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I decessi da coronavirus in Italia superano i diecimila, mentre arrivano segnali di tensione dalle regioni meridionali, dove ci sono famiglie che dopo tre settimane di blocco non hanno i soldi per fare la spesa. Giuseppe Conte, in conferenza stampa prova a dare una risposta a queste richieste di aiuto, parlando di ingenti stanziamenti per i comuni. Il Copasir evidenzia tentativi di destabilizzazione provenienti dall’estero attraverso l’uso scientifico di fake news. Il consueto e prezioso racconto dell’andamento epidemico nei grafici di Luca Gattuso.
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Oggi però dobbiamo cominciare con una triste notizia: ci ha lasciati il nostro Raffaele Masto, per tutti noi “Raffa”.
Il ricordo di Massimo Bacchetta:


Raffaele Masto era un conoscitore straordinario di cose di Africa.
Un giornalista e un viaggiatore vero, di quelli che vanno a vedere direttamente e poi riferiscono, senza farla troppo grossa ma con la capacità di avvolgerti nella storia che raccontano.

Per noi della radio lui era “Raffa”, da sempre, e per sempre il suo nome sarà associato ad alcuni ricordi.

Il primo è senza dubbio quello dell’umanità e della simpatia.
Raffa le aveva entrambe. Forti, dolci e calde. Sapeva alleggerire, sapeva ascoltare, era uno di quelli con cui è bello parlare e anche confidarsi. Era una sua dote.
Per quasi ognuno di noi aveva coniato negli anni un nomignolo, storpiando nome o cognome e lo usava ogni volta come saluto. A ognuno di noi almeno una volta ha dedicato il suo mantra “Tu sì che vai bene”, o il suo motto “Sono l’unico regolare qui dentro”.

Poi ci sono i suoi viaggi, l’Africa.
Raffa ogni tanto ci andava e poi la raccontava. A partire da storie grandi o da storie piccole, poco cambiava, come gli ascoltatori sanno. Lui è uno di quelli che l’Africa la raccontava già quando ancora in Italia nessuno o quasi ne parlava. Sull’Africa lui era il nostro vocabolario e la nostra bussola, di quasi ogni notizia poteva parlare perché in ”quel posto” lui c’era anche stato.
Era una miniera di aneddoti.

Poi ci sono i molti libri sull’Africa, quelli che lui ha scritto, e i moltissimi incontri in giro per l’Italia a cui lui veniva costantemente e continuamente invitato, per parlare di Africa. Lui appena aveva tempo accettava. Un’agenda fittissima, sulla cui base la segreteria cercava poi di costruire i suoi turni in redazione. Finchè non riusciva a partire per qualche nuovo viaggio.

In questo modo, fino a qualche mese fa, Raffa è stato con noi per anni ogni giorno in radio.
A lavorare, scrivere, raccontare, fare battute e alleggerirci la vita.

Poi di punto in bianco ha avuto un problema di salute importante, di punto in bianco ci ha tenuto con il fiato sospeso. Per settimane, finché è arrivato il trapianto di cuore, finché dopo un po’ anche il miracolo è sembrato possibile, finché passo dopo passo le cose si sono rimesse nella direzione giusta, sulla strada della speranza, e Raffa, anche se in ospedale, si è rimesso a sorridere, che era una delle sue caratteristiche principali e più belle.

Poi è arrivato il 21 febbraio, il virus. E in Italia da quel giorno tutto è cambiato per migliaia di persone. E da oggi purtroppo anche per noi.

Raffaele Masto era una persona allegra, umana, un grandissimo conoscitore dell’Africa, un narratore formidabile.

Per noi era Raffa, gli volevamo bene.

Tutta Radio Popolare abbraccia sua moglie Gisele e i suoi moltissimi amici.



L'analisi di Vittorio Agnoletto sui dati dell'epidemia diffusi oggi

Con 889 nuove morti, il numero delle vittime correlate al coronavirus in Italia ha superato la soglia psicologica di 10mila. 

È questo il dato più evidente che emerge oggi dal bollettino della protezione civile che testimonia, però, una leggera flessione. Sia il numero di morti, sia quello di nuovi positivi è stato inferiore rispetto a ieri.

È tornato in conferenza stampa, dopo alcuni giorni di assenza il capo della protezione civile Borrelli. Ha illustrato i dati di oggi che dicono: 3651 casi di positività in più, circa 800 in meno rispetto a ieri. Il totale delle persone attualmente positive è di 70065. Numeri incoraggianti, invece, per quanto riguarda i guariti: i pazienti dimessi sono stati 1434, il triplo rispetto a ieri.





Il discorso di Conte (e la polveriera sud)

(di Luigi Ambrosio)

L’attesa era per il prolungamento delle misure di contenimento. Invece, nel suo discorso questa sera Conte ha detto poco, se non che difficilmente le scuole riapriranno il 3 aprile, ed era scontato, e che sulla riapertura delle attività produttive non essenziali si dovranno discutere modi e tempi. Questa sera Conte ha parlato di un’altra emergenza, che è diventata la più importante. Le conseguenze economiche del blocco sugli italiani. Per molti, il problema sta diventando urgente, come fare la spesa ad esempio. 

Conte ha annunciato uno stanziamento di 4,3 miliardi di Euro per i Comuni. 

400 milioni di Euro saranno erogati per buoni spesa e per la distribuzione del cibo. Una misura eccezionale, che dà l’idea della gravità del momento.

“Tanti soffrono ma lo Stato c’è” ha detto Conte. “Daremo una risposta veloce a chi ha bisogno” ha aggiunto promettendo ad esempio i pagamenti della cassa integrazione entro la metà di aprile.

Del resto, qualche segnale di insofferenza, tentativi di fare la spesa senza pagare, proteste isolate, soprattutto al Sud, ci sono state. Nessuna azione coordinata, per ora l’allarme per azioni e rivolte guidate politicamente al sud rimane una ipotesi. Ma non è detto che le cose non possano evolvere in peggio. Milioni di persone che vivono del sommerso, del nero, oggi sono senza alcuna tutela e rischiano di potersi rivolgere solo alle reti della criminalità organizzata. Le aree economiche più fragili del Paese rischiano il collasso – sono in grave crisi quelle più forti, del resto, figuriamoci le altre. Ci sono politici e gruppi di potere senza scrupoli pronti ad approfittarne. Episodi come quello del Generale dei Carabinieri a riposo che evoca un colpo di Stato sono di per sé poca cosa. Stigmatizzato da tutti, la questione si è chiusa lì. Ma un sottobosco di pagine e profili social dai richiami nazionalisti e populisti che alimentano il malcontento in maniera pericolosa sono la punta di un iceberg. Paranoia, complotto, la classica dinamica del popolo contro l’élite finanziaria. Nulla di organizzato, per ora. Ma la quarantena sarà lunga, c’è chi invita esplicitamente Salvini, per dire, ad aizzare le paure delle persone e c’è chi, sotterraneamente lo sta già facendo. 

Anche per questo è urgente intervenire in maniera massiccia con un piano di aiuti economici per le persone in difficoltà, ed è urgente farlo subito.

Quello di oggi è un primo passo. L’ostacolo più grande oggi è nell’Unione Europea. I Paesi dell’Europa del Nord e dell’Est si oppongono a condividere l’onere dei debiti che andranno fatti. 

“Qui c’e’ un appuntamento con la storia e tutti devono essere all’altezza” ha detto stasera Conte.


Il Sud rischia di esplodere

(di Mattia Guastafierro)

Dalla crisi sanitaria al rischio di tensioni sociali. Dal sud arrivano in questi giorni tanti segnali di disagio. È il malcontento di quel mondo sommerso rimasto fuori dagli aiuti del governo. Lavoratori in nero che con la chiusura delle attività hanno perso il proprio reddito. Operai in disoccupazione per cui è terminato anche il sussidio. E’ una situazione che vive Termini Imerese, il paese nel palermitano, devastato dalla crisi Fiat e Bluetech. All’ex sindaco Francesco Giunta stano arrivando messaggi disperati.

“Tantissimi ex operai, centinaia di famiglie che erano collegati all’indotto Fiat stanno letteralmente esplodendo. Poi ci sono gli invisibili da cui mi arrivano richieste di spesa, latte, olio. Stiamo vivendo una terza guerra mondiale”, dice Giunta.

Su Facebook intanto nascono gruppi che inneggiano alla rivolta. “Per farci sentire dobbiamo razziare i supermercati”. “Chi è pronto alla guerra il 3 aprile lo scriva qui”, si legge su gruppi che contano già migliaia di sostenitori. Qualche giorno fa in un punto vendita di Palermo alcune persone e si sono presentate alle casse, rifiutandosi di pagare. In Campania segnalazioni di furti alle persone fuori dai supermercati con la spesa in mano. Una situazione esplosiva di cui è consapevole il ministro per il Sud Provenzano che ipotizza l’estensione del reddito di cittadinanza. E che è ben presente anche ai servizi segreti. Resta da capire se la criminalità organizzata si stia già approfittando della situazione. “La mafia ha cambiato strategia da qualche anno. Non è più violenta, è subdola. Io credo che la criminalità organizzata che non ha scrupoli utilizzerà il malcontento come cavallo di Troia”, conclude Giunta.


 

Il Copasir lancia l’allarme sulle ingerenze straniere a colpi di fake news

L’Intervista a Enrico Borghi (Pd) componente del Copasir, il comitato di sicurezza della Repubblica

(di Luigi Ambrosio)

“L’evidenza ci dice che è in corso una campagna infodemica nei confronti di una serie di Paesi dell’Unione Europea, fra cui l’Italia e la Spagna, finalizzata a diffondere false informazioni attraverso soprattutto l’utilizzo della rete e tendenti ad aumentare il grado di preoccupazione o di rancore nella popolazione. 

Stiamo parlando  di una serie di dinamiche già descritte nel 2017 in un documento pubblico  realizzato dall’ European Union External Action. L’apposito servizio dell’Ue ha descritto quali sono le attività di disinformazione infodemica diffuse e propagate con l’utilizzo della rete e una serie di strumenti connessi: dai cosiddetti troll, a una serie di centrali che, in maniera ossessiva e meccanica, rilanciano una serie di false informazioni  da siti di dubbia appartenenza o evidenza non certa. 

Si tratta di informazioni che non si fondano su un dato di oggettiva realtà.

Ci sono diverse false informazioni che in questi giorni si stanno diffondendo e che purtroppo trovano anche una serie di riscontri da parte di soggetti istituzionali che credo dovrebbero fare attenzione prima di dare la loro validazione, e verificare l’effettiva realtà delle informazioni.”




L’andamento dell’epidemia di COVID-19 in Italia
A cura di Luca Gattuso

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