Che cosa è successo realmente nella vicenda della tappa del Giro d’Italia a Como? E soprattutto, è vero che il sindaco Landriscina non la voleva, al punto da tentare di bloccare tutto? Se lo chiedono Stefano Fanetti e Gabriele Guarisco, consiglieri comunali del Pd, che l’altra sera hanno presentato, durante la seduta d’Aula, un’interrogazione sul tema. “Il 22 ottobre scorso il consiglio comunale ha approvato una variazione di bilancio affinché il Comune potesse stipulare un contratto con Rcs Sport per ospitare a Como l’arrivo di una tappa del Giro d’Italia 2019 e anche noi avevamo votato a favore – ha riassunto Fanetti –.
Ma domenica 26 maggio, giorno del passaggio della tappa Ivrea-Como, su “La Provincia” l’ex assessore alla Cultura Simona Rossotti dichiarava, a proposito della sua decisione di dimettersi e lasciare per sempre la Giunta comasca, che «il punto di non ritorno è stato quando, dopo l’approvazione della variazione di bilancio, votata anche dalle opposizioni, il giorno dopo ho scoperto che il sindaco Landriscina, invece che festeggiare, cercava di contattare Rcs tramite altri assessori per cercare di bloccare tutto», come riporta l’intervista”.
I consiglieri Pd chiedono, dunque, con l’atto, “se le affermazioni della Rossotti sono veritiere e quali membri della Giunta comunale hanno avuto contatti con la società Rcs Sport dopo l’approvazione della delibera”.
Ma il tema è più ampio: “La vicenda dimostra quanto questa Giunta sia raffazzonata, stia in piedi per miracolo, al punto che un’assessore se ne va perché su una vicenda grande e importante come l’evento Giro d’Italia non c’era accordo. E poi ci piacerebbe capire perché Landriscina non voleva la corsa rosa, se per sue convinzioni o non ci siano anche motivi politici per altro a noi incomprensibili”, concludono Fanetti e Guarisco.