvedimento sul sito internet dell’amministrazione, a carico dei componenti degli organi di indirizzo politico che siano responsabili della «mancata o della incompleta comunicazione delle informazioni e dei dati di cui all’articolo 14 del medesimo decreto». Quali sono e di chi? Sono i dati sulla situazione patrimoniale complessiva, al momento dell’assunzione in carica, dei «titolari di incarichi politici, di amministrazione, di direzione o di governo».

Obblighi di trasparenza

Fontana dal 2006 sino al 21 giugno 2016 era stato sindaco di Varese, dunque tenuto a depositare anche per il 2016 la dichiarazione sul proprio stato patrimoniale relativa al 2015. Ma a fine 2016 il responsabile anticorruzione del Comune è costretto a comunicare all’Anac che Fontana, a dispetto anche di molti inviti a livello amichevole, non l’ha presentata. L’Anac chiede lumi, e a alla fine di gennaio 2017 di nuovo il responsabile anticorruzione del Comune conferma che Fontana ha continuato a non trasmettere la dichiarazione di legge benché gli sia stata sollecitata molte volte. Così la dirigente dell’«Uvot-Ufficio vigilanza sugli obblighi di trasparenza», all’interno di Anac, sanziona l’ex sindaco leghista con 1.000 euro.

Voluntary disclosure

La prospettiva di questo costo, peraltro alleviato dall’assenza di pubblicità sul motivo della sanzione, nel 2016 deve evidentemente essere apparsa a Fontana di gran lunga preferibile al possibile costo reputazionale (per un politico sottoposto a standard di trasparenza ben più pregnanti che per un cittadino comune) del dover indicare — come altrimenti avrebbe dovuto fare se avesse ottemperato a presentare la dichiarazione 2016 sull’annualità 2015 — la disponibilità improvvisa di un nuovo cespite: i soldi in Svizzera della «voluntary disclosure» operata nel 2015 per sanare il «mancato assolvimento degli obblighi di monitoraggio fiscale dal 2009 al 2013». Cioè il fatto di aver utilizzato la legge per il rientro dei capitali illecitamente detenuti all’estero, legge che Fontana, a titolo di erede dopo la morte in giugno della 92enne madre Maria Giovanna Brunella, nel settembre 2015 usò per «scudare» 5 milioni e 300.000 euro detenuti in Svizzera da due «trust» (strumento giuridico di origine anglosassone per proteggere il patrimonio), creati alle Bahamas nel 2005 (dopo un inizio nel 1997) quando Fontana presiedeva il Consiglio regionale, e nei quali la madre dentista figurava «intestataria», mentre Fontana risultava in uno il «soggetto delegato» e nell’altro il «beneficiario economico».

Frasi contradittorie

Nel 2018, invece, sul sito della Regione compare normalmente lo stato patrimoniale dichiarato (ai fini dei medesimi obblighi di trasparenza) dal presidente della Regione relativo al 2017: stato patrimoniale che a quel punto può indicare senza più controindicazioni, cioè senza rischio di divulgare anche il sottostante utilizzo della «voluntary disclosure» nel 2015, il tesoretto di un «mandato fiduciario misto» da 4 milioni e 456.000 euro che appunto l’«Unione Fiduciaria» gli gestisce a Milano: semplicemente il segno di un avvocato benestante, ricchezza sulla quale difatti nessuno trova niente da ridire. Nel silenzio sulla «voluntary» del 2015 serbato anche ieri da Fontana in un’ora di discorso in Regione, la vicenda della sanzione Anac sembra poco conciliarsi con quanto il presidente appena l’altro ieri aveva proclamato: «Nelle dichiarazioni richieste dalle norme sulla trasparenza sono riportati nel dettaglio i miei patrimoni e non vi è nulla di nascosto».

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