Politica

Coronavirus, mossa di Von der Leyen: basta blocchi di materiale sanitario nell'Ue, condividere le mascherine

La presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen (ansa)
La presidente della Commissione europea interviene su Twitter. Una decisione a lungo meditata nelle ultime ore. Nel mirino in particolare il suo Paese: la Germania. Sassoli: "Giusto, solo così possiamo salvare i cittadini europei"
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Persino Ursula Von Der Leyen sta perdendo la pazienza con il suo Paese, la Germania. Perché si capisce da lontano un miglio che l'emergenza coronavirus mette a rischio la tenuta delle istituzioni europee. Da stamattina Von der Leyen pensava a un annuncio ufficiale per garantire il rispetto dell'export interno all'Unione del materiale sanitario (come anticipato da Repubblica). Una presa di posizione dovuta dopo il blocco della mascherine deciso da Berlino qualche giorno fa e giudicato incredibile (eufemismo) anche dalla presidente della commissione europea, a lungo ministro del governo tedesco. Poi venerdi, grazie al pressing proprio della commissione, Angela Merkel ha fatto marcia indietro e un decreto ha sbloccato la situazione. Però Von der Leyen voleva rafforzare il messaggio e ha messo a punto una dichiarazione pubblica. "Bisogna condividere il materiale protettivo in Europa", ha scritto su Twitter. "I divieti nazionali di vendita ad altri Paesi europei sono nefasti".


E precisa: "Oggi abbiamo adottato un sistema di autorizzazione delle esportazioni al di fuori dall'Ue, che dovranno dunque essere autorizzate dai governi europei". Il presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, commenta: "Dopo l'appello della presidente della Commissione Europea nessun governo assuma iniziative per limitare le forniture di materiale sanitario o adotti misure unilaterali per limitare la libera circolazione nello spazio europeo. La battaglia è europea e dev'essere condotta con un forte coordinamento da parte degli organi dell'Unione. Solo così si potranno aiutare i cittadini europei ad affrontare questa sfida. Basta andare in ordine sparso".


Già stamattina la presidente aveva intravisto un altro pericolo e ne aveva parlato con i commissari riuniti a Bruxelles o in videoconferenza: il blocco delle frontiere interne. Stava pensando a una misura per evitare che l'Europa ritirasse su i muri delle dogane e contro la libera circolazione. Il blocco delle frontiere esterne all'Unione poteva essere una soluzione.

Provvedimento temporaneo, di emergenza, ma necessario in questo momento. Anche a costo di alimentare polemiche sulla privazione di diritti fondamentali e sul fronte migratorio. A metà pomeriggio però è arrivato l'annuncio di una decisione autonoma della Germania, ancora da confermare ma abbastanza dettagliata. Chiuse le frontiere con Austria, Svizzera e Francia. Alle persone, non alle merci, si precisa. Ma se questa è la premessa, il secondo blocco potrebbe essere più vicino del previsto. Comunque già il primo appare molto grave.

Von der Leyen è in contatto con la Cancelliera. "Stiamo lavorando - dice un'autorevole fonte interna alla commissione - per evitare la chiusura delle frontiere soprattutto alle merci. Alle persone è sbagliato, ma alle merci è peggio. E' pericoloso. Avrebbe pesantissimi riflessi economici". Non solo. Le conseguenze avrebbe un impatto molto negativo anche nel contrasto alla pandemia. "Se si ferma la logistica diventa difficile distribuire materiale sanitario - prosegue la fonte della commissione -. Anche quello cinese è arrivato via Germania". I commissari di Bruxelles, dicono ancora dalla capitale belga, sono "riusciti ieri a superare il blocco delle mascherine franco tedesco". Adesso occorre fare ancora di più: scongiurare la totale chiusura europea che travolgerebbe tutto.  


 
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