Esteri

Scoperta in Israele: gli ebrei facevano uso di cannabis già 2700 anni fa durante le cerimonie rituali

L'altare sul quale sono state trovate tracce di cannabis (afp)
Un'équipe di ricercatori ha trovato residui su due altari del santuario di Tel Arad, uno dei siti archeologici più importanti del Paese, a sud del Mar Morto
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GERUSALEMME – Gli ebrei facevano uso di cannabis durante le cerimonie rituali all'epoca del Primo Tempio di Gerusalemme, 2700 anni fa. È la curiosa scoperta di uno studio pubblicato venerdì sulla rivista dell'Istituto di archeologia dell'università di Tel Aviv da Eran Arie, curatore dell'area archeologica del Museo d'Israele e da Dvory Namdar, chimica e archeologa dell'Istituto Volcani, specializzato nella ricerca agricola e botanica.

I ricercatori hanno esaminato dei residui trovati su due altari del santuario di Tel Arad, uno dei siti archeologici più importanti di Israele, a sud del Mar Morto, risalente intorno al 750 a.C. e rinvenuto negli anni '60 nel corso degli scavi condotti dall’archeologo Yohanan Aharoni. Usando la gascromatografia e la spettrometria di massa, i ricercatori hanno potuto identificare oggi ciò che non era riuscito ai loro predecessori nel 1963: i residui trovati sull'altare minore presentano tracce di Thc, cannabidiolo e cannabinolo, i principi attivi della cannabis. E insieme a essi anche residui di letame, che i ricercatori riconducono al combustibile che permetteva alla cannabis di bruciare alla temperatura necessaria per attivare i composti psicoattivi della sostanza. Questo a differenza dei residui rinvenuti sull'altare maggiore: franchincenso, un incenso pregiato proveniente dalla penisola arabica, e grasso, che porta la materia a raggiungere temperature più elevate necessarie affinché rilasci il suo aroma.
"Per portare a uno 'stato di alterazione' con la cannabis è necessaria una temperatura non troppo alta, per non rischiare di bruciarla, e la differenza tra i combustibili utilizzati dimostra una certa competenza in materia", spiega Dvory Namdar in un'intervista al quotidiano Haaretz. Altro elemento significativo della ricerca è che, siccome entrambe le sostanze erano importate con costi molto elevati, e dal momento che il santuario di Tel Arad era costruito sul modello del grande Tempio di Gerusalemme – distrutto nel 586 a.C. con la conquista babilonese – gli archeologi ipotizzano che se il rituale era utilizzato in una zona periferica del Regno di Giudea, probabilmente era una pratica di culto istituzionalizzata dal governo centrale che ne sovvenzionava i costi e certificava la legittimità.

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"L'utilizzo di sostanze allucinogene per ragioni di culto è attestato nelle culture umane dal Neolitico", dice Arie. "Ma questa è al momento la più antica evidenza dell’uso di cannabis nel Medio Oriente antico". Gli abitanti del Regno di Giudea nell’VIII secolo a.C. entrano ora a far parte di questo 'club'.

A differenza di allora, quando la cannabis veniva importata probabilmente dal lontano Oriente, oggi Israele è uno dei leader al mondo per la produzione di marijuana per fini terapeutici, legalizzata già negli anni '90 a fini terapeutici, tanto che anche l'ex premier Ehud Barak negli ultimi anni ha fatto grandi e redditizi investimenti nel settore. Resta ancora penale il consumo personale.
Oren Leibovich, leader della campagna pro-legalizzazione, ha fatto notare che nel nuovo governo Netanyhau-Gantz 19 su 34 ministri hanno posizioni favorevoli alla legalizzazione e questa "deve essere l'occasione per portare avanti innanzitutto la battaglia per la decriminalizzazione, come primo passo necessario sulla via della regolamentazione del consumo e del mercato".