31 marzo 2020 - 15:00

Coronavirus, Brusaferro: «Stiamo arrivando al plateau dei contagi, indice contagiosità intorno a 1»

Il presidente dell’Istituto superiore di sanità vede una decrescita dei nuovi casi in Lombardia e nelle Marche. «Ma guai ad abbassare la guardia, ora gestire la discesa»

di Claudio Del Frate

Coronavirus, Brusaferro: «Stiamo arrivando al plateau dei contagi, indice contagiosità intorno a 1»
shadow

«La curva ci mostra che sembra stiamo arrivando a una sorta di plateau (la fase in cui il picco si mantiene stabile per un certo periodo, ndr), un dato che ci dimostra che le misure stanno funzionando. Declinandolo nelle tre aree, abbiamo quella a più alta circolazione al nord, una intermedia con alcune migliaia di casi e altre che sono con un numero contenuto di casi, a limitata circolazione». Lo ha detto il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità Silvio Brusaferro al punto stampa all’Iss sull’andamento epidemiologico. «A oggi l’indice di contagiosità del virus», cioè quante persone ogni malato può contagiare, «è intorno a 1. L’obiettivo è che vada sotto 1 e poi arrivi a zero», ha detto. «Dobbiamo mantenere tale indice sotto l’uno, intorno allo 0,5, con misure efficaci, per il valore zero contagi ci vorranno mesi». (Qui la spiegazione della matematica del contagio di Paolo Giordano)

Il presidente dell’Iss si è spinto ancora più in là, «vedendo» addirittura «una decrescita dei nuovi casi in Lombardia, anche se il loro numero è ancora significativo. L’esperto ha sottolineato anche una decrescita nelle Marche. «Abbiamo raggiunto il plateau ma questo non vuol dire che dobbiamo abbassare la guardia: pure se siamo in cima ora dobbiamo gestire la discesa» ha aggiunto Brusaferro. «Le scelte che dovranno essere prese in una fase di curva discendente dovranno evitare comunque di perdere il controllo dell’epidemia. Dobbiamo capire con che velocità scende la curva, oggi è difficile immaginare un azzeramento in tempi brevi».

Brusaferro ha anche parlato della ripresa — e dei test che potrebbero essere necessari per poterne assicurare la riuscita senza ricadute. «Servono test più rapidi per la ricerca degli anticorpi», ha detto. «Stiamo pensando di fare questo tipo di indagine e stiamo mettendo a punto le tecnologie per poterlo fare».

Nelle previsioni degli esperti, questo è quanto ci si auspicava: una situazione cioè in cui il numero giornaliero dei nuovi casi diventa costante o addirittura calante. La tendenza da qualche giorno si stava verificando in Italia e in particolare in Lombardia. A livello nazionale si è passati in pochi giorni da un incremento quotidiano di 6.500 casi a 4.000 circa (ieri). Il «picco» al 31 marzo era stato previsto dall’esperto di big data dell’università dell’Insubria Davide Tosi in un paper pubblicato all’inizio di marzo. Tosi era arrivato a questa conclusione osservando in anticipo l’andamento dei contagi a Wuhan. Secondo le previsioni ora è facile attendersi un «appiattimento» della curva complessiva dei malati per poi iniziare una lenta flessione. Fino all’azzeramento dei casi previsto in Italia nella seconda metà di aprile.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
ALTRE NOTIZIE SU CORRIERE.IT