ServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùL’andamento dell’epidemia

Nuova variante Covid Pirola, preoccupano le sue mutazioni

La variante Pirola (BA.2.86) è stata finora individuata in 6 Paesi: Israele, Danimarca, Regno Unito e Stati Uniti, Svizzera, Sudafrica. Con oltre 10 casi registrati,come riporta il Daily Mail Online. Ma oggi con all’attivo diverse ondate successive di Covid e il lancio di booster aggiornati, l’immunità globale è più alta e la maggior parte degli esperti non si aspetta che la variante Pirola abbia lo stesso impatto di Omicron

Covid, nuove varianti spingono l'aumento dei casi

5' di lettura

Diversi gruppi di scienziati si stanno affrettando a studiare la nuova variante di Sars-CoV-2 BA.2.86, battezzata Pirola dai “variant-tracker” sui social. Obiettivo: capire il prima possibile se la variante, già rilevata in 3 continenti, debba essere considerata una preoccupazione a livello globale oppure se si tratti di “molto rumore per nulla”. Diversi laboratori l’hanno rilevata la scorsa settimana. Sebbene il lignaggio sembri raro, è molto diverso dalle altre varianti circolanti oggi e porta numerosi cambiamenti nella proteina Spike, che è un obiettivo chiave dell’attacco del sistema immunitario al virus Sars-CoV-2.

Le similitudini con Omicron

Alla new entry è stato dedicato un approfondimento su Nature online, per chiarire quello che al momento si sa e cosa si vuole capire. Per alcuni scienziati, l’emergere di BA.2.86 ricorda i primi giorni della variante Omicron a fine 2021, quando colleghi sudafricani notarono un lignaggio dall’aspetto strano che divenne rapidamente globale.

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«C’è un po’ di déjà vu», afferma Adam Lauring, virologo e medico specializzato in malattie infettive, University of Michigan ad Ann Arbor, il cui laboratorio ha identificato una persona infetta da BA.2.86. Certo, oggi con all’attivo diverse ondate successive di Covid e il lancio di booster aggiornati, l’immunità globale è più alta e la maggior parte degli esperti non si aspetta che BA.2.86 abbia lo stesso impatto di Omicron. «Ci sono buone ragioni per pensare che non sarà così, ma siamo solo agli inizi», aggiunge Lauring.

I Paesi coinvolti

Quello che si sa di Pirola è che finora la variante è stata individuata in 6 Paesi: Israele, Danimarca, Regno Unito e Stati Uniti, Svizzera, Sudafrica. Con oltre 10 casi registrati come riporta il Daily Mail Online. L’Organizzazione mondiale della sanità ha designato BA.2.86 come variante sotto monitoraggio (Vum). Sembra essere una discendente della vecchia Omicron BA.2, che aveva causato grossi picchi di contagi a inizio 2022. Tuttavia, la proteina spike di BA.2.86 - la molecola che Sars-CoV-2 usa per entrare nelle cellule umane - porta 34 cambiamenti rispetto a BA.2.

Nessuno dei casi sembra collegato

Molti dei cambiamenti di Pirola, osservano gli esperti, sono in quelle regioni della Spike che vengono bersagliati dagli anticorpi neutralizzanti, afferma Bloom, che la scorsa settimana ha pubblicato un’analisi preliminare della variante. Per questo motivo, si legge nell’articolo, «ci sono buone probabilità che la variante riesca a sfuggire ad alcuni degli anticorpi neutralizzanti» innescati da precedenti infezioni e da richiami vaccinali. Un’altra caratteristica che non passa inosservata è la distribuzione geografica: nessuno dei casi sembra essere collegato, comprese le tre infezioni in Danimarca, rilevate in diverse parti del Paese. Ciò suggerisce che la variante potrebbe essere già abbastanza diffusa, afferma Bloom.

Variante sotto osservazione

I laboratori di tutto il mondo stanno ora perlustrando i campioni dei pazienti e le acque reflue per avere un’idea di quanto lo sia. «Vogliamo provare a capire quanta parte di questo lignaggio è là fuori», afferma Lauring. Se l’attuale flusso di nuovi casi confermati si trasformasse in “un’ondata” di rilevazioni, sarà segno che la variante ha il potenziale per competere con le altre circolanti, inclusa quella ad oggi più comune, EG.5 (Eris), e causare un picco di infezioni a livello globale. In Danimarca e Regno Unito gli scienziati stanno cercando di isolare BA.2.86 dai campioni dei pazienti. In particolare l’interesse è focalizzato sul banco di prova degli anticorpi innescati da XBB.1.5 (Kraken), perché i nuovi vaccini in arrivo si basano su questa variante.

Ma, evidenziano gli esperti, non bisogna essere preoccupati da quello che sta succedendo. «Non credo che nessuno debba allarmarsi», assicura Bloom. «Lo scenario più probabile è che questa variante si esaurisca e in un mese nessuno, a parte le persone come me, ricorderà nemmeno che esisteva».

Anche se BA.2.86 si rivelasse abile a schivare gli anticorpi neutralizzanti, puntualizza lo scienziato, è probabile che altre forme di immunità impediscano alla maggior parte delle persone di ammalarsi gravemente se contagiate. Pirola, concludono gli esperti, dimostra che Sars-CoV-2 ha ancora assi nella manica.

Ma «è da vedere» se tutto ciò avrà un significato «in termini di impatto sulla salute pubblica», afferma Lauring.

Scienziato Usa: variante Pirola non è destinata a sparire

«Più vediamo diffondersi la variante ipermutata Ba.2.86, ad ora presente in 6 Paesi e in circa il 2% delle acque reflue in una regione svizzera, più sembra preoccupante, soprattutto in un momento in cui la sorveglianza è diminuita: non è destinata a svanire» evidenzia invece lo scienziato Usa Eric Topol, responsabile dello Scripps Research Translational Institute in California, su Twitter, parlando della nuova variante Pirola.

«L’immuno-evasitività di Ba.2.86, con più di 35 mutazioni e cambiamenti di aminoacidi rispetto a Xbb.1.5, il bersaglio del “nuovo” vaccino, ancora non disponibile - aggiunge Topol - sarà problematica ed esemplifica il motivo per cui una strategia di caccia alle varianti non funziona. Abbiamo bisogno di un vaccino a prova di varianti ed esistono molti candidati. Ba.2.86 è stata «segnalata in Israele, Danimarca, Regno Unito, Stati Uniti, Sud Africa e Svizzera» riferisce sempre su Twitter Ryan Gregory, professore al Dipartimento di biologia dell’Università di Guelph (Ontario), uno degli scienziati più attivi sul fronte delle varianti.

Casi di Covid in aumento in UK spinti da due varianti

Intanto si torna a parlare di Covid nel Regno Unito dopo l'aumento dei contagi e dei ricoveri registrato nelle ultime settimane, anche per l'incidenza della nuova variante chiamata Eris. In Inghilterra secondo i dati ufficiali aggiornati alla settimana 6-12 agosto sono stati 6.289, con un aumento del 17,.4% rispetto alla settimana precedente. L’aumento dei casi è legato appunto alla variante Eris (conosciuta scientificamente com EG. 5.1) alla quale è riconducibile un nuovo caso su quattro. Ma gli esperti, come anticipato sopra, sono spaventati anche dalla variante Spirola che si sta diffondendo a livello globale

Incremento anche dei ricoveri

Anche i ricoveri ospedalieri stanno aumentando. Con riferimento alla settimana 5-11 agosto sono stati 2.171, con una crescita del 20,3% sulla settimana precedente. Il tutto alimentando le preoccupazioni che il Regno Unito possa essere sull’orlo di una nuova ondata (proprio mentre si avvicina l’autunno, (periodo in cui il sistema sanitario nazionale va tradizionalmente sotto pressione).

E nel mondo scientifico c'è chi si interroga nel caso, su come affrontarla nei prossimi mesi nonostante ai primi di maggio sia stata decretata la fine dell'emergenza. I cittadini britannici hanno smesso di fare test di massa come succedeva durante la pandemia. E gli esperti avvisano che è più difficile individuare in anticipo nuove ondate, perché la capacità di tracciamento delle varianti sono state ridimensionate.

Nel frattempo Simon Clarke, microbiologo dell’Università di Reading, Ha detto al MailOnline che sembra inconcepibile che i casi di Pirola registrati riguardino solo Londra. E ha aggiunto: «Non sappiamo come Pirola si comporterà in una popolazione altamente vaccinata. La quasi totale assenza di tracciamento e sorveglianza significa che non abbiamo un quadro attendibile della sua diffusione. Ma è vero anche che se la diffusione fosse vasta, il fatto che non sta causando ospedalizzazioni di massa ci rassicura sul fatto che il vaccino sta ancora assicurando una protezione efficace».

In Romania torna la minaccia Covid, 2.000 casi e 4 morti

Anche in Romania si riaffaccia la minaccia del Covid-19. Stando ai dati diffusi dal ministero della Salute, nell’ultima settimana sono stati registrati quasi 2.000 nuovi casi e quattro decessi, secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa Mediafax. Dall’inizio della pandemia nel Paese balcanico è stato registrato un totale di 3.413.851 di casi di Covid-19.



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