“La Regione non faccia pagare le multe a chi non ha pagato i ticket in buona fede”. A chiederlo è Angelo Orsenigo, consigliere regionale del Pd, commentando la notizia dell’arrivo di 500mila cartelle esattoriali, in tutta la Lombardia, per ticket non pagati da pazienti, soprattutto anziani, convinti di aver diritto all’esenzione per basso reddito o disoccupati.
“La complessità delle norme può portare facilmente a errori – commenta il consigliere Pd –. Bastano infatti pochi euro di differenza per far decadere il diritto di esenzione e incorrere in multe pesantissime. È necessario mettere ordine al sistema delle esenzioni. È impensabile che debbano essere i cittadini, oltretutto i più disagiati, a certificare il proprio reddito con il rischio di sbagliare”.
La Giunta regionale ha risposto a un’interrogazione del consigliere regionale del M5S Lombardia Raffaele Erba del settembre scorso sull’inceneritore Silea. Il M5S chiedeva di conoscere l’eventuale stato di avanzamento dei lavori del Tavolo Tecnico per la valutazione dei costi-benefici del teleriscaldamento e aggiornamenti sull’indagine epidemiologica su diverse patologie (tumori, malformazioni neonatali ecc.) che coinvolgono la popolazione che vive nelle zone limitrofe all’inceneritore di rifiuti.
Nella risposta si legge che esiste un “report preliminare delle analisi effettuate sulla mortalità della popolazione del territorio” che presenta “evidenze sanitarie” la cui relazione con l’incenerimento di rifiuti “non è, ad oggi, nota” e che i risultati saranno presentati “per la fine del 2018”. Il tavolo tecnico per la prosecuzione dei propri lavori sta attendendo gli esiti dello studio per verificare “l’efficacia della rete” di teleriscaldamento”.
“Proposta utile e ragionevole, in linea con i contenuti del provvedimento approvato alla Camera dei deputati nei giorni scorsi.
È una legge che andrà a tutelare le fasce più deboli”, così Gregorio Mammì, consigliere regionale del M5S Lombardia, giudica la proposta di legge regionale per l’installazione di videosorveglianza nei nidi e nelle scuole d’infanzia.
“Il discorso va però ampliato e oltre alle iniziative di controllo va garantita la professionalità degli educatori, anche quando si tratta di associazioni o cooperative.
Le iniziative di vigilanza da sole non possono sostituire standard minimi di preparazione degli operatori, conclude Mammì.
«Una brutta tegola si abbatte in questi giorni sulla comunità marianese a causa delle vili minacce e delle ingiurie partite da un cittadino ai danni di Ilaria Cucchi. Condanniamo con forza questo gesto carico d’odio sferrato contro una persona che da sola ha lottato per più di dieci anni per far luce su un gravissimo atto di eclissi della democrazia italiana. Un gesto vile e codardo oltre che oltraggioso che infanga tutta la comunità cittadina, una comunità che, almeno in una sua parte consistente, ha sempre dimostrato di essere accogliente e solidale ed attenta alle tematiche sociali.Alla luce degli ultimi aggiornamenti sulle indagini il nostro Paese ancora di più si trova nella condizione di dovere delle scuse ufficiali a tutta la famiglia di Stefano ed a questo proposito troviamo inaccettabile quanto accaduto. Da buon “leone da tastiere” il signore in oggetto una volta che la notizia è circolata sui social ha pensato bene di cancellare il suo account twitter, ma ciò nonostante se conosce l’identità e come Partito della Rifondazione Comunista chiediamo a tutte le istanze che si proceda legalmente nei suoi confronti.
Abbiamo reagito e gestito una crisi senza eguali nel 2016, si reagisce in modo suscettibile e confuso oggi di fronte a vicende che non richiedono onerosi impegni di spesa o piani straordinari di intervento. Voglio essere esplicito: per trovare una soluzione ai senza tetto di San Francesco non bisogna essere dei missionari, non servono interventi economici onerosi, non serve essere di sinistra o rivoluzionari: basterebbe un po' di umanità. Non si possono colpevolmente lasciare per strada degli esseri umani. Non si può conoscere il problema e non impegnarsi per risolverlo. Il centro di via Regina Teodolinda può essere una soluzione praticabile, utilizzare quella struttura per le situazioni di emergenza sarebbe una scelta ragionevole. Ci attende un inverno complicato, anche per la concomitante entrata in vigore del decreto sicurezza che temiamo andrà a colpire le situazioni di fragilità. Sono circa mille, a Como, i richiedenti asilo in attesa di risposta e per molti di loro, sia in caso di risposta positiva che di diniego si chiuderanno le porte delle strutture di accoglienza e si ritroveranno per strada.
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