Cinque anni fa, il 27 febbraio 2017, sul tetto di un treno locale si consumava l'ennesima tragedia delle migrazioni. Un giovane proveniente dal Mali, Diakite Youssouf, veniva folgorato dalla rete elettrica ferroviaria a poca distanza dalla stazione di Balerna, appena superato il confine italo-elvetico. Ci vollero alcuni giorni per ricostruire la sua identità, ma tuttora non sappiamo quale è stata la sua storia, il suo percorso, il suo progetto di vita. Sappiamo solo che è morto a poca distanza da noi,
ucciso dalla Fortezza Europa e dalla sua incapacità di riconoscere il diritto alla migrazione, sancito dalle Nazioni Unite e dal diritto internazionale, parte integrante di quell'orizzonte di valori che dà sostanza alla dignità umana. Sappiamo solo che da cinque anni "riposa", grazie a un gesto di civiltà del Comune di Balerna,nel cimitero del paese ticinese.
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