"Tre colpi alla 'ndrangheta", una Rassegna contro le mafie
Tre incontri per affrontare il tema delle mafie in Italia, ma anche in Brianza
AROSIO - INVERIGO - LURAGO (CO) – "Tre colpi alla 'ndrangheta" è il titolo della Rassegna contro le mafie, organizzata per ottobre dal Circolo Ambiente "Ilaria Alpi" in collaborazione con le Biblioteche comunali di Arosio, Inverigo e Lurago d'Erba.
Proiezione di un film, presentazione di un libro e l'incontro con una protagonista della lotta alle mafie, questo il contenuto della Rassegna, il cui sottotitolo è esplicativo: "Tre incontri per capire come le mafie colpiscono le comunità e i territori".
Si parte il 6 ottobre, martedì, con la proiezione del film “La terra dei Santi”, presso l'Auditorium di Arosio, con la presenza del regista Fernando Muraca e della scrittrice Angela Iantosca. Il film narra le vicende umane di due donne, un giudice e la madre di due ragazzi che hanno rapporti con la 'ndrangheta.
Il secondo appuntamento è per martedì 13 ottobre, dedicato alla presentazione del libro "La Regola, giorno per giorno la 'ndrangheta in Lombardia", presso la Biblioteca di Inverigo, con la presenza dell'autore Giampiero Rossi, giornalista del Corriere della Sera. Il libro tratta della presenza della 'ndrangheta nella nostra Regione.
quattro ore di sciopero unitario, martedì 29 settembre, dalle 10 alle 14, sulle linee asf. È la decisione presa a malincuore dai sindacati confederali lariani del trasporto. Motivo:
la scelta della società di non ricollocare i lavoratori diventati non idonei.
«La trattativa dura da maggio – spiega Marco Fontana, Filt Cgil – la risposta dell’azienda è sempre stata negativa». Casus belli: un autista di quarantanove anni con più di dieci di servizio in Asf.
Dichiarato non idoneo, a fine malattia sarà licenziato. «Siamo costretti, e ci spiace con l’utenza per i disagi futuri, ma non abbiamo avuto altra scelta. Gli autisti parleranno con l’utenza e spiegheranno la posizione. La nostra azione è mirata a scongiurare
altri possibili licenziamenti di non idonei. Quindi, l’episodio singolo, seppur con le sue specificità, è importante per il futuro».
Nei prossimi giorni continueranno le assemblee; il sentore, però, è di un’adesione massiccia allo sciopero. «Asf ha cinquecento dipendenti e produce utile – aggiunge Mario Lovergine e Lorenzo Trombetta, componente e segretario territoriale Fit Cisl –. Il licenziamento non è illegittimo, riteniamo però sia importante ricollocare i lavoratori non idonei all’interno della società».
Le organizzazioni hanno inviato una richiesta d’incontro all’assessore ai Trasporti Gerosa, il presidente provinciale Livio, il presidente Spt holding Viganò, il presidente Asf Coarezza e il presidente Consorzio pubblici trasporti Como Mascetti. «Il sentore – concludono le Rsu Pasquale Vasta e Antonio Parziale – è che, se le cose non si sistemeranno, le proteste proseguiranno».
I dipendenti della città brianzola, riunitisi in assemblea venerdì scorso, hanno deciso, all'unanimità, di intraprendere un percorso di mobilitazione.
FP CGIL, UIL FPL e RSU hanno immediatamente chiesto un incontro al sindaco, Giovanni Marchisio, per rappresentare le proprie istanze.
Le motivazioni della protesta sono molteplici ed articolate.
Il comune di Mariano Comense enumera il rapporto tra dipendenti e popolazione più basso di tutta la provincia di Como.
Ciò comporta una difficoltà nell'erogazione dei servizi.
L'evidente carenza d'organico viene supplita con la disponibilità dei lavoratori, carichi di lavoro eccessivi, ore di straordinario non retribuite.
La goccia che ha fatto traboccare il vaso durante un incontro sindacale a luglio, quando l'amministrazione ha comunicato un taglio del fondo di produttività collettiva pari a 21000 €.
Si consideri che il salario accessorio è, complessivamente, di 58000 €.
Stiamo quindi parlando di una decurtazione del 36% sulle spettanze del 2014.
Ad oggi, e siamo alla fine di settembre, nessun dipendente ha percepito la produttività dell'anno precedente, neppure i responsabili di servizio.
Tutto ciò è sintomatico di una situazione gravosa, che vede, da una parte, poca chiarezza nella programmazione degli obiettivi.
Dall'altra la scarsità delle risorse e degli strumenti gestionali creano sovrapposizioni di ruoli ed incertezze procedurali.
In tale situazione non si può che ripartire da un confronto serrato con le OO.SS. e la RSU per dare sviluppo ad un contratto decentrato triennale 2012 – 2014, sottoscritto tra le parti e che, ad oggi non viene onorato.
Como, 22 settembre 2015
Rivolgendosi direttamente al presidente Maroni, che si è assunto le deleghe sia in materia di sanità che di assistenza, chiedono ancora una volta che la Regione Lombardia ottemperi al suo dovere di attuare quanto previsto dalla Convenzione Onu sui Diritti delle persone con disabilità e dalla Costituzione Italiana in materia di Vita Indipendente, per poter finalmente vivere in condizioni di parità con tutti gli altri cittadini, cioè svolgere le normali attività di vita quotidiana, partecipare alla vita formativa, lavorativa e sociale del nostro paese .
A tale scopo chiedono di destinare una parte significativa delle risorse che attualmente vengono impiegate per le RSD (Residenze Socio Sanitarie per Disabili, luoghi a cui le persone con disabilità e le loro famiglie ricorrono disperatamente per mancanza di alternative valide, che costano mediamente 6000-7000€ mensili alla nostra Regione) per rendere sostanzialmente concreto il diritto alla Vita Indipendente. La stessa indicazione riservano verso ogni forma di comunità alloggio o di co-housing coatti.
Denunciano che il peso dell'assistenza grava sempre più sulla famiglia, che riceve in cambio elemosina, sacrificando i loro diritti di libertà e di uguaglianza, e quelli dei loro familiari.
Chiedono di interrompere la logica dell'eterno sperimentare e di passare ai fatti secondo quanto previsto dalla Convenzione ONU.
L'ONU, commentando lo scorso 4 settembre il primo rapporto presentato dall'Unione Europea sull'attuazione della Convenzione, ha raccomandato di proseguire con maggior convinzione nell'attuare il diritto alla Vita Indipendente.
Più precisamente gli attivisti del Comitato chiedono all'Assessorato ai Servizi Sociali di portare a compimento entro l'anno in corso una delibera volta a regolamentare su tutto il territorio regionale il diritto alla Vita Indipendente.
Ricordando che tale diritto è materia che interessa tutti gli assessorati perché, sulla base dell'uguaglianza fra tutti i cittadini, implica che le persone con disabilità abbiano il diritto di vivere dove vogliono e che tutte le strutture previste per la cittadinanza siano rese fruibili anche alle persone con disabilità, chiedono che questa specifica delibera preveda:
1) che per Vita Indipendente si intende il diritto ad autodeterminare la propria vita con le sole limitazioni che hanno le persone senza disabilità
2) che lo strumento fondamentale per il conseguimento di tale diritto sia la figura dell'assistente personale, uno o più professionisti selezionati, scelti, formati, retribuiti (salvo rare eccezioni) e congedati dalla persona con disabilità che ne usufruisce o da chi ne fa le veci
3) che venga predisposto un apposito capitolo di spesa, anche ad integrazione delle misure già previste dall'attuale normativa regionale
4) che lo strumento dell'ISEE sia escluso sia come criterio di valutazione rispetto all'accesso a tali forme di intervento, sia come criterio per quantificarne la misura.
Per il Comitato lombardo per la Vita Indipendente
delle Persone con disabilità
Filiberto Crisci
Oggi, 18 settembre, è scomparso il partigiano comasco Gaetano Lillia. Gaetano, nome di battaglia Giorgio, ha fatto parte della 52a Brigata Garibaldi, che operava sui monti di Dongo, in Alto Lario.
Figura notissima anche per il suo personale carisma e la sua simpatia, è stato un esempio di impegno e coraggio nella difesa dei valori antifascisti, fondamenta della nostra Repubblica.
Il comitato Provinciale dell' Anpi di Como esprime sentito cordoglio e vicinanza di tutto il direttivo a Danilo, Francesca e a tutta la famiglia Lllia.
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