In merito alla situazione creatasi all'autosilo Val Mulini di Como le volontarie e i volontari dell'Associazione “Como Accoglie” hanno dichiarato:
Noi volontari di Como Accoglie per primi vorremmo che si trovasse una soluzione per le persone migranti dall'autosilo di Val Mulini. E non lo chiediamo da ora, ma lo abbiamo segnalato per iscritto alle massime autorità cittadine già al finire dell'estate.
Abbiamo cercato di rendere meno drammatica la realtà quotidiana di queste persone e, al tempo stesso, di provocare i minori disagi possibili alla popolazione di Como:
hanno sostato in una zona isolata, non in uso durante la notte; abbiamo cercato per quanto possibile, insieme a loro, di mantenere lo spazio pulito.
Un'area aperta ai venti, ma coperta, ha permesso a questi ragazzi di dormire fuori senza subire la pioggia durante l'estate. Un sacco a pelo e un po' di latte caldo hanno dato loro qualche conforto.
Solo quando l'autunno si è fatto avanti abbiamo messo a disposizione dei materassi, poi impilati in un angolo durante il giorno, per riparare dal freddo del terreno.
Quando le temperature si sono fatte insostenibili, solo da pochi giorni, abbiamo montato delle tende, soluzione estrema e provvisoria che speriamo possa avere fine in breve tempo.
In tutti questi mesi ad azioni che affrontavano parzialmente bisogni materiali urgenti e di vitale importanza abbiamo affiancato la cura delle relazioni personali, per salvaguardare la loro e la nostra umanità ed evitare che la frustrazione, la mancanza di speranza e la disperazione prendessero il sopravvento. Sono persone con emozioni, desideri, sogni, delusioni. Non vogliono perdere la loro dignità che si manifesta anche in piccole cose: poter mantenere l'igiene personale, avere vestiti puliti, avere qualcuno che li rispetti e li ascolti.
Il flusso di persone migranti, che la posizione geografica di confine fa transitare in modo particolare da Como, costituisce un aspetto della realtà del mondo attuale che va affrontato in modo consapevole e in un orizzonte globale.
“Le immagini che si vedono nel video dell’irruzione di una squadra di skinhead veneti nella sede dell’associazione Rete Como Senza Frontiere testimoniano un’azione gravissima e inaccettabile”. Lo dichiarano Chiara Braga, Mauro Guerra ed Emanuele Fiano, deputati del Partito Democratico e firmatari di una interrogazione su quanto accaduto a Como.
“Una vera e propria intimidazione condotta in stile squadristico, con proclami razzisti, all’interno di una sede dove persone pacifiche sono riunite per discutere le loro azioni di solidarietà. Si tratta, fra l’altro, - spiegano - di un gruppo noto anche per la loro continuata propaganda antisemita”.
“Riteniamo che le istituzioni della nostra democrazia non possano restare in silenzio di fronte a questo episodio che, purtroppo, è soltanto l’ultimo di una serie di azioni che destano seria preoccupazione. Per questo abbiamo ritenuto di rivolgere un’interrogazione al ministro dell’Interno - concludono i deputati Dem -
L’Anpi sezione di Como condanna con forza l’incursione squadrista avvenuta martedì 28 novembre da parte del gruppo di estrema destra Fronte Veneto skinhead durante l’assemblea della rete Como Senza Frontiere a cui va la nostra piena solidarietà.
Riteniamo questo fatto estremamente grave che rientra purtroppo in una escalation neofascista in atto da tempo anche a livello nazionale e a cui le Istituzioni repubblicane devono reagire con fermezza.
L’Anpi sezione di Como anche di fronte a questo gravissimo episodio, ritiene più che mai indispensabile avviare una forte controffensiva ideale, culturale e storica volta sia a far conoscere, soprattutto alle giovani generazioni, il vero volto del fascismo e quali tragedie ha provocato, sia all’affermazione dei valori democratici e dei principi di solidarietà ed accoglienza compresi nel testo della Costituzione repubblicana.
“L’atto che si è compiuto l’altra sera a danno di Como Senza Frontiere, che ricordiamo essere una rete che unisce decine di associazioni a sostegno dei migranti, è aberrante e indegno di una società civile. Continuare a permettere che avvengano questi episodi porterà a una deriva xenofoba che sarà sempre più difficile da gestire e contenere. La storia insegna”, sono trancianti Stefano Fanetti, Patrizia Lissi e Gabriele Guarisco, su quanto accaduto nel Chiostrino di Santa Eufemia a opera di un gruppo che si fa chiamare Veneto fronte Skinheads e che non è nuovo a provocazioni di questo genere, anche nel comasco. “E purtroppo questi individui si sentono legittimati ad agire così perché una consistente parte politica, non solo riferita all’estrema destra, incita al disprezzo e al razzismo quotidianamente – continuano i tre consiglieri –. Consigliamo, invece, a chi amministra oggi la nostra città, ma anche ai livelli di governo regionali, di cercare una via di uscita per una gestione vera della situazione migranti.
Nella serata di martedì 28 novembre, nel corso della riunione del coordinamento Como Senza Frontiere presso il chiostrino di Sant’Eufemia, si è verificata l’irruzione di un gruppo di persone qualificatesi come : “Associazione Culturale Veneto Fronte Skinheads”. Il drappello di individui ha interrotto i lavori del coordinamento, e con modalità tracotanti e muscolari, ha imposto ai presenti la lettura di un documento dal titolo “Como Senza Frontiere: ipocriti di mestiere”.
La Cgil di Como aderisce, sin dalla nascita, al coordinamento Como Senza Frontiere: rete di organizzazioni e singoli che vanno dall’associazionismo, laico e cattolico, fino ai partiti e ai sindacati. Un gruppo di realtà strutturate che si riuniscono per promuovere politiche sull’immigrazione connotate dai principi della legalità, dell’accoglienza e dell’integrazione. Irruzioni come quella di martedì sera preoccupano e fanno riflettere, non devono essere sottovalutate in un momento nel quale la crisi segna ancora pesantemente la condizione di lavoratori, pensionati, disoccupati e migranti, alimentare la xenofobia e l’odio razziale non può che produrre una ferma denuncia.
La risposta è, ancora una volta, la democrazia, l’accoglienza, l’integrazione, il lavoro, la lotta alla disoccupazione. Pratiche quotidiane per il più grande sindacato italiano.
Chiediamo con forza un intervento di ferma condanna da parte di tutte le istituzioni e le forze politiche e sociali rispetto all’episodio del 29 novembre. Chiediamo al Prefetto di Como la convocazione di un tavolo a tema che veda un’ ampia partecipazione delle forze sociali democratiche.
Un gruppo di una quindicina di fascisti di “Veneto Fronte Skin Heads” ha fatto irruzione all’assemblea di Como senza frontiere del 28 novembre e preteso di leggere un comunicato. Noi, La Prossima Como, siamo uno dei nodi della rete e, dunque, sentiamo la pesante intimidazione come un attacco anche al nostro gruppo di cittadinanza attiva e alle nostre pratiche politiche e sociali perché Como sia una città inclusiva e solidale. L'atto è gravissimo e non va sottovalutato, come non va sottovalutata la crescita delle destre nella nostra regione e nella nostra città. Riteniamo, però, che "Non si possa smantellare la casa del padrone con gli attrezzi del padrone" (Audre Lorde). La nostra risposta sarà nonviolenta: le nostre "armi" sono le parole, le nostre azioni di contrasto delle destre fasciste sono nel nostro impegno quotidiano. Intensificheremo il nostro attivismo in Como senza frontiere; invitiamo i soggetti che ne fanno parte e tutte le persone che vivono in città a frequentarne le riunioni, a partecipare alle Marce che la rete organizza mensilmente (l’ultima si è tenuta il 25 novembre ed è stata dedicata, nella Giornata per l’eliminazione della violenza sulle donne, alle donne migranti).Essere in tante e tanti rafforza la nostra azione e favorisce la diffusione delle nostre idee nei cuori e nelle menti dei comaschi, altrimenti in balia di chi irresponsabilmente fomenta guerre tra poveri.
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