Associazione Dipendenti e ex Dipendenti delle Agenzie Fiscali e del MEF Dopo l’iniziativa sull’indennizzo/risarcimento per mancato rinnovo CCNL dipendenti pubblici dal
2010, che ha visto l’adesione di numerosissimi dipendenti pubblici anche a Como, affrontiamo una nuova questione legata alla necessità dell’adeguamento delle pensioni dei dipendenti pubblici ai miglioramenti economici degli stipendi.
Si tratta dell’avvio di un ricorso collettivo per l’adeguamento delle pensioni ai miglioramenti economici degli stipendi, con gli arretrati ed anche per gli aumenti futuri.
Come sapete le pensioni dei dipendenti pubblici sono ferme da anni, come del resto lo sono stati i contratti pubblici fino all'ultimo rinnovo obbligato da una sentenza del 2015 della Corte Costituzionale.
Soprattutto quelle ante 2015 non ricevono gli adeguamenti che gli stessi dettati costituzionali prevedono in particolare gli articoli 36 e 38. Di recente un pronunciamento della Corte dei Conti della Regione Puglia del gennaio 2018, confermando la correttezza dell’aggancio della pensione rispetto all’incremento del costo della vita e alle dinamiche delle retribuzioni di riferimento dei lavoratori in attività, ha dato ragione ad alcuni pensionati del settore pubblico stabilendo "che debba essere affermato il diritto del ricorrente alla perequazione (adeguamento) del trattamento pensionistico, con aggancio ai miglioramenti economici concessi al personale di pari qualifica ed
anzianità in attività di servizio."
La nostra Associazione sta promuovendo un’azione collettiva, alla quale possono aderire tutti i pensionati del settore pubblico, che si svilupperà in 2 momenti:
dapprima l'invio a nostra cura all'INPS-INPDAP competente della richiesta di adeguamento quindi, nei confronti di una risposta negativa o di un silenzio rifiuto, l'azione presso la Corte dei Conti Competente per regione.
Il costo dell'azione collettiva è stabilito in 70,00 € oltre alla quota di iscrizione all'Associazione.
Tutti i pensionati che volessero aderire possono utilizzare la documentazione che alleghiamo prendendo diretti contatti con noi preferibilmente via email all'indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..
Giuseppe Doria
Presidente - Associazione Dipendenti ed ex Dipendenti Agenzie Fiscali e MEF
Troppi impegni in poche settimane, dopo mesi passati a tergiversare. In sintesi, è quanto vedono prospettarsi davanti a loro i capigruppo di opposizione in consiglio comunale Stefano Fanetti, Vittorio Nessi e Bruno Magatti. “Una programmazione del tutto sballata: se finora abbiamo fatto il minimo indispensabile, da questa settimana arrivano in Aula provvedimenti ‘pesanti’ come fusione tra Spt e Cpt, transazione con Multi su Ticosa, Villa Erba, refezione scolastica, con tutte le polemiche che la seguono. E persino, ovviamente, il bilancio. Tutto entro luglio”, sottolineano i capigruppo di Pd, Svolta Civica e Civitas. Per i tre esponenti della minoranza “una vera vergogna lavorare così, soprattutto se si vuole scegliere per il bene della comunità. Con che tempi e con quanta riflessione potremmo capire e decidere cosa ci sta sottoponendo la maggioranza? E come ci organizziamo? Facciamo sedute a oltranza con ore e ore di discussioni? Riusciremo a emendare ed entrare nel merito? Invitiamo il sindaco e la sua Giunta a ripensare gli ordini del giorno dei prossimi consigli comunali. Ci sono argomenti talmente importanti che forse è meglio rinviarli di un mese o due, piuttosto che trattarli in fretta e male”, concludono Fanetti, Nessi e Magatti.
L’amministrazione comunale ha compiuto un passo importante. La prima riunione del Tavolo del decoro sociale segna un salto di qualità, non solo lessicale. Dal decoro urbano si è passati al decoro sociale. "Ora - spiega Matteo Mandressi, segreteria Cgil Como - non resta che trarre le giuste conseguenze, affrontando in termini sociali il problema dello stazionamento dei “senza tetto” sotto i portici di San Francesco. L’annunciata sanificazione dell’area viene coniugata, nelle parole degli assessori Locatelli e Galli, a un problema igienico sanitario. E’ quindi evidente che il comune di Como non può continuare a sostenere che quella sia una situazione normale. E’ tollerabile che un numero variabile di persone, tra venti e quaranta, non abbiano altra soluzione, nella civile Como, che passare le proprie notti all’ addiaccio sotto un portico? Siamo di nuovo a chiedere con forza, alla Giunta cittadina, di aprire un dormitorio pubblico che risponda definitivamente ad un’emergenza non più sostenibile".
Le organizzazioni sindacali Fai Cisl dei Laghi, Flai Cgil Como, Uila Uil del territorio di Como sostengono le posizioni espresse dalle segreterie Nazionali ed esprimono grande disappunto sulla reintroduzione di voucher in agricoltura, espresse dal ministro del Lavoro e in discussione all'interno del cosiddetto “Decreto Dignità” in Parlamento.
In un settore come l'agricoltura, con un contratto nazionale appena rinnovato, non riusciamo a capire come mai si debba aprire una discussione su aspetti che già le parti hanno superato.
Basterebbe applicare i contratti collettivi nazionali che, nel settore agricolo, prevedono il lavoro stagionale con la possibilità della chiamata giornaliera dell'operaio agricolo a tempo determinato (il cosiddetto avventizio), con applicazione della retribuzione prevista dal contratto nazionale e dal contratto provinciale di riferimento (per Como e Lecco valore orario lordo 10,1885euro).
Il contratto di lavoro si conclude consegnando semplicemente al lavoratore la comunicazione unica obbligatoria prevista dalla legge contenente alcune informazioni essenziali: i dati dell’azienda, del lavoratore, delle giornate previste e non garantite di lavoro. L'assunzione di lavoratori agricoli avventizi consente ai medesimi di attivare l'ammortizzatore sociale che dà il diritto all'indennità di disoccupazione agricola.
Nel settore agricolo a Como le aziende, essendo collocate in un’area Pedemontana considerata svantaggiata, hanno sgravi contributivi tra il 30% e il 70%.
In agricoltura la reintroduzione dei voucher sarebbe esclusivamente un ulteriore risparmio sul costo del lavoro per le imprese, ma per i lavoratori un notevole aumento della precarietà e sfruttamento, oltre a un aumento dei rischi per la salute e la sicurezza e una perdita di garanzie previdenziali e assistenziali. La strada da percorrere è dare valore e vera dignità al lavoro con la piena applicazione dei contratti
FAI CISL dei Laghi FLAI CGIL Como UILA UIL
Vincenzo Nisi Cristina Barbaglia Ezio Agati
Il M5S Lombardia ha presentato una proposta di legge regionale per vietare l’uso di plastica usa e getta negli uffici pubblici, nelle mense e alle sagre, il PDL 18 dal titolo "Divieto del monouso non biodegradabile o non riciclabile".
Roberto Cenci, consigliere regionale primo firmatario dell’atto, spiega: “Via tutta la plastica che non è riciclabile o biodegradabile. È questo il senso del nostro progetto di legge regionale. Combattere le plastiche, e la loro diffusione nell’ambiente, è una sfida che ci riguarda tutti. Proprio per questo abbiamo dato un seguito al percorso avviato dal Ministro per l’Ambiente Costa per ridurre la produzione di plastica e gli imballaggi inutili. Lo vogliamo fare a partire dal nostro quotidiano, dagli uffici istituzionali di Regione, consorzi, comuni e enti, istituti ed aziende legate all'amministrazione pubblica.
L’idea è vietare la plastica monouso, come bicchieri e posate, in uffici, mense pubbliche e scolastiche e alle sagre”.
Il PDL prevede l’utilizzo di contenitori, cannucce e stoviglie monouso per la somministrazione degli alimenti o delle bevande solo se riciclabili o biodegradabili o di plastiche “che derivano da materie prime rinnovabili o interamente biodegradabili, oppure che abbiano entrambe le proprietà e che siano regolarmente certificate”. La Lombardia per parte sua, dovrà incentivare “finanziariamente gli enti locali al fine dell’utilizzo di stoviglie e posate riutilizzabili, riciclabili o biodegradabili presso feste pubbliche e sagre e presso le mense pubbliche”. Per chi non rispetterà i divieti sono previste multe dai 5 ai 10 mila euro.
Per Cenci: “Bioplastiche o oggetti di materiale biodegradabile sono ormai una valida alternativa alle plastiche. Mi auguro che il progetto di legge arrivi in consiglio regionale per essere approvato: la Lombardia può fare da apripista nella lotta alle plastiche che richiedono di tempi lunghissimi, fino a 1.000 anni, per degradarsi. È ora di finirla di lasciare inammissibili debiti ambientali alle future generazioni”.
“Il centrodestra governa sia in Regione che a Como città. Eppure, i suoi esponenti sembrano non parlarsi. Anzi, è chiaro che Palazzo Lombardia ignora completamente Palazzo Cernezzi”, è il duro commento di Angelo Orsenigo, consigliere regionale del Pd, e di Gabriele Guarisco, consigliere comunale dei democratici comaschi, dopo le notizie circa la soppressione della fermata di Albate-Camerlata.
“Avevo sollevato la questione già a fine maggio, in una seduta di consiglio comunale, chiedendo all’assessore ai Trasporti Bella se ne sapesse qualcosa – rivela Guarisco –. Ma mi aveva risposto di non aver nessuna notizia in merito. Però, la sua verifica si era limitata a un controllo degli orari sul sito delle società di trasporto ferroviario. Poi, nella seduta consiliare seguente, aveva rettificato confermando che qualche avvisaglia c’era e che gli uffici stavano monitorando la situazione. Ma era evidente che si sentiva molto in imbarazzo e forse aveva già capito come sarebbe finita”
Ed è finita, rincara Orsenigo, “con la Regione che impone al Comune di Como di perdere una fermata importante della linea per la Svizzera e di spostare tutto il traffico dei pendolari su Como San Giovanni, dove la carenza di posteggi è notoriamente cronica. Insomma, tra i due assessori, è evidente che la Terzi è più ‘forte’ e decide a prescindere dalla posizione dei suoi interlocutori e omologhi locali. Ancora una volta, si conferma che Regione Lombardia considera Como e i comaschi meno di zero”.
Per i due consiglieri Pd ora è “importante capire se questa situazione perdurerà per sempre o è temporanea. Ma soprattutto se l’amministrazione comunale intende intervenire su quella regionale riaffermando le proprie ragioni, anche in virtù del fatto che proprio la Regione ha previsto un grosso investimento con la nuova stazione di Albate-Camerlata e per l’annesso parcheggio da 200 posti. Non vorremmo che le novità diventassero il pretesto per rimangiarsi anche quell’impegno. Al contrario, spostare i pendolari a Como San Giovanni vorrebbe dire impedire alla maggior parte di questi di trovare parcheggio, nelle condizioni date. A meno che la Giunta comasca non pensi di risolverla mandando i frontalieri a mettere l’auto a ridosso delle mura della città, in viale Varese. Si spiegherebbero molte cose. E tutto per non contrariare il centrodestra che governa la Regione”.
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