Palermo

Il leader forzista Gianfranco Miccichè con il deputato renziano Luca Sammartino (di spalle) 

Italia Viva col centrodestra dall’Ars alle Comunali: in Sicilia il cantiere della nuova alleanza

Si lavora a un accordo fra i renziani e la coalizione che guida la Regione in grandi centri come Enna, Agrigento e Carini

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Formalmente è solo un incidente di percorso. Ma in casa Pd c’è già qualcuno che lo ha letto come il sintomo degli schieramenti che verranno. Il voto di Italia Viva all’Ars sul ddl sulla "semplificazione", che ha permesso alla maggioranza di varare la legge che dà pieni poteri al presidente della Regione in caso di emergenza, anima già lo scontro sulle amministrative di ottobre: da Enna a Carini, fino ad arrivare al Messinese, infatti, il partito di Matteo Renzi andrà in molti casi per conto proprio.

L’incidente, del resto, è diabolico nei numeri: il voto all’Ars è finito 32-24. Se i quattro renziani avessero votato contro, ci sarebbe stato un pareggio 28-28, e dunque la legge non sarebbe passata. "È una decisione inspiegabile — attacca il capogruppo del Partito democratico, Giuseppe Lupo — Spero che si sia trattato solo di uno sbandamento e che Italia Viva resti all’opposizione di Musumeci". Loro, i renziani, minimizzano: "Quel ddl — specifica Luca Sammartino — porta il mio nome. È un disegno di legge delle opposizioni e io ero il primo firmatario. L’emendamento approvato dal centrodestra sulle emergenze secondo me è incostituzionale. Ma votare a favore della legge nel suo complesso era naturale. Non ci sono accordi".

Eppure, in giro per la Sicilia, qualche accordo c’è. A Enna, ad esempio, i renziani pensano di correre con Maurizio Dipietro, l’uscente pronto a ricandidarsi sotto le insegne del centrodestra: un progetto senza simboli, nel quale però sono riconoscibili gli uomini di Forza Italia, Mpa e Diventerà Bellissima. "Con Dipietro — scandisce però Francesco Alloro, il figlio dell’ex deputato dem Mario che adesso guida i renziani nel capoluogo — le trattative potrebbero arenarsi se il sindaco si impuntasse a far entrare anche i leghisti. L’alleanza con Dipietro, però, resta la nostra collocazione naturale".

Una “collocazione naturale” che i renziani trovano scontata anche a Carini, il più popoloso centro chiamato al voto in provincia di Palermo: l’uscente è il dem Giovì Monteleone, ma Italia viva sosterrà Salvatore Sgroi, che raccoglie intorno a sé ampi pezzi di centrodestra. "I nostri consiglieri comunali — osserva il deputato regionale Edy Tamajo, uomo forte del partito nel Palermitano — sono sempre stati all’opposizione. Sarebbe stato innaturale allearsi adesso". Per Tamajo, però, non c’è un caso Italia Viva: "A Villabate — annota il deputato — sosteniamo Giovanni Pitarresi del Pd, a Misilmeri Rosalia Stadarelli. L’alleanza con i dem è solida".

Nel Messinese, però, la notizia non dev’essere arrivata. I più grossi centri chiamati al voto, nella provincia dello Stretto, sono Milazzo e Barcellona Pozzo di Gotto, e in entrambi i casi i renziani sono divisi fra l’anima degli ex Sicilia futura che fanno capo a Giuseppe Picciolo e quella degli ex dem che invece fanno riferimento a Giuseppe Laccoto, referente provinciale del partito. A Milazzo il Pd sostiene compatto Giovanni Formica, mentre Picciolo dialoga apertamente con Pippo Midili, riferimento locale di Diventerà Bellissima: più sfumata, invece, la posizione degli ex dem confluiti alla corte renziana, che ancora non si sono espressi esplicitamente ma che sembrano non trovare impossibile l’accordo con Formica. Più in divenire la situazione a Barcellona: il centrosinistra ha scelto con le primarie Antonio Mamì, ma gli uomini di Picciolo non hanno preso parte alla discussione. "Noi — sbuffa però Laccoto — guardiamo in campo aperto, ci muoviamo a 360 gradi in un’ottica civica".

"È preoccupante — osserva sulla sponda Pd l’ex deputato ed ex segretario della Cgil Filippo Panarello — che il gruppo di Sicilia futura si muova apertamente per conto proprio". Come del resto sta accadendo nell’altro capoluogo chiamato al voto, Agrigento: il Pd ragiona sul “campo largo” con M5S e sinistra e cerca un candidato — l’ultimo nome è quello di Franco Miccichè — ma ai tavoli Italia Viva non si è ancora vista. Le amministrative in Sicilia possono cambiare lo scenario delle alleanze. E le prove generali, forse, ci sono già state all’Ars.