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Conte-Fontana, scontro sulle mancate zone rosse ad Alzano e Nembro. "La Regione poteva far di più". "Colpa di entrambi"

La Lega: "In serata telefonata di Mattarella al governatore"

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Ieri sera una telefonata di Sergio Mattarella ha chiuso la lunga giornata del presidente della Lombardia Attilio Fontana: il presidente della Repubblica ha espresso "pieno sostegno all'attività del governatore, della Regione, dei medici e dei sindaci" fanno sapere fonti della Lega. In giornata Fontana, nel pieno delle polemiche per le Rsa dopo il caso Pio Albergo Trivulzio sollevato da Repubblica, aveva avuto uno scontro a distanza col premier Giuseppe Conte sulle mancate chiusure dei comuni di Alzano e Nembro. Il presidente del Consiglio in giornata si era detto convinto che "se la Lombardia avesse voluto, avrebbe potuto fare di Alzano e Nembro zona rossa" visto che "le Regioni non sono mai state esautorate del potere di adottare ordinanze contingibili e urgenti". E Fontana aveva replicato dicendo: "Io non ritengo che ci siano delle colpe in questa situazione. Ammesso che ci sia una colpa, la colpa eventualmente è di entrambi".

In realtà la Regione aveva chiesto già il 3 marzo la zona rossa nella Bergamasca e il governo con il decreto dell'8 marzo ha fatto diventare zona rossa tutta la Lombardia, quindi "forse su Alzano si sarebbe potuto fare qualcosa di più rigoroso, ma dopo che era stata istituita una zona rossa noi non avevamo neanche da un punto di vista giuridico la possibilità di intervenire". Conte nella sua confrenza stampa serale dopo il Consiglio dei ministri ha precisato di non aver voluto "fare polemica" o "ricercare le responsabilità di altri. Ho bisogno della collaborazione di tutti, governatori e sindaci. Mi è stato chiesto se il governatore della Lombardia poteva assumere ordinanze più restrittive e abbiamo risposto che non abbiamo impedito di farlo, altri governatori lo hanno fatto. Ma non voglio imputare o scaricare responsabilità. Abbiamo sbagliato o fatto bene? Noi riteniamo di aver agito in scienza e coscienza e ce ne assumiamo tutta la responsabilità. Ci sarà poi il tempo per giudicare e io non mi sottrarrò".

La Lega poi riferisce della telefonata di Mattarella a Fontana, cercando poi di darle un significato che non trova conferme dalle parti del Quirinale. Quello di ieri tra Conte e Fontana non è neppure il prima scontro in tempi recenti tra i due. Il 25 febbraio scorso il premier aveva detto: "Abbiamo due focolai del virus, uno dei quali è nato, complice un ospedale che non ha osservato determinati protocolli, favorendo la nascita di uno dei focolai che cerchiamo di contenere con misure draconiane”. Parole che erano “inaccettabili” per Fontana. “Una dichiarazione da parte di una persona ignorante”, aveva rincarato l’assessore lombardo al Welfare Giulio Gallera. E nella videoconferenza tra premier e presidenti di Regione lo scontro era diventato ancora più aceso, con Fontana che adirittura aveva lasciato l'incontro virtuale, salvo poi tornare soltanto dopo uan telefonata del ministro della Difesa Lorenzo Guerini che è stato in passato anche sindaco di Lodi.
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