Covid/SMS-gate: la causa contro von Der Leyen non è stata ancora esaminata

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A due mesi dalla presentazione a un tribunale belga, la denuncia intentata da un lobbista belga contro la Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen è ancora pendente presso la Procura europea (EPPO).

Il 5 aprile, Frédéric Baldan, un lobbista belga, ha presentato una denuncia contro Ursula von der Leyen a un giudice istruttore di Liegi (in Belgio), in un caso che potrebbe vedere la revoca della sua immunità e l’esame degli sms scambiati con il CEO di Pfizer Albert Bourla. L’accusa è di “usurpazione di funzioni e titoli”, “distruzione di documenti pubblici”, “appropriazione illegale di interessi e corruzione”.

Secondo il lobbista, durante la pandemia COVID-19, la von der Leyen avrebbe agito al di fuori dei trattati dell’UE e al di là del suo mandato per conto degli Stati membri, compreso il Belgio, mentre negoziava i contratti per i vaccini. In particolare, egli indica un mega-contratto negoziato via SMS con il CEO di Pfizer Albert Bourla.

Rispetto agli SMS contestati, che sono già stati richiesti invano dal Mediatore europeo e dalla Corte dei Conti europea, Baldan sostiene che se la von der Leyen li cancellasse, ciò equivarrebbe a distruggere documenti amministrativi.

Se semplicemente non volesse divulgarli, secondo il lobbista, la von der Leyen, in quanto pubblico ufficiale, avrebbe violato arbitrariamente i diritti sanciti dalla Costituzione – un reato penale previsto dal codice penale belga.

I documenti amministrativi dell’UE, indipendentemente dal loro supporto, sono accessibili a qualsiasi cittadino dell’UE su richiesta, come previsto dall’articolo 42 della Carta dei diritti fondamentali dell’UE.

E se la von der Leyen si rifiutasse di rivelare i messaggi poiché di natura privata, essi mostrerebbero una relazione intima tra la von der Leyen e Bourla, il che significherebbe un conflitto di interessi nelle trattative contrattuali.

Ancora nessun progresso sulla denuncia

Il giudice istruttore non ha ancora svolto alcuna indagine. Ha solo trasmesso la denuncia alla Procura della Repubblica di Liegi affinché questa determini la propria competenza territoriale e valuti i potenziali reati penali denunciati.

Tuttavia, l’EPPO deve essere informata dai procuratori nazionali.

A questo punto sono possibili diversi scenari, come riporta Le Vif: o l’EPPO accoglie la denuncia e la include nell’indagine che ha aperto sul processo di acquisto dei vaccini COVID nell’UE. In questo caso nominerebbe un giudice investigativo belga, probabilmente Michel Claise, il giudice che si è occupato dello scandalo Qatargate.

Il secondo scenario prevede che l’EPPO non prenda in carico la denuncia di Baldan, che verrebbe quindi trattata a Liegi, dov’è stata presentata.

Se il deposito avvenisse in questo modo e a queste condizioni, possono accadere due cose. O il giudice che ha registrato la denuncia condurrà lui stesso le indagini, oppure la Procura di Liegi si riterrà non competente territorialmente.

Quest’ultimo scenario potrebbe essere possibile poiché il lobbista vive nella provincia di Liegi, ma le istituzioni dell’UE hanno sede a Bruxelles, dove si sono verificati i presunti atti criminali. In tal caso, la Procura di Liegi chiederebbe alla Camera di Consiglio di trasferire il caso alla magistratura di Bruxelles.

(Anne-Sophie Gayet | EURACTIV.com)