COMUNICATO STAMPA CGIL COMO – SPI CGIL COMO -FUNZIONE PUBBLICA CGIL COMO RIFORMA SANITARIA: SI RIAPRA IL CONFRONTO CON LE RAPPRESENTANZE SINDACALI E DI CATEGORIA. IL TEMPO PER TORNARE AL VECCHIO ASSETTO
C'E' Como, 23 giugno 2016 - Quanto emerso in questi giorni dal dibattito riguardante la Riforma sanitaria, nello specifico gli azzonamenti, non è nient'altro che la conferma delle preoccupazioni espresse circa un anno fa dalla Cgil. Ciò che preoccupa di più in questa fase è una contrapposizione netta tra favorevoli e contrari alla riforma. Questo modo di agire non favorirà certamente i cittadini, che dal primo gennaio hanno visto mutare radicalmente l’impianto sanitario (dal curare al prendersi cura) sulla carta, ma che nella realtà dei fatti rischia di essere nient'altro che un'ulteriore razionalizzazione sulle spalle degli stessi cittadini e dei lavoratori. La situazione che si è venuta a creare sul medio Alto Lario ne è la prova: assenza di un progetto visibile, condiviso e fattibile dopo sei mesi, ma interventi a spot per tamponare le criticità che emergono giorno dopo giorno. Assenza d’investimenti, strumento, quello economico più volte utilizzato per promuovere la riforma, ma di cui a oggi non abbiamo alcuna traccia. Pure assente è un percorso di condivisione, o quantomeno confronto, con cittadini, associazioni e rappresentanze dei
lavoratori. Questo conferma il modus operandi del “decidi, pubblicizza e applica”, ma al tempo stesso fa emergere l'assenza di
una struttura regionale in grado di governare il cambiamento, se dopo sei mesi l'oggetto del contendere sono l'assegnazione delle sedi e la divisione del personale. A queste criticità, comuni a molte ATS ed ASST, si va ad aggiungere, per l'ATS della montagna, la fusione di territori disagiati. Pensiamo poi agli investimenti, fatti fino a dicembre 2015, dall'ospedale Sant'Anna e dall'ASL di Como per creare delle forti sinergie, per garantire l'erogazione dei servizi sul territorio. A oggi le spese sono raddoppiate a seguito dell'applicazione della nuova riforma. Una modifica e il ritorno al vecchio assetto sono auspicabili per evitare uno scenario paradossale che triplicherebbe la spesa economica tra qualche anno. Se a questo si aggiunge la difficoltà' già esistente nel trovare il personale da destinare al presidio di Menaggio e al Distretto medio alto Lario EX ASL, cosa si pensava di ottenere ampliando a dismisura il territorio? La mancanza di figure sanitarie su territori come quello della
Valtellina e di Lario è cosa nota, ma modificare gli assetti senza prima prevedere agevolazioni economiche e o previdenziali è assenza di visione della realtà. Oppure è l'attuazione di un progetto ben più definito? La riduzione del perimetro dell'offerta pubblica a favore di erogatori privati. Confusione e disagio per i cittadini, che rischiano da degenti di dover essere trasferiti a Sondrio per un semplice esame diagnostico e poi far ritorno a Menaggio. Oppure si può' arginare l'ostacolo con delle convenzioni con le altre strutture sul territorio che erogano tali servizi, attraverso specifiche convenzioni e quindi aumentando i costi? Questo scenario nel medio lungo termine rischia di svuotare lentamente il presidio ospedaliero di Menaggio per ritrovarsi un domani a subire la realizzazione di un POT come scelta inevitabile e naturale. Queste sono solo alcune delle motivazioni del no a questo assetto sanitario, il tempo utile per ritornare al vecchio assetto c'è. Tutti gli
indicatori ci dicono che i primi 5 mesi di sperimentazione hanno dato esiti negativi. Gli esponenti politici, locali e regionali, non possono ignorare la denuncia degli operatori del settore sul territorio e arroccarsi su una posizione aprioristica, ideologica e sbagliata. L'onorevole Rizzi, a un affollato incontro presso la comunità montana di San Fedele Intelvi, lo scarso anno affermava: “Le condizioni per i servizi miglioreranno, nella peggiore delle ipotesi rimarranno uguali”. Oggi medici di base, farmacisti, veterinari, medici ospedalieri, infermieri e cittadini ci dicono, scevri da pregiudizi e con esempi circostanziati, che i servizi sono peggiorati. Si apra subito un tavolo di confronto politico con le rappresentanze sindacali e di categoria e si cambi al più presto, il tempo sta scadendo!