19 maggio 2020 - 14:32

Dal Nucleare agli ecomostri, i 40 anni di battaglie di Legambiente

Il 20 maggio 1980 nasceva l’associazione ambientalista. Un libro e dirette Internet per raccontare l’impegno per la natura e la società. Il presidente Ciafani: «Senza di noi il Paese sarebbe stato profondamente diverso»

di Riccardo Bruno

Dal Nucleare agli ecomostri, i 40 anni di battaglie di Legambiente
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In quarant’anni è cambiata l’Italia e la sensibilità all’ambiente. Agli inizi degli anni Ottanta si temeva il nucleare, adesso le epidemie e il riscaldamento globale. Leggendo la storia di Legambiente, che fu costituita il 20 maggio 1980, esattamente quattro decenni fa, si può scorrere la storia di questo Paese, le battaglie per una vita migliore, gli allarmi a volte inascoltati per troppo tempo e i successi, la consapevolezza cresciuta che lo sviluppo non può dimenticarsi della natura. «Il nostro Paese sarebbe stato profondamente diverso se in questi quattro decenni non ci fosse stata Legambiente» scrive Stefano Ciafani, l’attuale presidente dell’associazione, nella presentazione del libro La nostra Italia, un’opera collettiva per tracciare un bilancio e per segnare un cammino.

Identità e autonomia

La copertina del libro «La nostra Italia»
La copertina del libro «La nostra Italia»

Quarant’anni fa la più diffusa organizzazione ambientalista in Italia — tre sedi nazionali, 18 sedi regionali, 1.000 gruppi locali, 115.000 soci e sostenitori — nasce come costola dell’Arci e si chiama ancora Lega per l’ambiente (diventerà Legambiente nel 1992). Sono gli anni delle mobilitazioni contro il Nucleare, è ancora forte la memoria dell’incidente di Seveso del 1976, sempre più impellente diventa l’impegno contro lo smog nelle città o per tutelare il mare e i litorali, invasi dalla plastica o devastati dal cemento. Legambiente scende in campo, mobilita energie, si muove nel panorama e nei valori della sinistra ma sin da subito cerca autonomia e una propria identità. Nel 1983, ad esempio, in contrasto con le posizioni di Arci e Pci e la loro idea del pacifismo solo in chiave antiamericana, aderisce a una manifestazione di Comunione e Liberazione a sostegno dei dissidenti nell’Est Europa. Lotta su grandi temi e impegni tangibili. Come quando, nell’autunno dello stesso anno, nel pieno della campagna contro i missili nucleari a Comiso, lancia la raccolta fondi «Un mq di pace» per l’acquisto di una vigna adiacente alla base.

Le campagne

Le tante campagne di Legambiente hanno segnato la vita dell’associazione e cambiato il Paese: da «Goletta Verde» a «Puliamo il mondo», dal «Treno Verde» ad «Abbatti il mostro». «È la stessa Legambiente, sempre uguale e allo stesso tempo diversa — scrive ancora il presidente Ciafani — che si è confrontata con i Comuni e le imprese del territorio per l’istituzione di aree protette e per la promozione di un turismo sostenibile. Ha convinto i pescatori di Manfredonia a salvare le tartarughe Caretta Caretta, finite accidentalmente nelle loro reti, e gli allevatori più moderni a coniugare le loro attività con la tutela dell’orso e del lupo. Ha lavorato per la sostenibilità nelle politiche urbane e promosso l’innovazione dei piccoli comuni con “Voler bene all’Italia”. Ha unito il messaggio della musica con quello della tutela ambientale e della solidarietà grazie a “Festambiente”. Ha contribuito a salvare vite umane e opere d’arte dopo alluvioni o terremoti. Ha stretto alleanze con magistrati e forze di polizia per combattere le ecomafie e la criminalità ambientale e con la parte più coraggiosa del mondo agricolo per fermare gli ogm. Ha contestato, prima degli altri, scelte sbagliate come l’energia dal nucleare, l’usa e getta in plastica, l’eccesso di fitofarmaci, il consumo di suolo e i sussidi alle fonti fossili. Ha denunciato pagine oscure di storia italiana, come la Terra dei fuochi o le “navi dei veleni” affondate nel Mediterraneo».

La festa

Legambiente festeggia, come detto, i suoi primi 40 anni con il libro La nostra Italia (si può scaricare il pdf dal sito di Legambiente sostenendo la campagna Tartalove con una donazione minima di 5 euro), che raccoglie i contributi di 80 dirigenti dell’associazione e 28 interviste a «compagni di viaggio» (come l’ex ministro dell’Ambiente Edo Ronchi, la presidente del Kyoto Club Catia Bastioli, Piero Pelù, don Luigi Ciotti, Maurizio Landini, Maurizio Costanzo), e con un Vocabolario del cambiamento, 33 voci da Abusivismo a Volontariato. E anche con una diretta video mercoledì 20 maggio alle 21.30 sui siti internet di Legambiente e della rivista Nuova Ecologiae sulle rispettive pagine Facebook. Non tanto per celebrare ma per raccontare un’avventura che continua. Come spiega bene don Luigi Ciotti: «Non dobbiamo stancarci di ricercare, approfondire, denunciare, mostrando non solo a parole ma con le azioni che c’è una parte consistente d’Italia che si ribella al sonno o all’anestesia delle coscienze, che non asseconda i giochi di potere, le ingiustizie – molte delle quali tutelate da leggi ingiuste – la diffusione dell’indifferenza e l’emorragia dell’umano».

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