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Coronavirus – Banfi dice sì alla rivoluzione: “70 posti per quarantene e convalescenze nel vecchio Sant’Anna”. La palla passa a Ats

In questi ultimi tempi siamo stati sollecitati da più parti, attori istituzionali, protagonisti di rilievo e di diversa estrazione politica, a prendere in esame l’utilizzo di strutture collocate all’interno del compendio del vecchio ospedale Sant’Anna al fine di renderle disponibili per l’emergenza Covid“.

Così in questi minuti il direttore generale del Sant’Anna, Fabio Banfi, annunciando una la proposta una nuova rivoluzione nella gestione dell’emergenza sanitaria.

Spiega il numero uno di via Ravona: “Abbiamo immediatamente escluso di poterle dedicare al ricovero di pazienti acuti perché ciò necessiterebbe di investimenti attualmente insostenibili, dotazioni organiche e strumentazioni complesse, pertanto potranno essere destinate all’accoglienza di pazienti a cui viene indicata una permanenza a casa per limitazioni nazionali, in isolamento domiciliare fiduciario o obbligatorio posti nelle condizioni di non poterlo realizzare efficacemente al proprio domicilio”.

Così l’potesi si è fatta concreta. “E’ stata fatta dagli uffici competenti una iniziale preliminare valutazione che potrebbe contemplare, previa la realizzazione di interventi manutentivi privi di carattere di straordinarietà, l’utilizzo di tre edifici in grado di ospitare complessivamente 70 soggetti circa, sospetti Covid, Covid positivi o negativizzati in attesa di conferma della negatività, necessitanti di un livello assistenziale di bassa soglia, seguiti, nelle modalità espresse dalle indicazioni regionali, dal Medico di Medicina Generale e dall’ATS”.

Ora la palla passa a Ats. “Qualora – dice il direttore – questa disponibilità della Asst Lariana, per la durata dell’emergenza in atto, intenda essere accolta si ritiene essenziale una attenta valutazione dell’Ats in ordine ai criteri di inclusione degli ospiti nelle tre aree identificate, che consentirebbero, peraltro, una separazione di pazienti Covid positivi da quelli in osservazione”.

Infine, da Banfi una precisazione essenziale: “E’ di tutta evidenza che Asst Lariana, fortemente impegnata a garantire un elevato profilo clinico-assistenziale ai sempre più numerosi pazienti acuti e critici, rimane estranea, per finalità istituzionali, agli scopi di natura prevalentemente custodialistica sopra descritti, e non è contemplabile possa essere coinvolta in alcun modo nel garantire ambiti assistenziali, supporti alimentari e tutto ciò possa essere utile a garantire una domiciliarizzazione protetta, ad eccezione della messa a disposizione alla comunità comasca degli edifici ubicati nel compendio del vecchio Sant’Anna. Nel rinviare la valutazione di questa disponibilità dell’Asst Lariana ai livelli istituzionali competenti, rimaniamo a disposizione per ogni eventuale ulteriore chiarimento”.

Il primo a lanciare l’ipotesi vecchio ospedale era stato, nei giorni scorsi il consigliere regionale dem, Angelo Orsenigo. Lo abbiamo intervistato il 21 marzo:

 

La scelta dell’autorità sanitaria permetterà a Como di continuare a prendersi cura dei propri malati, tenendoli sul proprio territorio, vicino alle loro famiglie”, commenta a caldo Orsenigo.

“Riaprendo gli spazi, si creano posti letto: una decisione -spiega – che tende una mano verso chi ha bisogno di un posto sicuro e protetto dove trascorrere la propria quarantena o convalescenza. Situazioni altrimenti impossibili da gestire in solitudine o in nuclei familiari troppo ampi”.

Riattivare il presidio di via Napoleona, secondo Orsenigo, non è poi solo una misura emergenziale ma un investimento sul futuro: “Veniamo da anni di tagli costanti alla sanità lombarda che hanno ovviamente indebolito il sistema. Se oggi torniamo a reinvestire nei nostri presidi, un domani saremo in grado di affrontare qualsiasi eventualità ed emergenza”.

“Fa indubbiamente piacere vedere che altri esponenti e forze politiche hanno trovato la forza di convergere su un obiettivo comune in una situazione di emergenza. Ringrazio anche il direttore generale di Asst Lariana, Fabio Banfi, per aver raccolto la proposta. Adesso è tempo di lavorare affinchè questa diventi realtà. La riapertura del vecchio Sant’Anna è una svolta fondamentale per Como nella dura lotta al Coronavirus – conclude Orsenigo – oggi sappiamo di avere spazi e risorse disponibili in questa importante sfida con il Covid-19”.

In questi minuti è intervenuto il deputato comasco di Fratelli d’Italia, Alessio Butti.

“Leggo ora un comunicato stampa dell’Asst Lariana. È molto importante la decisione dell’Azienda Ospedaliera S.Anna – dice Butti – di mettere a disposizione della comunità comasca, e non solo, alcuni edifici della vecchia struttura di Via Napoleona. Era la decisione che auspicavo e attendevo ed è giunta tempestiva. Quindi non letti per acuti, che come tali avrebbero richiesto impiego di personale e strumenti, ovviamente ora concentrati sul S.Anna di San Fermo, ma ospitalità per i convalescenti che non possono ancora fare ritorno a casa“.


“Ringrazio il vertice del S.Anna, rappresentato dal DG Fabio Banfi, non solo per l’encomiabile lavoro che tutta la sua struttura sta svolgendo per combattere la pandemia, ma anche per la sensibilità con cui si cala nel contesto sociale del nostro territorio e già dimostrata al Comune di Como nell’aver messo a disposizione l’edificio di via Cadorna per anziani e senza tetto“, aggiunge Butti.

E sottolinea: “Sono queste le sinergie che vanno alimentate. Sono queste le strategie virtuose che devono essere condivise. Del resto l’ospedale S.Anna è patrimonio della nostra comunità umana e territoriale da sempre e la nostra comunità, indipendentemente dalle visioni ideologiche e partitiche, deve abbracciarlo virtualmente con affetto e gratitudine sinceri. Stiamo uniti e compatti, rispettosi delle ordinanze, per battere la malattia e per fare in modo che il sacrificio degli amici che, a causa sua non ci sono più o combattono la battaglia più complicata della loro vita, non sia vano”

Ora sono convinto – conclude Butti – che l’Amministrazione Provinciale (magari con Ats), come concordato, s’impegnerà a coordinare tutti gl’interventi connessi all’ospitalità in quanto le persone convalescenti devono nutrirsi e godere di una seppur minima comunque doverosa assistenza. Molto bene!“.

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