Il cibo, che i bambini non mangiano a mensa e viene buttato è pagato due volte, dai genitori con il bollettino e dalla comunità che, dovendolo smaltire, lo ripaga come rifiuto organico. Se i cibi cucinati, come primi, secondi e verdure, necessitano di un abbattitore di temperatura per essere portati a casa, almeno si può fare con pane e frutta, che, già consegnati ai bambini sul loro vassoietto, non possono essere in alcun modo riutilizzati e vengono buttati come rifiuti da smaltire. Per il pane, a Como, la percentuale del non consumato ma pagato dai genitori, è bassa e si attesta sul 5%, ma per la frutta arriva ad essere tra il 15% e il 20%, con differenze di valore a seconda del frutto proposto (mele, pere e kiwi quelli meno graditi, meglio banane, ananas, arance, clementine con invece fragole e ciliegie che riscuotono successo). Se si aggiunge che portare a casa il cibo non consumato è un messaggio dato ai bambini di come il cibo sia un bene prezioso da non sprecare perché produrlo costa non solo soldi ma anche fatica, direi che l' iniziativa del sacchetto anti spreco da utilizzare alla fine del pranzo in mensa e da portare a casa, possa essere un' iniziativa da perseguire. In diverse città è stata già intrapresa. Si può fare anche a Como e la mozione approvata ieri sera in Consiglio Comunale a Como impegna Sindaco e Giunta a iniziarne la sperimentazione. Roberta Marzorati (lista x Como)
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