(Roma, 24 febbraio 2016) “Al tentativo chiaramente finalizzato a creare un mercato protezionistico in Canton Ticino e a introdurre discriminazioni nel settore economico escludendo dal mercato numerose piccole e medie imprese artigiane italiane che nel campo della fornitura e sub-fornitura operano quotidianamente oltre confine, il Partito Democratico ha prontamente risposto con forza. La Camera ha infatti votato una mozione per impegnare il Governo ad analizzare la legittimità dei provvedimenti regolamentari e legislativi assunti unilateralmente dal Cantone in materia di imprese artigiane". Lo asseriscono i deputati comaschi Chiara Braga e Mauro Guerra che hanno sottoscritto e contribuito alla stesura della mozione approvata nelle scorse settimane dall’Aula di Montecitorio con il parere favorevole del Governo.
Il 24 marzo 2015 infatti il Gran Consiglio della Repubblica e Cantone Ticino ha varato la Legge sulle imprese artigianali per l’esercizio della professione di imprenditore nel settore artigianale, che stabilisce l’istituzione di un albo delle imprese artigiane, la cui iscrizione costituisce una conditio sine qua non per l’esercizio della professione ed è altresì subordinata al rispetto di determinati requisiti professionali contenuti in un apposito regolamento.
“Questa legge sulle imprese artigianali varata dal Canton Ticino, - spiegano i deputati dem -che di fatto ostacola la libera circolazione delle imprese estere, nella maggior parte italiane, è stata oggetto d’attenzione da parte del Ministro degli Esteri Paolo Gentiloni. Qualche giorno fa la Farnesina ha comunicato di aver fatto partire in maniera formale due distinte procedure. La prima riguardante una nota formale all’ambasciata italiana a Berna affinché provveda a notificare al Governo svizzero le riserve avanzate dall’Italia in merito al provvedimento ticinese e le preoccupazioni di come atteggiamenti di tale natura possano inficiare il quadro delle relazioni tra Italia e Svizzera in un momento complesso.
La seconda è l’attivazione ufficiale della rappresentanza italiana presso l’Unione Europea affinché agisca nei confronti dei competenti uffici della Commissione Europea al fine di approfondire la questione e stabilire se la recente legge ticinese in materia di artigianato sia o meno lesiva dei trattati bilaterali sottoscritti tra la UE e la Confederazione Elvetica in materia di libera circolazione delle persone e di ostacoli tecnici al commercio. Sulla base del parere che verrà fornito dagli uffici di Bruxelles, l’Italia si riserverà successivi ed ulteriori passi”.
La proposta prevedere corsi non convenzionali per coinvolgere chi, per vari motivi, non frequenta più le attività sportive (intercettati anche su segnalazione degli istituti coinvolti nel progetto): pugilato olimpico all’Isis Carcano, ultimate frisbee e calcio femminile all’oratorio San Giuseppe. In estate, per chi ha tra i 14 e i 19 anni ci saranno corsi di kayak sul lago e stage estivi. Inoltre, non mancheranno seminari per operatori, genitori ed educatori per un confronto sulla valenza dell’attività sportiva nel supporto di problematiche sociali, comportamentali e psico-patologie nei giovani (in collaborazione con il servizio giovani del dipartimento di Salute mentale azienda ospedaliera S. Anna di Como).
I partner: Isis Paolo Carcano (capofila), Asd R_Evolution Sport, Asd Frasba dal lac, Asd Polisportiva San Giuseppe, AsdGlobal Sport Lario, Aps lasQuolachevola, Istituto Leonardo Da Vinci – Ripamonti, scuola media Virgilio, oratorio San Giuseppe.
(Tremezzina, 22 febbraio 2016) “Abbiamo approvato un odg volto a ribadire con forza nei tavoli istituzionali di confronto e in tutte le sedi opportune, la necessità che ogni riorganizzazione territoriale conseguente al superamento delle Province con il nuovo Ente territoriale di area vasta parta dall’assunto di tenere unito tutto il territorio del lago di Como e delle sue valli, attualmente diviso tra la Provincia di Como e quella di Lecco”. Lo dichiara il Sindaco di Tremezzina Mauro Guerra dando conto dell’esito del consiglio comunale svoltosi nel tardo pomeriggio di venerdì scorso, 19 febbraio 2016, in cui all’unanimità è stato approvato un ordine del giorno per l’individuazione dei confini del nuovo Ente territoriale di area vasta, il cui testo verrà a breve trasmesso a Regione Lombardia quale primo rilevante segnale di indirizzo politico-amministrativo proveniente dal territorio.
“Siamo infatti convinti – spiega il primo cittadino di Tremezzina - che la base da cui partire nella realizzazione del nuovo ente territoriale destinato a sostituire le attuali Province, non possa che essere quella di tenere conto prima di tutto delle reali esigenze e specificità dei territori dell’intero lago di Como e delle sue valli e, di conseguenza, di muovere dall’unità del Lago di Como”.
“Crediamo infatti che nella scelta in atto del nuovo assetto territoriale da comporre sia importante e abbia un fondamento logico preminente tenere principalmente in considerazione l’oggettiva unitarietà e omogeneità geografica, morfologica, ambientale dell’intero bacino del lago di Como; i forti legami storici, sociali, e culturali che caratterizzano queste zone; il ruolo propulsivo, di pregio che il Lago di Como ha e può avere nell’ulteriore rilancio del tessuto economico locale anche a livello internazionale; nonché la perfetta aderenza delle funzioni fondamentali di competenza attribuite dalle specifiche norme di legge alla composizione del lago e delle zone limitrofe quale ente territoriale di area vasta. Tutti elementi che tenuti insieme, permettono sia di gestire al meglio le risorse di un territorio dotato di ampie potenzialità attrattive, riferite in particolar modo, ma non solo, al settore turistico, riconosciute ormai da tutto il mondo, in grado di esercitare un’azione fondamentale in favore dello sviluppo sociale ed economico anche delle zone limitrofe che andrebbero a comporre la nuova area vasta; sia di garantire un governo unitario delle funzioni sul territorio del lago di Como e delle valli”.
« Le notizie apprese dalla stampa di ieri non ci stupiscono, al contrario ci preoccupano, ci allarmano, ci indignano. Da anni portiamo avanti con forza il concetto di legalità e di lotta alle mafie e siamo tra i pochi schieramenti politici a esternare una seria preoccupazione sul delicatissimo tema mentre alcune destre continuano imperterrite a sostenere l'assenza di infiltrazioni mafiose sul territorio lombardo e le cosiddette giunte di centro sinistra tendono a minimizzare.
Il tempo e l'evolversi dei fatti, purtroppo ci hanno dato regione, la lombardia e la nostra provincia ormai hanno una radicazione antica e profonda di questa metastasi, è inutile proclamare continuamente che i problemi di sicurezza sono causati dalla microcriminalità e dai mendicanti, da anni nei comuni della provincia comasca, ed a mariano in particolar modo il vero spettro è quello della 'ndrangheta. Auspichiamo che da oggi in poi la politica locale apra gli occhi e non accampi più scuse.
Sinistra per Mariano chiede da subito, all'amministrazione comunale, un reale impegno pubblico e la costituzione di una #CommissioneAntimafia. Siamo pronti fin da ora ad un confronto.»
Mariano Comense 19 febbraio 2016
Giulio Russo - Sinistra per Mariano
Si è conclusa stamani l’operazione “Quadrifoglio” coordinata dalla DDA di Milano.
Già leggendo i nomi degli arrestati viene fuori uno spaccato che la Federazione Provinciale di Como del Partito della Rifondazione Comunista ha sempre denunciato e sottolineato: «Non si tratta semplicemente di azzeramento della “locale” di Mariano Comense ma c’è un reale e costante coinvolgimento nell’associazione di soggetti che con la ndrangheta fanno affari e parliamo, ovviamente, di imprenditori ed ex politici locali e non.»
Lo spaccato è davvero preoccupante. La “locale” di Mariano espressione diretta del clan Mancuso di Limbadi (VV) sul territorio lombardo, si è occupata anche di subappalti di grandi opere e speculazioni immobiliari connesse con Expo 2015! Tra gli arrestati figurano, tra gli altri, un ex consigliere comunale di Rho eletto con il PD nel 2011 e parente del clan Mancuso. Alla guida dell’associazione un calabrese residente da anni a Cabiate. Ma ci sono anche un imprenditore calabrese (anche lui residente a Cabiate) nel settore del compro oro, un altro imprenditore nel settore automobilistico ed un imprenditore mantovano residente a Milano. Dunque: Subappalti e speculazioni immobiliari legate ad Expo 2015, compro oro, commercio in autovetture. Non solo estorsioni e minacce. C’è tutto un tessuto imprenditoriale dietro che fa da linfa alla ndrangheta in Lombardia ed è essenziale per la sua sopravvivenza. Questo è quello che denunciamo da sempre ma molti continuano a bollare il tutto come un qualcosa di interno alla locale di Mariano e sappiamo tutti che non è così. Stiamo con la DDA di Milano e confidiamo nell’ottimo lavoro dei magistrati milanesi che tanto si stanno adoperando per combattere la ndrangheta in Lombardia facendo luce anche sulla cosiddetta “zona grigia”.
Per la Segreteria Provinciale Prc/Se Como
Gianluca Giovinazzo
Fabrizio Baggi
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